Nel futuro di Modena potrebbe esserci una “Unione metropolitana” oppure un’area di collaborazione intercomunale metropolitana che, con oltre 260 mila abitanti, rappresenterebbe sicuramente una delle più grandi in Italia. È la prospettiva verso la quale si sta muovendo lo studio di fattibilità avviato lo scorso anno dal Comune di Modena insieme ai Comuni di Castelfranco, San Cesario e ai quattro dell’Unione del Sorbara (Nonantola, Bastiglia, Bomporto e Ravarino) per studiare, in collaborazione con l’Anci, una nuova forma associativa che consenta, in una fase di riforme che prevedono anche un ruolo diverso o il superamento delle Province, di garantire “la qualità dei servizi ai cittadini e l’efficacia dell’azione amministrativa in un quadro di risorse in calo e in un nuovo scenario istituzionale che comunque coinvolga le comunità locali”.

Lo spiega il vice sindaco di Modena Giuseppe Boschini, assessore con delega sui progetti d’Area vasta, sottolineando che “l’obiettivo è risparmiare, certo, grazie alle economie di scala nella gestione di diversi servizi, ma non solo quello: vogliamo affrontare i temi amministrativi nella giusta dimensione territoriale che in molti casi, come la mobilità o l’ambiente, non può che essere sovracomunale”.

Lo studio di fattibilità è ormai in fase avanzata, la presentazione è prevista a settembre. Nel lavoro di approfondimento sono stati coinvolti sindaci e giunte, consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, parti sociali, mentre un questionario è stato rivolto ai dirigenti comunali ed è stata realizzata anche una raccolta di dati specifica per tutti i sette comuni.

“Sono state approfondite, in particolare, le possibilità di definire convenzioni o gestioni in forma associata di alcuni servizi – spiega Boschini – a partire da quelli più legati all’organizzazione, come la gestione del personale o la stazione unica appaltante, fino ad arrivare ai sistemi informatici, ai lavori pubblici, alla Polizia municipale e al welfare: sia nell’ambito educativo e scolastico sia in campo sociale e sociosanitario, così come in quello culturale e ricreativo. Insomma, un investimento sull’innovazione istituzionale per accrescere l’efficacia dell’azione amministrativa”.

Le ipotesi su cui si sta ragionando in termini organizzativi sono quelle “di una possibile Unione tra i sette Comuni oppure, più probabile, una Unione a sei Comuni più Modena – precisa Boschini – con l’Unione che definisce con il capoluogo convenzioni per la gestione in forma associata di alcune materie e di specifici servizi, anche sulla base di collaborazioni ed esperienze che sono già in corso”.

La soluzione “sei più uno” sarebbe anche quella più coerente con le indicazioni della legge regionale 12 dello scorso anno che conferma un legame tra Unioni e distretti sociosanitari, così come impone alcune rigidità sul sistema di governo e nella composizione delle giunte. “Il processo in corso comunque terrà conto del quadro normativo – precisa Boschini – e lo studio che verrà presentato a settembre offrirà alcune alternative tra cui scegliere entro la primavera del 2014, come previsto, in modo da consentire che anche questo diventi un tema di confronto e di condivisione con i cittadini in vista delle elezioni amministrative”.