Incidente_S_CesarioPer incrementare questo trend che si può definire positivo bisogna concretizzare progetti ed iniziative che abbiano come cardine la sicurezza stradale, Anche se ci si trova davanti a buoni trend non c’è ancora da gioire Le 3.653 croci sono il sintomo tangibile di un fabbisogno di formazione per i conducenti senza dimenticare che le strade italiane sono inadeguate, in tal senso.

“Diminuiscono gli incidenti stradali in Italia. E’ il risultato dall’ultimo Rapporto ACI-ISTAT. Nel 2012 sono stati registrati 186.726 sinistri con lesioni a persone (-9,2% rispetto all’anno precedente). I decessi sono stati 3.653 morti (-5,4%) ancora una cifra spropositata, commenta il dr. Giuseppe Pottocar direttore di ACI Modena- e 264.716 feriti (-9.3%). Ogni giorno sulle strade italiane si verificano 512 incidenti con 10 morti e 725 feriti. Si contano 60 morti per ogni milione di abitanti, mentre la media europea è 55. Anche se gli incidenti più gravi avvengono sulla rete extraurbana, il viaggiare in città non esonera dai pericoli in citta dove si conta il 75% degli incidenti che portano a dover conteggiare il 42% delle vittime e il 72% dei feriti.”

Il fine settimana è il portabandiera del periodo più a rischio. Nelle notti di venerdì e sabato si concentra il 42% dei sinistri e delle vittime che si riscontrano di notte. Nell’arco della settimana il picco degli incidenti si verifica tra le ore 18 e le 19, in corrispondenza del traffico di rientro.

“La distrazione è la prima causa di incidente (16,6%), seguita dalla mancata osservanza della segnaletica (16,2%) e dalla velocità elevata (11,2%). Tra i giovani 20-24enni si conta il maggior numero di morti e feriti, ma è tra gli ultraottantenni l’aumento più elevato dei decessi: +14% rispetto al 2011 per gli 80-84enni e addirittura +25% per gli 85-89enni. Aumentano le vittime tra i ciclisti (+2,5%) e calano tra i pedoni (-4,4%).-Conclude- Se il 95% degli incidenti è imputabile al comportamento scorretto degli utenti della strada, continueremo a pagare con il sangue la domanda di mobilità del nostro Paese. Questo finché non si attuerà una riforma del sistema educativo dei conducenti. Serve l’attuazione di un percorso di formazione continua che parta dalle scuole, si consolidi nelle autoscuole e si aggiorni periodicamente con i corsi di guida sicura, prevedendo abilitazioni progressive per auto più potenti”.