È stato identificato il corpo della donna rinvenuto nella mattinata del 7 aprile a Spilamberto, sul greto del fiume Panaro, in località “Sipe Bassa”. Gli esiti degli esami di laboratorio comparativi effettuati dall’Istituto di Medicina Legale di Modena, hanno infatti confermato che apparteneva all’insegnante in pensione 60enne, residente a Castelfranco Emilia, scomparsa il 20 marzo a seguito di allontanamento volontario da una clinica privata di Modena. La donna, lì ricoverata poiché affetta da depressione, dopo un’uscita pomeridiana autorizzata dai medici, non vi aveva fatto più rientro rendendosi irreperibile. Sulla base di alcuni elementi investigativi raccolti dai Carabinieri durante la fase delle indagini e delle ricerche, gli inquirenti avevano ipotizzato che il cadavere femminile – reso irriconoscibile dal processo di saponificazione in acqua – potesse essere riconducibile alla donna scomparsa. Effettivamente, i primi accertamenti medico-legali, che avevano già evidenziato la corrispondenza dell’impianto dentario e di alcuni particolari della struttura ossea (ad esempio di una pregressa frattura), hanno ora trovato definitiva conferma nell’esame del DNA, che ha dimostrato l’identità genetica tra il corpo rinvenuto e il profilo della scomparsa.

Sul corpo non è stato rilevato nessun segno di violenza e la causa della morte è stata ricondotta a suicidio mediante annegamento. Secondo una ricostruzione dei fatti ed una stima sull’epoca del decesso, la donna si sarebbe gettata nel Panaro probabilmente lo stesso giorno dell’allontanamento, raggiungendone l’argine mediante un sentiero naturalistico che si diparte dalla periferia meridionale di Modena e conduce fino a Spilamberto. Il passaggio della piena ne ha poi restituito il corpo.