In Emilia Romagna, la Cassa integrazione aumenta in modo vertiginoso: +61,2%. Nel giro di un mese, da marzo ad aprile 2013, la Cig è balzata da 5.616.752 ore autorizzate a 9.055.194 ore. Il che, secondo la stima del Centro studi Uil, significa come ci siano ben 20.226 lavoratori in più che, rispetto ad un mese fa, stanno usufruendo di questo ammortizzatore sociale (dai 33.040 di marzo ai 53.266 di aprile).

Nel dettaglio la cassa ordinaria cresce del 52,9%, mentre quella straordinaria del 179,5%. Calo netto della cassa in deroga: -77,5% (Tabella 1 e 2). Segno quest’ultimo «non di un mancato fabbisogno da parte delle imprese e dei lavoratori quanto piuttosto della scarsità di fondi di finanziamento della cassa in deroga», sottolinea Giuliano Zignani, vice segretario Uil Emilia Romagna.

Ad analizzare l’andamento della Cassa integrazione nel Paese e in particolare in Emilia Romagna, è il Centro studi della Uil diretto da Gugliemo Loy che, ogni mese, mette a disposizioni queste dettagliate informazioni elaborando i dati Inps.

«La situazione nella nostra regione è drammatica – prosegue Giuliano Zignani, vice segretario Uil Emilia Romagna -. Occorrono interventi urgenti. Non è più tempo di slogan infarciti di frasi fatte. Senza lavoro oggi si muore. Anche la nostra regione non più immune dalla crisi. Bisogna agire subito prima che la nostra economia, che ora marcia a scartamento ridotto, si fermi del tutto».

Se dal livello regionale ci spostiamo su quello provinciale colpisce come la provincia che abbia registrato il maggior picco di ricorso alla Cig sia Piacenza (+108,3%) tallonata, a breve distanza da Ferrara (+98,7%). A quasi sette punti percentuali in meno troviamo il capoluogo, Bologna, che svetta con il suo +91,4% di Cig autorizzata. Ben staccate abbiamo Rimini (+69,7) e Modena (+68,6%). Forlì-Cesena con un +50,6% si piazza sesta, mentre Ravenna è settima (+43,8%). Chiude Parma con un +21,9%. Fa eccezione, la sola provincia di Reggio Emilia: qui la Cig è in leggero calo -2%. (Tabella 3).

Scorporando ulteriormente il dato, analizzando cioè l’andamento della Cassa settore per settore, si nota come l’ambito connesso alle imprese artigiane sia quello in maggiore sofferenza (+221,4% ore autorizzate) seguito da commercio (+111%), edilizia (+68,9%) e industria (+19,4%). Altri ambiti produttivi, riuniti sotto la voce settori vari, toccano quota +693,8% ore di Cassa autorizzata (Tabelle 4 e 4 bis).

Traducendo queste percentuali in ore autorizzate sulle nove province, il quadro risulta molto variegato (Tabella 5). Con il suo +91,4% ore di Cassa, a Bologna i settori più in difficoltà sono l’artigianato (+608,8%) e il commercio (+197,2%). L’industria segna +54,9%, mentre l’edilizia è in flessione con -7,9%.

Percorrendo la via Emilia, a Piacenza abbiamo: industria (+50,3% ore); edilizia (+701% ore); artigianato (+1083,2% ore) e commercio (-11,6% ore). A Parma: industria (-92,2% ore); edilizia (+1724,6% ore); artigianato (-56,8% ore) e commercio (+16,2% ore). A Reggio Emilia: industria (-19,8% ore); edilizia (+36,5% ore); artigianato (+57,7% ore) e commercio (+118,7% ore). A Modena: industria (+31,5% ore); edilizia (+36,1% ore); artigianato (+204,2% ore) e commercio (+140% ore). A Ferrara: industria (+4% ore); edilizia (+36,9% ore); artigianato (+555,4% ore) e commercio (+492,7% ore). Passando alla Romagna, Ravenna registra per industria (+81,5% ore); edilizia (+26,6% ore); artigianato (+233,8% ore) e commercio (-15% ore). Forlì-Cesena: industria (+109,4% ore); edilizia (+34,2% ore); artigianato (+19,4% ore) e commercio (+70% ore). Infine Rimini con industria (+15,3% ore); edilizia (+1407,3% ore); artigianato (+356,2% ore) e commercio (+339,8% ore).

Un ultimo dato, in regione la Cassa in deroga incide sulla Cig complessiva per un 4,9%: 444.474 le ore in deroga autorizzate su un totale di 9.551.194. Suddividendo il dato: la maggior incidenza viene registrata a Modena (10,9). Ferrara si attesta sul 7,3%, mentre Reggio Emilia si ferma a 7,1. Incide, sulla Cig complessiva, per un 3,8% la deroga a Forlì Cesena; a Bologna per un 3,2%; Parma è ferma al 2,7% e Ravenna al 2%. Chiudono Rimini con 1% e Piacenza con 0,1% (Tabella 6).