Michele-GiovanniniLa Pneumologia dell’Ospedale Santa Maria Bianca ha attivato il nuovo ecobroncoscopio acquistato grazie ad una donazione dell’associazione ‘La Nostra Mirandola’. Lo strumento, che attualmente solo pochi ospedali in Italia utilizzano, serve per effettuare esami diagnostici estremamente accurati nei bronchi e nei polmoni.

La scorsa settimana, in sala operatoria a Mirandola, l’équipe di Pneumologia diretta da Michele Giovannini ha effettuato, per la prima volta nella nostra provincia, un’indagine diagnostica con l’ecobroncoscopio. L’esame è perfettamente riuscito e la paziente è stata dimessa il giorno successivo. Un risultato importante che fa del Santa Maria Bianca un punto d’eccellenza per l’intera rete ospedaliera dell’Azienda Usl di Modena.

“Sono già in programma altre sedute operative – sottolinea il responsabile dell’Unità Operativa di Pneumologia Michele Giovannini –. Dobbiamo ringraziare il grande entusiasmo che ha saputo dimostrare l’associazione ‘La Nostra Mirandola’. Per questo progetto, infatti, è stato messo a disposizione della sanità locale un contributo ingente, circa 290mila euro, che ha permesso di dotare l’ospedale di un ecobroncoscopio ad alta risoluzione dotato di ecografo e allo stesso tempo garantire, per tre anni, la specializzazione di un giovane pneumologo nell’utilizzo di tale strumentazione”. Un impegno speso in prima persona da Nicoletta Vecchi Arbizzi, al vertice della Onlus ‘La Nostra Mirandola’.

A Mirandola, grazie all’innovativa attrezzatura, è possibile effettuare durante la broncoscopia esami bioptici delle lesioni dei bronchi e, quando le immagini radiologiche mostrano linfonodi ingrossati normalmente non aggredibili, è anche possibile effettuare biopsie sulle lesioni sotto guida ecografica. I risvolti positivi nell’utilizzo di questa innovativa tecnologia sono tanto più significativi se si considera che il tumore ai polmoni rappresenta, ancora oggi, una patologia diagnosticata tardivamente, in cui l’intervento chirurgico risulta possibile solo nel 30% dei pazienti. L’eco-broncoscopia, consentendo una visione ecografica all’esterno dei bronchi e prelievi mirati delle lesioni polmonari, risulta quindi essere un esame molto importante per la diagnosi dei tumori.

 

La broncoscopia

La broncoscopia è una procedura diagnostica che serve per osservare, dall’interno, il cosiddetto “albero tracheo-bronchiale”, ovvero i bronchi e le loro diramazioni. È nel 1897 che il medico tedesco Gustav Killian, per la prima volta, utilizza un rudimentale broncoscopio per l’estrazione di un corpo estraneo presente nei bronchi di un paziente. Da allora i progressi compiuti sono tantissimi, spesso di recente acquisizione. Basti pensare che risale agli anni ’60 l’introduzione dei primi fibro-broncoscopi flessibili dotati di fibra ottica. La broncoscopia, normalmente, viene eseguita a seguito di una Tac e ha ruolo importante nella definizione e nella valutazione della dimensione ed estensione del tumore. Può essere utilizzata sia a fini diagnostici che terapeutici (broncoscopia operativa) ed è utile anche nella diagnostica delle malattie polmonari infettive e nelle patologie infiammatorie. L’eco-broncoscopia è l’ultima, più recente innovazione di questa metodica.