E’ arrivata sul tavolo di Angelino Alfano la programmata chiusura dei presidi modenesi della Polizia postale e della Polizia ferroviaria. Il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari ha, infatti, depositato nella mattinata di martedì 18 marzo, una interrogazione a risposta scritta indirizzata proprio al ministro dell’Interno, firmata anche dai parlamentari emiliani del Pd Rita Ghedini e Claudio Broglia. Entrambe le sezioni modenesi di Polpost e Polfer furono già a rischio di chiusura negli anni ’90, ma all’epoca l’intervento dei parlamentari locali riuscì a scongiurare la decisione. Ora la situazione si ripresenta: il Piano di razionalizzazione messo a punto dal Ministero dell’Interno, che dovrebbe essere firmato entro l’estate e divenire operativo a fine 2014, prevede la soppressione della sede della Polizia postale di Modena e quella della sezione di Polizia ferroviaria che opera presso la stazione centrale cittadina. “La città di Modena – spiega il senatore Vaccari – verrebbe a trovarsi improvvisamente senza un presidio fondamentale nella lotta ai reati informatici e telematici, un presidio nel quale operano attualmente 7 poliziotti comandati dall’ispettore capo Salvatore Calabrese, che ricevono 4-5 denunce a settimana, indagano su 70-80 persone l’anno e effettuano attività di prevenzione nelle scuole”. Per loro è in programma un trasferimento nell’ambito regionale. Contrari alla decisione si sono dichiarati sia i sindacati di polizia che il Partito democratico a livello locale. Da ricordare che la Polpost ha sede presso uffici di proprietà delle Poste e non paga alcun affitto: la sua soppressione, quindi, non porterebbe alcun risparmio di spesa. “E’ per tutto questo insieme di ragioni – continua Vaccari – che chiedo al ministro se non intenda rivedere il Piano di razionalizzazione, almeno per quanto attiene ai due uffici modenesi, presidi fondamentali nella lotta a reati quali il traffico di droga, la pedofilia e la prostituzione. Credo sia giusto prevedere una revisione delle sedi e degli spazi, ma non quella delle operatività territoriali di questi importanti presidi investigativi. A mio parere sarebbe meglio, ad esempio, costituire delle sezioni specifiche presso la squadra Mobile della Questura. Nel momento in cui nel nostro Paese aumentano le truffe telematiche e le più grandi organizzazioni criminali si specializzano nell’uso di nuove tecnologie di comunicazioni – conclude il senatore Vaccari – la chiusura di presidi quali quello della Polizia Postale rappresenta un arretramento dello Stato nella lotta al crimine, che andrebbe invece intensificata con ogni mezzo”.