“Nello sviluppo del comparto dell’ex Consorzio agrario, pur suddiviso in tre distinte aree autonome, non verrà meno un coordinamento da parte dell’amministrazione comunale che verrà esercitato nella fase di approvazione dei piani particolareggiati”. Lo ha affermato l’assessore alla Programmazione e gestione del territorio del Comune di Modena Gabriele Giacobazzi illustrando oggi, giovedì 19 settembre, al Consiglio comunale la variante al Poc, il Piano operativo comunale, che riguarda, appunto il comparto dell’ex Consorzio agrario. Il provvedimento, oggi nella fase di adozione, prevede la suddivisione della zona in tre distinte aree, ciascuna corrispondente alle diverse proprietà (cioè Esselunga, Coop Estense e lo stesso Comune di Modena), per consentire lo sviluppo autonomo e anche per stralci di ogni settore. In caso di accordo, comunque, rimarrà la possibilità di attuare la riqualificazione in maniera congiunta per aree contigue.

“Se invece l’accordo non ci fosse e venissero presentati distinti piani particolareggiati – ha precisato l’assessore Giacobazzi – il Comune avrà comunque un ruolo di coordinamento per garantire gli obiettivi legati all’interconnessione tra il centro storico della città e l’area in fase di sviluppo in quella zona, già indicati nel masterplan sviluppato negli scorsi nell’ambito del laboratorio di urbanistica”.

L’assessore, inoltre, ha ricordato come il Comune nel corso del tempo abbia fatto “numerosi tentativi affinché le proprietà coinvolte arrivassero alla formulazione di una ipotesi progettuale congiunta, così come era previsto dallo strumento urbanistico in modo da garantire un’attuazione coordinata del comparto. Non essendo stato possibile fino a oggi, abbiamo ritenuto necessario un intervento che sblocchi quell’area da troppo tempo in degrado, un’area di circa 60 mila metri quadri inserita in un comparto di oltre 111 mila che giudichiamo strategico per lo sviluppo della città”.

La variante al Poc, che ha ricevuto il parere favorevole della Circoscrizione 2, prevede la ripartizione delle capacità insediative e delle destinazioni d’uso sulle nuove aree elementari in quota proporzionale rispetto alle rispettive superfici territoriali: sia per le previsioni delle strutture di vendita medio piccole (alimentare e non alimentare fino al massimo di 1.500 metri quadri) sia per alloggi e attività produttive.

In particolare, dei 175 alloggi previsti in tutto il comparto, 130 sono attribuiti all’area Esseleunga, 26 a quella Coop Estense, 19 a quella del Comune. Allo stesso modo vengono suddivisi i 13.950 metri quadri di funzioni produttive, 2.900 dei quali sono per il commerciale: 10.323 metri quadri nell’area Esselunga (2.159 di commerciale), 2.093 metri quadri nell’area Coop Estense (426 di commerciale), 1.534 metri quadri nell’area del Comune (315 di commerciale). Ai servizi e alle infrastrutture di interesse collettivo sono riservati complessivamente 24.500 metri quadri. Sono previste, tra le altre opere, aree di verde pubblico, una piazza e percorsi ciclopedonali.

 

VIA LIBERA DEL CONSIGLIO ALLA VARIANTE

A favore Pd, Sel, Mpa e Udc. Contrari FdI e Modena futura; astenuti Msa, Bellei, Morandi e Vecchi del Pdl e non voto di Leoni, Santoro e Taddei del Pdl

Via libera del Consiglio comunale di Modena all’adozione della variante al Poc, Piano operativo comunale, che prevede la suddivisione della zona dell’ex Consorzio agrario in tre distinte aree, ciascuna corrispondente alle diverse proprietà (Esselunga, Coop Estense e Comune di Modena) per consentire lo sviluppo autonomo e anche per stralci di ogni settore. In caso di accordo, rimarrà, comunque, la possibilità di attuare la riqualificazione in maniera congiunta per aree contigue.

A favore della delibera, illustrata dall’assessore alla Programmazione e gestione del territorio del Comune di Modena Gabriele Giacobazzi nella seduta di oggi, giovedì 19 settembre, hanno votato Pd, Sel, Mpa e Udc; contrari Fratelli d’Italia e Modena futura; astenuti Modenasaluteambiente.it e Sandro Bellei, Adolfo Morandi e Olga Vecchi del Pdl. Si sono avvalsi del non voto Andrea Leoni, Luigia Santoro e Pier Luigi Taddei del Pdl. Galli del Pdl ha annunciato un volontario allontanamento dall’Aula.

 

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Numerosi gli interventi in Aula prima dell’adozione della variante urbanistica

E’ passata con il voto favorevole di Pd, Sel, Mpa e Udc, contrario di Fratelli d’Italia e Modena futura, con l’astensione di Modenasaluteambiente.it e Sandro Bellei, Adolfo Morandi e Olga Vecchi del Pdl, e il non voto di Andrea Leoni, Luigia Santoro e Pier Luigi Taddei del Pdl, in Consiglio comunale, l’adozione della variante al Poc sull’ex Consorzio agrario.

