ottobre

Il mese di ottobre a Modena si è concluso con giornate particolarmente miti per la stagione e con una terza decade da record.

In particolare presso la stazione storica e di riferimento climatico dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, collocato in Piazza Roma, dove dal 1830 si rilevano i dati meteo, la temperatura media mensile è risultata pari a 16.1°C, cioè di 1.1°C al di sopra della media 1981-2010.

Volendo stilare una classifica, ottobre 2010 è stato il 13° più caldo della serie storica rilevata dagli esperti della struttura accademica. “Ma – avverte il metereologo Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena – è nelle temperature minime che spicca la maggiore anomalia”. La media delle temperature minime, infatti, è stata di 13.8°C, un valore molto al di sopra dei 12.1°C climatologici del periodo, che si colloca dietro solo a quelli rilevati nel 2001, nel 2004 e nel 2000.

Insomma, quello che fa specie per il mese che si siamo appena lasciato alle spalle – afferma Luca Lombrososono le <notti calde> e questo è stato particolarmente vero, soprattutto nella terza decade del mese”. In particolare il giorno 26 a Modena abbiamo avuto la seconda notte più calda per fine ottobre: la minima nella stazione storica di Piazza Roma ha segnato +16.9°C. Il dato è stato superato solo il 24 ottobre1923 (17.6°C).

Possiamo rendere più chiara l’anomalia esemplificando. A fine ottobre – spiega Luca  Lombroso – le temperature minime sono state addirittura più alte del <valore normale> delle temperature massime, come dire che ci sono state notti in cui ha fatto più caldo di quel che normalmente dovrebbe fare in questa stagione di giorno. Le temperature minime di fine mese, poi, hanno raggiunto valori tipici di fine agosto-inizio settembre e con percentuali di umidità media nella terza decede è molto elevate, ben l’89%”.

Ottobre, dunque, è stato un mese umido ed anche piovoso, con 85.1 mm di precipitazioni complessive. Il dato non sorprende ed è perfettamente in linea con la statistica di quello che solitamente è il mese più piovoso dell’anno.

Anche le altre stazioni dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena confermano ovviamente il caldo anomalo di fine mese: presso il Campus di Ingegneria di via Vignolese, nella periferia, hanno spiccato i 23.1°C di temperatura massima del giorno 29 ottobre.

Da metà ottobre poi è attiva una nuova stazione meteo presso il Campus universitario San Lazzaro a Reggio Emilia. Le rilevazioni della nuova stazione, al momento sperimentale, sono iniziate evidenziando giornate fresche, che hanno toccato il minimo notturno di 6.8°C il 18 ottobre, una abbondante e intensa precipitazione il giorno 20 ottobre caratterizzata da 43.7 mm di pioggia e anche a Reggio Emilia un fine mese mite per la stagione, ma leggermente meno caldo che a Modena, a causa della maggior persistenza di nebbie e nubi basse.

Perché tutte queste anomalie? “Al solito – prova a spiegare Luca Lombroso hanno concorso un mix di più fattori, come dal punto di vista meteo la presenza dell’inconsueto e un tempo semisconosciuto anticiclone africano; dal punto di vista climatico, la terra si scalda e le <anomalie calde> diventano molto più frequenti, ma non spariscono le <anomalie fredde>. In altre parole, semplificando, possiamo dire di vivere immersi in stagioni sempre più pazze ed estreme, come è accaduto con la tempesta che ha colpito il nord Europa”.

E pensare che lo scorso anno queste giornate sono state affatto diverse: abbiamo avuto le prime nevicate a bassa quota e gelate precoci in pianura, tanto che a Modena nella zona del Campus di Ingegneria il termometro è sceso fino a -0.7°C il giorno 30 ottobre. “Nulla di tutto questo – si affretta a precisare Luca Lombroso è per ora in vista, nemmeno a medio-lungo termine”.

Previsione. Una perturbazione transiterà nella giornata di domenica 3 novembre, che però si sfogherà principalmente in forma di vento, con qualche rovescio confinato più nel settore ovest dell’Emilia e sul crinale Appenninico. In particolare, dove irromperà il “föhn Appenninico”, vento caldo noto anche come “garbino”, le temperature supereranno i 20°C. La zona più interessata a questo fenomeno è la Romagna ed il bolognese, ma anche Modena potrebbe trovarsi dentro e in tal caso sarebbero (il condizionale è obbligo) a rischio i record storici di caldo di inizio novembre. “Attenzione al vento – avverte Luca Lombrosoperché sarà per così dire necessario <rinforzare gli ormeggi> di oggetti, tende, gazebo ecc., poiché il föhn soffierà a 60-80 km/h in pianura, toccando punte prossime ai 100 km/h in collina e montagna, con raffiche da vera tempesta sui crinali appenninici”.

Solo lunedì 4 novembre si avvertirà un calo anche piuttosto marcato delle temperature, non perché arrivi il freddo vero, ma piuttosto in raffronto al caldo preesistente. Poi, tempo decisamente “pazzo” per la stagione, con alternanza di rovesci e fasi ventose, accompagnate da repentini sbalzi di temperatura.