Decine di aziende raggirate, merce presa in consegna, spedita e ma arrivata al destinatario con l’utilizzo di camion che viaggiavano con targhe clonate o rubate. Un giro di affari di almeno due milioni di euro quello della banda salita alla ribalta delle cronache un anno fa nell’ambito dell’indagine “Totò Truffa 62”, come il titolo del celebre e spassoso film diventato un cult per la scena della vendita della fontana di Trevi, che grazie al proseguo delle indagini condotte dai Carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza si arricchisce non solo di nuove truffe che portano a 23 i colpi accertata carico della banda ma anche all’identificazione di un ulteriore indagata. Si tratta di una donna che svolgeva le funzioni di telefonista ovvero prendeva gli accordi di dettaglio per i trasporti delle merci trafugate.

Stando alle indagini la banda collegandosi a Banche Dati Informatizzate del settore degli autotrasporti, clonavano imprese esistenti riuscendo ad ottenere dalle aziende frodate, commissioni per trasporti di merci che poi facevano sparire nel nulla non giungendo al destinatario finale. L’ultimo colpo, solo in ordine cronologico addebitato alla banda, è la maxi truffa di bobine di rame per un valore di 100.000 euro ai danni di un’azienda del ravennate che credendo di aggiudicarsi i servizi di un’affidabile azienda di autotrasporti è incappata in un clone creato artatamente dalla banda che si è quindi impossessata dell’intero carico.

In questo colpo è emersa anche la figura femminile della telefonista, una 50enne di Pagani (SA), che al telefono concordava con le vittime le operazioni di dettaglio inerenti il carico. Quest’ultima unitamente ad un 61enne di Pagani (SA), un 43enne di Torre Annunziata, un 38enne di Poggiomarino (NA), un 67enne di Poggiomarino (NA) ed un 42enne di La Spezia, sono chiamati a rispondere a vario titolo del reato di associazione a delinquere finalizzata ai reati di truffa aggravata, ricettazione, sostituzione di persona e uso di atto falso. Delle più svariate province d’Italia (Napoli, Genova, Marsala, Reggio Calabria, Varese, Como, Milano, Pisa, Avellino, Bolzano, Salerno, Vicenza Ravenna) sono risultate essere originarie le vittime incappate nei cinque furbastri “autotrasportatori” che hanno mietuto vittime anche al’estero (Spagna, Inghilterra, Repubblica Slovacca e Polonia). Le odierne risultanze costituiscono l’ulteriore step di una piu’ ampia attività investigativa che in due anni ha portato ad accertare complessive 23 truffe identificando i responsabili di questa “certosina” attività truffaldina.