Lionel-LoukeMercoledì 17 aprile alla Tenda di viale Molza (angolo Monte Kosica) il jazz incontra l’Africa per il quarto appuntamento di Art & Jam che vedrà protagonisti il chitarrista Lionel Louke e il trio “Jazz Meets Africa”. La rassegna è curata delle associazioni culturali Amici del Jazz Modena e Muse nella struttura gestita dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune.

Lionel Loueke, chitarra e voce, salirà sul palco con Daniele Camarda al basso elettrico e Ferenc Nemeth alla batteria. Attraverso il virtuosismo e le melodie in grado di coniugare i suoni tradizionali dell’Africa occidentale con le sonorità e le improvvisazioni tipiche del jazz americano, Loueke è diventato uno dei personaggi più acclamati nel panorama jazzistico internazionale.

Alla Tenda presenterà il suo ultimo lavoro, Heritage, “che – come spiega egli stesso – parla del luogo da dove vengo e della cultura che ho: certamente vedo una grande influenza africana, ma mi influenzano anche l’Occidente, l’Europa e gli Stati Uniti. Sto parlando in inglese, una lingua che non fa parte delle mie radici, poiché il Benin era francese, e parlo francese a causa della colonizzazione, che, anche se comportava la schiavitù, non è stata del tutto negativa. Abbiamo imparato molto dalla schiavitù e sulla cultura dell’Occidente; c’è un lato buono e uno cattivo in tutto. In questo album parlo del lato buono: ho imparato a parlare francese e inglese; ho viaggiato in tutto il mondo e ho un’ampia cultura brasiliana, anche perché il Benin in principio era portoghese e francese”.

Una delle canzoni dell’album si intitola Ouidah, ovvero il commercio degli schiavi in Benin. Ouidah è il paese di mia madre, i suoi venivano dal Brasile e il suo cognome è Montego. Nel villaggio di Ouidah suonavano la musica e cantavano la samba in portoghese, anche se non lo capivano. Tali influenze sono tutte su questo cd”.

Figlio di un professore di matematica e di una insegnante, Loueke iniziò a suonare la chitarra all’età di 17 anni. Durante gli anni di conservatorio in Costa d’Avorio, passava le notti a trascrivere gli assoli dai vecchi dischi di jazz e una volta a Parigi le trascorreva a esercitarsi con la chitarra. Alla Berklee College di Boston, raffinò il suo approccio suonando anche con il bassista italiano Massimo Biolcati e il batterista Ferenc Nemeth, con i quali suona tuttora. Presso il Monk Institute, reinventò completamente la sua tecnica, proprio mentre stava iniziando a suonare con Terence Blanchard. Anche ora, pur con un contratto con una major e con costanti collaborazioni con Herbie Hancock, Louke cerca costantemente di rimodellare la sua musica. Ha girato per i villaggi del Benin con un registratore per documentare i ritmi tradizionali che gli sembravano sepolti nel suo modo di suonare e vorrebbe che il prossimo progetto fosse il suo primo album registrato in Africa con un quartetto d’archi americano e dei tradizionali percussionisti africani.

Il concerto è a pagamento con biglietti d’ingresso a 15 euro (ridotto 8 euro) e gratuito per i minori di 21 anni. Le prenotazioni si raccolgono telefonicamente (059 2034810); ingresso riservato alle prenotazioni dalle 20.30 alle 20.45 e apertura porte dalle 20.45. (informazioni: www.facebook.com/events/575361795836793)

I prossimi appuntamento della rassegna “Arts & Jam” sono il 27 e 28 aprile con il gospel; martedì 30 aprile con l’International Jazz Day, Maratona per la giornata mondiale del Jazz istituita dall’Unesco e il 7 maggio con “From Bach to Miles and Trane”, Franco Ambrosetti tromba e flicorno, Uri Caine piano, Furio di Castri contrabbasso.