casa-danaro“Ampliare l’ambito di intervento delle politiche abitative”, anche aggiornando “il sistema di edilizia residenziale sociale”, “accrescere l’offerta di alloggi, anche attraverso interventi di recupero del patrimonio esistente”, “ridefinire compiti e ruolidei soggetti interessati alle politiche abitative”, dagli amministratori agli inquilini, e “rispondere alle questioni relative alle gestione degli alloggi”: sono queste le quattro linee guida di intervento della nuova legge regionale che modifica, dopo 12 anni, la ‘Disciplina generale dell’intervento pubblico nel settore abitativo’, e che l’Assemblea legislativa ha approvato questo pomeriggio con il voto favorevole di Pd, Fds e Sel-Verdi e il parere negativo di Pdl, Lega Nord, Udc, Mov5stelle e Mauro Malaguti (Misto).

Si stabilisce quindi che “la disciplina delle politiche abitative attiene al sistema di edilizia residenziale sociale”, di cui “è parte la tradizionale edilizia residenziale pubblica”, come si legge nella relazione che accompagna il progetto di legge. “L’obiettivo dell’edilizia residenziale sociale è quello di fare accedere ai servizi abitativi i soggetti che non sarebbero in grado di farlo alle condizioni ordinarie di mercato, grazie alla presenza di una contribuzione pubblica”, e sempre nel testo si specifica che “è la contribuzione pubblica che permette di abbassare i costi di realizzazione degli alloggi e conseguentemente i prezzi di erogazione dei servizi abitativi con essi offerti” e che l’intervento pubblico “può tradursi anche nella messa a disposizione, attraverso la vendita o la concessione di diritto di superficie, di terreni edificabili o di edifici a condizioni molto più vantaggiose rispetto a quelle di mercato”.

La legge nuova chiarisce che “l’offerta di alloggi di edilizia residenziale sociale va aumentata soprattutto attraverso il recupero del patrimonio esistente, contenendo in tal modo il consumo del suolo, e anche attraverso la realizzazione di nuovi interventi localizzati”, perché “l’intervento pubblico deve contribuire a eliminare il degrado urbano ed edilizio e deve incentivare interventi che promuovono tecnologie innovative, materiali che rispettino l’ambiente, la bioarchitettura e l’applicazione di tecnologie che riducono il consumo di combustibile ed accrescono gli standard energetici degli edifici”.

Dato il processo di riordino territoriale ancora in corso, che potrebbe portare all’abolizione delle Province, la legge “concentra le funzioni di coordinamento delle politiche sul territorio nel Tavolo territoriale di concertazione delle politiche abitative”, che “si configura quale interlocutore della Regione nella definizione e valutazione dei fabbisogni abitativi e nella indicazione delle priorità da perseguire con le politiche regionali abitative”. Viene inoltre potenziato “il ruolo delle Acer, che nel panorama dei soggetti coinvolti nel settore delle politiche abitative, si configura quale strumento operativo del Comune nel realizzare le politiche e gli interventi nel settore abitativo”.

La legge si pone infine l’obiettivo di “realizzare una migliore gestione ed utilizzazione degli alloggi Erp”: un obiettivo da perseguire attraverso “il rafforzamento e la valorizzazione della partecipazione degli assegnatari alle scelte relative agli alloggi in modo da ottenere una maggiore responsabilizzazione degli stessi”, “l’incentivazione della mobilità d’ufficio per evitare la sottoutilizzazione degli alloggi”, anche “aumentando il canone di affitto o dichiarando la decadenza se i rifiuti sono ingiustificati e ripetuti”. Giro di vite anche nei confronti dei “comportamenti degli assegnatari che possono danneggiare il patrimonio, ad esempio non acconsentendo all’esecuzione di opere di manutenzione”. Novità anche per quanto riguarda il “diritto al subentro”: si tende a limitarlo “solo a coloro che vengono a far parte del nucleo originario per matrimonio, per convivenza stabile e per sopravvenienza di figli”. Di pari passo “viene rafforzato il profilo sanzionatorio, dettando una disciplina organica, ponendo in capo al Comune la possibilità di prevedere con apposito regolamento sanzioni da applicare nei casi in cui gli assegnatari mettano in atto comportamenti in violazione dei regolamenti d’uso degli alloggi e delle parti comuni”.

Oltre alla legge di modifica della Disciplina dell’intervento pubblico nel settore abitativo, è stato approvato anche un ordine del giorno, sottoscritto da Paola Marani e Mario Mazzotti (Pd), Monica Donini (Fds) e Gian Guido Naldi (Sel-Verdi), per chiedere alla Giunta di sottoporre all’Assemblea legislativa un atto che contenga alcuni impegni, tra cui, in sintesi, quello che nessun alloggio resti sfitto, che si persegua l’equità, che si definiscano modalità più semplici di calcolo dei canoni e si mantenga una fascia di protezione per le fasce di maggior disagio. Il documento ha ricevuto il voto favorevole di Pd, Fds e Sel-Verdi, l’astensione del Mov5stelle e il parere contrario di Pdl, Lega Nord, Udc e Malaguti (Misto). Un altro ordine del giorno, a firma della consigliera Silvia Noè (Udc) è stato invece respinto dopo il sì di Pdl, Lega Nord, Udc e Malaguti (Misto), l’astensione del Mov5stelle e il no di Pd, Fds e Sel-Verdi: nel testo si chiedeva all’Assemblea legislativa di “esplicitare” anche per quanto riguarda Acer che le cariche del presidente e dei componenti del Consiglio di amministrazione sono “onorifiche”, secondo quanto previsto dalla noma nazionale.

In totale sono stati esaminati dall’Aula 145 emendamenti, 5 a firma del relatore Mario Mazzotti (Pd), 120 di Galeazzo Bignami (Fi-Pdl), 6 di Manes Bernardini (Lega Nord), 5 di Giovanni Favia (Misto), 4 di Monica Donini e Roberto Sconciaforni (Fds), 3 di Silvia Noè (Udc) , uno di Franco Grillini (Misto), Liana Barbati (Idv) e Giovanni Favia (Misto), uno di Grillini (Misto) e Barbati (Idv): di questi solo i 5 a firma del relatore sono stati approvati, insieme a tre del gruppo Fds e un quarto emendamento di Donini subemendato però da Mazzotti. Nel complesso, gli emendamenti Fds provvedono alla riscrittura dell’articolo della legge riguardante l’alienazione degli alloggi, chiedendo soluzioni favorevoli al reinvestimento nella stessa Erp dei proventi, mentre tra le modifiche di Mazzotti una va a stabilire che “l’Assemblea legislativa, con apposita delibera, specifica i requisiti del nucleo avente diritto per conseguire l’assegnazione degli alloggi di Erp e per la permanenza negli stessi” e che “i limiti di reddito definiti in tale ambito sono aggiornati periodicamente dalla Giunta regionale, sulla base dell’andamento dei prezzi al consumo, quale risulta dalle determinazioni Istat”.