All’amministratore delegato di Unipol servono cinque giorni per guadagnare lo stipendio medio annuo di un dipendente di banca, quindici al direttore generale di Credem e sedici all’amministratore delegato della Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Nello stesso tempo, se si volge lo sguardo su tutta la penisola si vedrà che ne bastano solo tre all’amministratore delegato di Intesa San Paolo e che, in media, necessitano otto giorni per gli amministratori delegati o direttori generali delle più grandi banche e assicurazioni italiane, figure che guadagnano circa 46 volte la retribuzione di una figura media dipendente bancario.

È quanto emerge dall’indagine realizzata dalla Fiba Cisl che è stata presentata oggi a Bologna nel corso del Consiglio generale regionale dei bancari della Cisl Emilia Romagna, in occasione del lancio della campagna emiliano-romagnola “Se firmi li fermi” di raccolta firme a sostegno della proposta di legge popolare per mettere un tetto massimo alle retribuzioni e bonus dei top manager. Proposta depositata nei giorni scorsi in Cassazione dal leader della Cisl Raffaele Bonanni e dal segretario generale dei bancari Cisl Giulio Romani, che prevede un tetto per la retribuzione fissa di 294 mila euro (pari a quello dei manager pubblici) e un rapporto di 1:1 per il salario variabile (come da indicazioni europee).

Iniziativa cislina che è risultata partecipata e ricca di stimoli grazie anche ai contributi, oltre che di Giorgio Graziani e Marco Amadori, rispettivamente segretari generali della Cisl e dei bancari (Fiba) Cisl dell’Emilia Romagna, e di Giulio Romani, segretario generale Fiba Cisl nazionale, anche di Tiziano Arlotti, parlamentare Pd, e Gianluca Pini, deputato Lega Nord.

“E’ ingiusto e iniquo – ha sottolineato subito nella sua introduzione Giorgio Graziani, segretario generale Cisl Emilia Romagna – che in questa fase di crisi difficilissima, in cui le famiglie e lavoratori fanno fatica ad arrivare a fine mese e le imprese si ritrovano con i rubinetti del credito serrati, i top manager di banche e assicurazioni abbiano stipendi spropositati Ecco perché occorre dare un segnale forte andando avanti con l’iniziativa di legge”.

Rincara la dose Giulio Romani, segretario nazionale dei bancari della Cisl che contestualizza: «È necessario far vedere che i sacrifici non vengono chiesti solo ai lavoratori, con ferie obbligatorie e tagli di stipendio, ma anche ai dirigenti, e questo non è che il primo passo verso un sistema di gestione partecipativa e di vigilanza dei lavoratori nelle aziende”.

Ma l’iniziativa targata Cisl, come sottolinea Marco Amadori, segretario generale regionale della Fiba, non riguarda solo gruppo bancari e assicurativi, ma tutte le società quotate in borsa. “Se la nostra proposta di legge fosse approvata – sottolinea il leader regionale dei bancari assicurativi della Cisl – sarebbero ben 30 le aziende quotate in borsa della regione che avrebbero un limite di stipendio per i top manager, tra queste due banche e un’assicurazione”. “D’altro canto – continua Amadori – la nostra richiesta è perfettamente in linea con quanto deciso nel 2011 dal decreto “Salva Italia”, che ha posto un massimale annuo per i manager delle società pubbliche di 294mila euro”. Un’iniziativa, quella della Cisl, che tra gli intenti dichiarati potrebbe avere che l’effetto di trascinamento per le società non quotate. ”Difatti – conclude il sindacalista – nel quadro del settore finanziario regionale la metà delle banche sono banche di credito cooperativo che già erogano stipendi nel limite della nostra proposta, per le altre ci sarebbe un effetto trascinamento o, quantomeno, un’induzione a fare più chiarezza e trasparenza nei propri bilanci”.

Nei prossimi giorni in tutta l’Emilia Romagna banchetti e gazebo per la raccolta firme saranno allestiti nelle piazze, davanti ai centri commerciali e ai luoghi di ritrovo. L’obiettivo è quello di raccogliere 50mila firme, ma gli organizzatori sono convinti che la portata sarà di gran lunga superiore.