C’è un po’ di Modena dietro i piani che il Governo Letta sta mettendo a punto per contrastare il fenomeno, purtroppo crescente anche nel nostro Paese, della povertà. Da una parte, infatti, è proprio una modenese – la viceministro Cecilia Guerra – che sta lavorando all’introduzione di una nuova misura di contrasto alla povertà, il Sia (sostegno all’inclusione attiva). Dall’altra, invece, un altro modenese, il parlamentare Edoardo Patriarca, ha lavorato, per conto del Pd, alla stesura della mozione per il contrasto alla povertà, appena approvata dalla maggioranza alla Camera, che contiene una serie di impegni per il Governo affinché venga messa in campo quella che viene definita una “strategia di lungo respiro per la lotta alla povertà”. “Il tema è cruciale – spiega Edoardo Patriarca – in soli sette anni, dal 2005 al 2012, il numero di italiani che vivono in povertà assoluta è raddoppiato. Parliamo di quasi 5 milioni di persone, l’8% della popolazione. E non si tratta più solo delle famiglie numerose del Sud, il fenomeno riguarda tutto il Paese, con particolare riferimento ai giovani e alle famiglie con più figli. Il non poter più contare su una sicurezza economica legata alla stabilità lavorativa accresce il numero delle persone e delle famiglie considerate a rischio povertà”. Il principale impegno è quello dell’introduzione graduale di una misura nazionale pensata per chi vive in condizioni di povertà assoluta: “Il beneficio – spiega l’on. Patriarca – non deve però ridursi solo a una misura economica, ma deve accompagnarsi a un piano personalizzato volto al reinserimento lavorativo e alla più generale inclusione sociale dell’intero nucleo famigliare”. In sostanza si prevedono contatti con i servizi, ricerca attiva di lavoro, adesione a progetti di formazione, frequenza e impegno scolastico dei figli, assistenza ai membri disabili e tutela della salute delle famiglia. “Tutte le politiche complessive devono essere raccordate per rendere effettivo il contrasto alla povertà – conclude Patriarca – Occorre potenziare lo strumento delle deduzioni e delle detrazioni fiscali, firmare il riparto delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali, rivedere le scale di equivalenza dell’Isee, promuovere una reale integrazione di tutti gli interventi pubblici (statali, regionali, degli enti locali) raccordandoli con quelli del terzo settore e del volontariato. Anche la partecipazione dei donatori privati deve essere incoraggiata con opportuni meccanismi di detassazione”. Tra gli impegni enumerati dalla mozione congiunta contro la povertà ci sono anche la stabilizzazione dell’istituto del 5 per mille a favore delle organizzazioni no-profit e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo.