ph_giolivo_brunellaQuesto allestimento de Il servitore di due padroni, prodotto da tre Teatri Stabili Pubblici e diretto da uno tra i registi più innovativi del teatro italiano, al suo debutto veneziano nel Teatro che proprio di Goldoni porta il nome, ha creato un grande clamore.

La reazione di Venezia, e successivamente di Padova, è probabilmente in gran parte dovuta ad un legame particolare tra questo pubblico e il ‘suo’ autore e a un modo di leggerlo e metterlo in scena, e certamente la versione di Latella non è quella tradizionalmente e convenzionalmente abituale di questa opera, ma una diversa e nuova lettura che intende riaffermare la modernità del teatro di Carlo Goldoni non sottraendosi al confronto con una delle versioni più riuscite di questo testo che, nell’immaginario di chiunque entri in teatro, è la storica versione di Giorgio Strehler.

In un’intervista Latella aveva dichiarato: “Più che tornare ‘a’ Goldoni, mi sembra importante sottolineare che è un ripartire ‘da’ Goldoni, e dico ‘da’, perché il nostro Servitore è una totale riscrittura. Lo è non per provocazione o per chiudere i conti col passato, ma per la necessità di riaprirli, di prendere forza dalla nostra tradizione per lanciarci in avanti, nel tempo che deve venire, per noi ma soprattutto per quelli che verranno. Parlare con la forza della tradizione all’uomo contemporaneo per me oggi è un dovere, più che una necessità. Goldoni è il nostro teatro scritto, la nostra origine… Arlecchino è il nostro Amleto…”

Ed è a partire da questi presupposti che l’idea di Latella ha trovato l’appoggio di tre grandi teatri italiani, perché una delle funzioni basilari di un teatro stabile pubblico è quella di favorire la sperimentazione e l’innovazione, di continuare a proporre e a sostenere il teatro di prosa più vicino ai canoni tradizionali della regia e dell’interpretazione, ma di dare altrettanto spazio a visioni differenti, garantendo così una pluralità di linguaggi e offrendo agli spettatori un ampio panorama della scena teatrale.

Scrive Maria Grazia Gregori sull’Unità nella sua recensione allo spettacolo: “Questo Servitore nasce dall’unico modo in cui una nuova generazione di teatranti intende onorare una grande tradizione della nostra scena, trasgredendola, in sintonia con i tempi che viviamo.”

Per chi fosse interessato ad un approfondimento e a un confronto, ricordiamo che sabato 14 dicembre alle ore 17.00 presso il foyer del Teatro Storchi, Massimo Marino condurrà per “Conversando di Teatro” un incontro con gli interpreti dello spettacolo e Ken Ponzio, autore del testo.

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Ingresso € 25 / 10,50

BIGLIETTERIA TELEFONICA 059 2136021 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13

BIGLIETTERIA TEATRO STORCHI Largo Garibaldi, 15 – tel. 0592136021 – Orari: martedì dalle ore 10 alle 14 e dalle 16.30 alle 19.00; dal mercoledì al venerdì dalle ore 10.00 alle 14.00; sabato dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 16.30 alle 19.00

VENDITA ONLINE www.emiliaromagnateatro.com – www.vivaticket.it