Andrea-Defranceschi“La Regione si prende la responsabilità di escludere che siano stati i lavori della Tav ad aver contribuito alla rottura dell’argine nei pressi del ponte su cui è stata impiantata l’alta Velocità?

E quanto hanno contribuito i tagli agli enti pubblici nella (mancata?) manutenzione degli argini? E si badi bene: non voglio sapere quanto è stato speso, ma quanto NON è stato speso; non vogliamo sentire cosa è stato fatto, ma cosa NON è stato fatto. Se, come dice l’assessore alla Protezione civile Gazzolo, l’ultima manutenzione è avvenuta un mese fa, mi chiedo: come vengono fatti questi controlli? In base a quali eventi vengono parametrati? In sostanza: a cosa servono? Per dire: “oggi va tutto bene, ma se viene un’alluvione è un’emergenza”?

Ho pronta un’interrogazione per chiedere alla Giunta di indagare sulle responsabilità che può aver avuto la costruzione della Tav nella rottura dell’argine. E’ stato preso in considerazione da Trenitalia, in fase di approvazione del progetto dei lavori per l’Alta Velocità – e richieste assicurazioni in tal senso da parte della Regione – quali conseguenze avrebbero potuto avere gli scavi per la posa dei piloni in caso di alluvione, terremoto e dissesto idrogeologico? Sono state prese le precauzioni necessarie relative al terreno in cui si andava a costruire?

Questo mitologico “principio di precauzione”, che dovrebbe essere adottato come parametro imprescindibile e caposaldo in base al quale prendere decisioni (come normativa europea vorrebbe), è ormai una formula vuota, in spregio alla quale si continuano a fare esperimenti sul nostro territorio. Salvo poi dichiarare lo stato di emergenza. Un esempio fra tutti la Variante di Valico, o le trivellazioni a cui si continua a dare l’ok.

Certo, stiamo parlando di calamità naturali che prescindono in gran parte dal nostro intervento, ma i disastri che ne conseguono non sono “emergenze”, bensì conseguenze. Ora, io voglio sapere con carte, perizie e valutazioni di tecnici superpartes, quali sono state le responsabilità di questa ennesima Grande Opera ingegneristica che porta guadagni a pochi e molti, troppi disastri ai più. D’altra parte, è la stessa cosa che si chiede la Procura di Modena. Sono sicuro che la Regione vorrà approfondire le responsabilità di chi massacra il territorio e i cittadini che lo abitano. E se lo vedono franare sotto i piedi.

E naturalmente abbiamo tutta l’intenzione di portare gli stessi interrogativi anche a Roma”.

(Andrea Defranceschi, capogruppo Movimento 5 Stelle Regione Emilia-Romagna)