La commissione Bilancio affari generali e istituzionali, presieduta da Marco Lombardi, ha avviato oggi i lavori sui due progetti di legge di fusioni di Comuni, rispettivamente tra Porretta Terme e Granaglione, nel bolognese, e tra Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto, nell’appennino reggiano. In entrambi i progetti di legge si profila una convergenza trasversale da parte dei consiglieri dei diversi schieramenti.

Per quanto riguarda la fusione dei quattro Comuni dell’appennino reggiano, il relatore di maggioranza Marco Barbieri (Pd) ha evidenziato la particolarità di questo progetto di legge che coinvolge piccoli centri della montagna che in tutto raggiungono meno di 5 mila abitanti e che già adesso hanno intrapreso un percorso condiviso e strutturato. “La fusione– ha detto- potrebbe consentire non tanto un risparmio sui costi della politica, qui praticamente nulli, ma una maggiore qualità nei servizi su un territorio che necessita di essere aiutato a divenire più attraente”. A sua volta, anche Fabio Filippi (Fi-Pdl) ha caldeggiato la fusione che – ha sottolineato – “purtroppo i cittadini faticano a capire, ma che invece può rappresentare un passo in avanti”. Bisogna dunque “unire gli sforzi” per convincere sulla positività del progetto di fusione, anche se, ha obiettato, dal canto suo la Regione dovrebbe “rimboccarsi le maniche” per aiutare la montagna e sostenere il turismo in queste zone. “Eppure è proprio un contesto territoriale più ampio come quello della fusione – ha affermato Marco Monari (Pd) – che consentirebbe da parte della Regione una maggiore valorizzazione delle peculiarità di territorio di grande pregio”. Della stessa opinione anche Gabriele Ferrari (Pd), a giudizio del quale la montagna ha una potenzialità enorme e la Regione deve lavorare maggiormente per valorizzarla: “Ad esempio agendo su opportunità come quelle rappresentate dai finanziamenti europei. In questo senso – ha concluso – la fusione rappresenta la scelta giusta da percorrere tenendo presente il tema della rappresentanza su un territorio che è molto esteso”. Roberto Montanari (Pd), riprendendo l’intervento di Filippi, ha rimarcato che “senza voler mettere il silenziatore alle critiche, se vogliamo raggiungere l’obiettivo bisogna battere tutti sul ferro”.

Sulla fusione tra Porretta Terme e Granaglione, in provincia di Bologna, Antonio Mumolo (Pd), relatore di maggioranza, ha ricordato che il progetto di legge predisposto dalla Giunta rappresenta un “atto dovuto” che fa seguito alle richieste dei rispettivi Consigli comunali. La fusione – ha poi sottolineato – “può consentire un possibile rilancio del territorio, grazie a risparmi e ai contributi di cui potrà usufruite il nuovo Comune, per tutta una serie di servizi che in futuro i singoli municipi potrebbero non riuscire più a garantire. Noi ci impegneremo in favore della fusione – ha assicurato – ma l’ultima parola spetta ai cittadini, che si esprimeranno con il referendumù”. Galeazzo Bignami (Fi-Pdl), relatore di minoranza, nel dichiararsi a sua volta favorevole alla fusione nel bolognese, ha tuttavia fatto notare una serie di “lacune” sui dati riportati nel documento di analisi di fattibilità elaborato dai due Comuni interessati. Il consigliere ha chiesto che vengano apportate tutte le correzioni del caso, anche nei documenti licenziati dalla Giunta regionale che fanno riferimento allo studio in questione, perchè in caso contrario, a suo avviso, il progetto di legge di fusione non avrebbe i requisiti per essere votato.

Secondo Mumolo, l’analisi di fattibilità, “che pure contiene errori evidenti”, non inficia in nulla il progetto di legge perché è la Giunta che, normativa alla mano, valuta l’esistenza o meno dei presupposti giuridici della fusione. Monari (Pd) ha proposto che sia la Giunta regionale ad intervenire per le correzioni del caso, e tuttavia – a suo avviso – i motivi addotti da Bignami sarebbero utilizzati “strumentalmente, come una bandiera di metodo”, per opporsi alla fusione, anche “contro gli interessi di quel territorio” che il consigliere di Fi-Pdl “si vanta di tutelare”. Per Andrea Defranceschi (M5s), favorevole fin dalla prima ora alla fusione, la situazione degli errori contenuti nel documento di fattibilità è “imbarazzante. Credo – ha detto – che una soluzione vada trovata”.

In generale, Stefano Bonaccini (Pd) ha giudicato favorevolmente i nuovi progetti di fusione. “Trovo positivo che si continui su questa strada – ha spiegato – abbiamo bisogno di investire nelle fusioni perché in questo Paese, con un nuovo assetto istituzionale che prevede la riforma del Titolo V e l’azzeramento delle Province, 8mila Comuni sono davvero troppi”.