Nel dibattito, Davide Torrini dell’Udc ha ricordato di aver proposto già anni fa di procedere a stralci e ha espresso la propria amarezza “perché quell’area sarebbe potuta essere riqualificata già allora. Non sono tempi accettabili, ma oggi dobbiamo pensare alla città e dare un’opportunità a quella zona, per cui voteremo a favore”. Della stessa idea anche Sergio Celloni di Mpa, secondo cui “l’area è stata per anni una discarica a cielo aperto: perché l’Amministrazione non ha avuto lungimiranza quando i momenti erano giusti? Siamo fuori tempo massimo, ma mi sento in dovere, nei confronti della città, di dare un voto a favore”. Per il Pdl, Sandro Bellei ha dato merito all’assessore di aver sbloccato la questione: “Siamo giunti a una soluzione logica e dovuta, quindi un plauso per il risultato – ha affermato – ma anche amarezza perché è stato perso tanto, troppo, tempo”. Luigia Santoro ha affermato: “La legge non è sempre uguale per tutti, si è consentito a Coop di impedire a Esselunga la realizzazione di un ipermercato: mai sarebbe successo il contrario. Sul lotto del Comune, inoltre sono stati gettati i soldi dei cittadini”. Per Andrea Galli “l’Amministrazione ha colpe gravissime e arriva oggi a questo provvedimento perché siamo a ridosso delle elezioni. Durante il voto uscirò dall’Aula perché non voglio essere complice dell’ennesimo imbroglio alla città”. Anche per Andrea Leoni l’avvicinarsi delle elezioni ha spinto alla chiusura della questione: “E’ sempre meglio fare qualcosa, anche se tardi, piuttosto che non fare niente, ma ciò non cancella le responsabilità e il giudizio negativo sull’operato dell’Amministrazione”. Olga Vecchi si è complimentata con l’assessore Giacobazzi ma ha anche parlato di “inerzia politica che ci lascia la bocca amara” e ha espresso perplessità sul futuro dell’area. Per il capogruppo Adolfo Morandi “la situazione, vergognosa e insostenibile, andava sbloccata, ma sull’operato dell’Amministrazione in questi anni il giudizio rimane negativo. Spero che Esselunga porti a conclusione il proprio progetto riportando l’area alla normalità”. Secondo Sandra Poppi di Modenasaluteambiente.it “questa parte di città ha bisogno di essere recuperata e integrata con il resto di Modena, ma non va per forza riempita con capannoni, edifici e supermercati. Sono davvero necessarie altre strutture commerciali?”. Eugenia Rossi di Etica e legalità ha ricordato che “nella zona furono distrutti edifici antichi con valore industriale prima di sapere cosa vi sarebbe sorto. Il problema ora è che mancano le risorse per costruire il passaggio di congiunzione tra le parti nord e sud della città”. Per Nicola Rossi di Modena Futura la delibera “è una beffa ed è di una semplicità tecnica disarmante. Il Comune aveva il dovere di assumere un ruolo di traghettatore e non l’ha voluto fare e se oggi sblocca la situazione ci deve essere una motivazione”. Per Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia non c’è ragione di plauso: “La soluzione è arrivata tardi e l’errore gravissimo che il Comune oggi tenta di risolvere in maniera salomonica è quello di non aver fatto sedere le parti al tavolo spingendole a trovare una soluzione”.

Per il Pd, anche Michele Andreana ha sottolineato che sarebbe stato preferibile un accordo tra i vari soggetti coinvolti, “ma non è stato possibile. La soluzione individuata oggi – ha aggiunto – scontenta un po’ tutti e forse si poteva anticipare, ma sblocca una vicenda su cui non si poteva più aspettare”. Fabio Rossi ha evidenziato che “la ratio finora usata è stata quella di tenere insieme le parti. Credo che l’ammissione dell’Amministrazione di non essere riuscita nel percorso sia un’operazione trasparente di buona politica”. Il capogruppo Paolo Trande ha ricordato la sentenza del Tar: “Stabilisce che il Comune non ha avuto comportamenti di parte e che Coop Estense non ha fatto ostruzionismo. Mi convince di più l’analisi fatta da un tribunale piuttosto che l’interpretazione faziosa di una parte politica sull’esistenza di un cartello tra Amministrazione e Coop”.

In conclusione, sono intervenuti anche il sindaco di Modena Giorgio Pighi e l’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Gabriele Giacobazzi. “Il nostro compito non è finito, rimane la funzione di coordinamento del Comune per lo sviluppo del comparto”, ha affermato Pighi. “Un piano urbanistico unitario è preferibile ma nell’impossibilità è necessario fare un passo indietro. Rispetto a una area in quelle condizioni e alle mutate condizioni economiche non si può più attendere”. Giacobazzi ha infine ricordato che “l’accordo tra le parti è tuttora possibile, ma se non si arriverà a una soluzione unitaria, con questa delibera siamo comunque sicuri di poter esercitare il controllo in modo diverso. Le strutture di vendita che potranno essere realizzate – ha ricordato – non potranno superare i 1.500 metri quadrati: non verranno quindi realizzati ipermercati”.