Cristiano-Fini-Cia-Modena“Una Politica agricola comunitaria che per molti aspetti sarà migliorativa rispetto al settennato precedente e alla proposta iniziale del Commissario Barroso: ora dovrà essere applicata con oculatezza in chiave locale”. Cristiano Fini, presidente della Cia di Modena, commenta l’ impianto delle nuove normative europee per il settore primario che scatteranno a partire dal 2014.

“Rispetto all’ impostazione iniziale proposta dalla Commissione europea, la Pac per molti aspetti è migliorativa, se si analizzano gli ultimi venti anni. Prima di tutto – precisa Fini – le risorse economiche andranno solo agli agricoltori attivi e non più a soggetti che in passato hanno usufruito di fondi Pac, ma che con l’agricoltura produttiva nulla avevano a che fare. Poi c’è maggior flessibilità all’interno degli Stati membri dell’Unione a 28, e ciò consente all’Italia un miglior adeguamento delle nuove norme alle proprie produzioni. Rilevo inoltre molta attenzione ai giovani agricoltori ed alle aree svantaggiate: penso al nostro Appennino, quindi, ed alle potenzialità delle imprese condotte dagli ‘under 40’ ”. Il nuovo impianto della Pac prevede inoltre novità in campo assicurativo. “Si potranno tutelare le produzioni dai rischi di mercato attraverso fondi mutualistici e ricorrere ad assicurazioni che mettano al riparo il reddito d’impresa. Nell’assegnazione delle provvidenze, la Politica agricola dell’Ue mette a disposizione molte risorse per le tematiche ambientali a discapito, purtroppo, di misure che potrebbero essere impiegate per gli investimenti, la competitività e la sostenibilità delle imprese agricole.

Fini giudica positivamente la proposta dell’assessore all’Agricoltura della Provincia di Modena, Luca Gozzoli che ha annunciato di voler convocare un ‘tavolo verde’ tra associazioni agricole e istituzioni provinciali “ al fine di individuare le priorità dell’ agricoltura modenese e condividere le scelte strategiche per il futuro”.

Un altro capitolo che interessa i produttori modenesi è la decisione di mantenere fino al 2020 i diritti di impianto. “La viticoltura è un settore strategico per il nostro territorio e questa consente alle imprese di fare una programmazione produttiva – afferma Fini – e al tempo stesso serve ad evitare oscillazioni rilevanti dei prezzi di mercato. Anche per il parmigiano reggiano, le norme contenute nel ‘pacchetto latte’ confermano un provvedimento intrapreso dal Consorzio del ‘re di formaggi’ ovvero la programmazione produttiva: ora sarà importante una corretta applicazione di piani di produzione”.

Riguardo l’ortofrutta, è positivo il mantenimento dell’Ocm, ovvero l’organismo comunitario che lo disciplina. Inoltre l’inserimento delle colture arboree nella quota del cosiddetto greening (in pratica una percentuale di superficie che gli agricoltori dovrebbero riservare ad azioni volte al mantenimento di superfici non produttive come siepi, alberi, e piccole zone di rifugio per la fauna) offre la possibilità alle imprese di raggiungere una maggiore redditività.

“Ora – conclude il presidente della Cia – la ‘palla’ passa dalla Comunità europea alle istituzioni nazionali e regionali che di concerto con le associazioni agricole e la cooperazione dovranno far propri quei criteri di flessibilità e tutti quegli spazi concessi da Bruxelles: dovremo mettere in campo tutte le risorse e gli strumenti in grado di far crescere le nostre eccellenze modenesi sui mercati nazionali ed internazionali, a partire dal lambrusco, le pere, il parmigiano reggiano, l’aceto balsamico e tutti prodotti che ci contraddistinguono”.