denaro_euroHanno una propensione al risparmio significativamente superiore alla media nazionale; il calo dei loro consumi appare in netta diminuzione; cresce la loro ricchezza procapite e la investono in modo dinamico.

Sono queste le caratteristiche dei risparmiatori emiliano romagnoli evidenziate dal secondo Rapporto dell’Osservatorio del Risparmio promosso da UniCredit e Pioneer Investments. Lo studio, basandosi sui dati raccolti dal 1995 al 2012 e su indicazioni attese per il 2013, fotografa la situazione del risparmio delle famiglie in Emilia Romagna, soffermandosi sulle tematiche complementari dei consumi e della ricchezza finanziaria. Per quanto riguarda l’area modenese, Giuseppe Zanardi, Responsabile Area Modena UniCredit, illustra le caratteristiche e il trend del territorio che si contraddistingue in positivo.

Il risparmio

L’analisi dei dati relativi al risparmio registrati in Emilia Romagna nel 2013 rimanda a un quadro sostanzialmente in linea con il 2012. Se nel 2012 si era registrato, sul fronte del risparmio complessivo accumulato nella Regione, un balzo dell’83% rispetto all’anno precedente (dopo una crescita dell’80% 2011/2010), nel 2013 si stima un -0,7%, indice di un sostanziale assestamento dopo due anni di forte ripresa del risparmio degli emiliano romagnoli.

Per quanto riguarda la propensione al risparmio, ovvero la quota del risparmio lordo sul reddito disponibile lordo, si può individuare, in Emilia Romagna, una certa stabilità rispetto allo scorso anno, dopo l’impennata del 2012 (20,2% nel 2013, 19,9% nel 2012, 10,4% nel 2011).

Si può poi rilevare una propensione al risparmio degli emiliano romagnoli significativamente superiore rispetto alla media nazionale, che nel 2013 si pone all’11,6%.

“Se ci riferiamo alla provincia di Modena – ragiona Zanardi – l’incremento dei depositi è in costante crescita sia sulle famiglie consumatrici che sulle imprese e famiglie produttrici (da inizio 2009 a giugno 2013 rispettivamente +29% e +54%). A conclusione dell’anno 2013, senz’altro non immune da criticità per il territorio modenese, i dati a disposizione della nostra banca confermano il trend di crescita, peraltro mantenuto ad inizio 2014”.

I consumi

Sul fronte dei consumi, in Emilia Romagna si assiste, nonostante il calo del 2,4% stimato per il 2013 (20.100 € pro-capite), a un miglioramento rispetto all’anno precedente, quando i consumi erano calati quasi del 15%. Il trend della Regione risulta sostanzialmente in linea con quello nazionale, dopo un significativo scostamento negativo registrato nel 2012.

Confrontando poi i dati sui consumi delle famiglie emiliano romagnole con le medie nazionali si evince che in Emilia Romagna la spesa media pro-capite è maggiore, superando il dato italiano di circa 1.500 € nel 2013.

Guardando ai prossimi anni l’Emilia Romagna dovrebbe beneficiare ulteriormente di un modello produttivo export-oriented, ben posizionato per cogliere le opportunità derivanti da una ripresa globale sia dei consumi che degli investimenti.

“Dal lato produttivo – continua il Responsabile Area Commerciale Modena UniCredit – per l’area modenese si assiste ad un modello che più che mai è rivolto all’estero e quindi con aziende che, pur in presenza di indubbie difficoltà, ricercano opportunità di crescita e di valorizzazione del made in Italy sia nei settori tradizionali che in quelli innovativi. In questo contesto il fatto che sul nostro territorio – prosegue il manager – si torni ad accumulare ricchezza rispetto al resto d’Italia, unito alla laboriosità ed all’ingegno dei nostri imprenditori, è sicuro viatico per prevedere in un futuro prossimo Modena ancora una volta protagonista nel panorama economico italiano”

La ricchezza

Per quanto concerne la ricchezza (intesa coma somma delle attività finanziarie) delle famiglie emiliano romagnole si può notare come il valore pro-capite stimato per il 2013 si attesta a 78.700 €, in crescita rispetto al 2012 e al 2011, ma ancora non ai livelli precrisi del 2010. Il dato risulta significativamente superiore rispetto alla media nazionale: nel 2013 la ricchezza media pro capite in Italia si attesta a 63.600 €, oltre 15mila euro in meno rispetto a quella emiliano romagnola.

Circa la ripartizione della ricchezza emerge come i risparmiatori emiliano romagnoli abbiano un approccio finanziario più dinamico rispetto alla media nazionale, caratterizzato da portafogli maggiormente esposti verso strumenti professionali di gestione del risparmio (come i fondi d’investimento o le riserve tecniche delle polizze assicurative) e con una più marcata componente azionaria.

Va detto che un approccio agli investimenti di questo tipo potrebbe rappresentare la scelta ottimale in un contesto di graduale normalizzazione dei mercati, dopo le turbolenze degli ultimi anni, garantendo un rendimento del capitale più adeguato su un orizzonte di tempo di medio lungo periodo.

“Per quanto attiene agli investimenti delle famiglie – conclude Zanardi – assistiamo da un lato ad un approccio evoluto rispetto al passato con una rilevante parte del risparmio orientata verso strumenti gestiti e prodotti assicurativi, dall’altro ad una forte presenza di attività liquide mantenute per cogliere opportunità derivanti da una auspicata ripresa”.