Albero-delle-trinceeRitorna come ogni anno DOC IN TOUR, la prima rassegna regionale dedicata al documentario che quest’anno è giunta alla sua ottava edizione e propone 20 documentari nelle sale cinematografiche di tutta l’Emilia Romagna dal 1 marzo al 31 maggio 2014. Anche il cinema Boiardo di Scandiano aderisce a questa iniziativa e proporrà nel mese di aprile tre appuntamenti con il cinema documentario d’autore: il 3 aprile verrà proiettato “L’alberto tra le trincee” di Paolo Rumiz e Alessandro Scillitani; il 9 aprile “Lisola” di Matteo Parisini e il 16 aprile ”Villaggio Eni. Un piacevole soggiorno nel futuro” di Davide Maffei”.

I documentari selezionati sono opere di autori o case di produzione emiliano-romagnoli caratterizzati da temi che riguardano la regione. Le sale cinematografiche che ospitano l’iniziativa appartengono al circuito Fice, che riunisce i cinema d’essai, l’iniziativa è unica in Italia per il rapporto che ha saputo instaurare tra i film documentari (spesso non distribuiti oppure relegati in festival o canali tv tematici) e il pubblico delle sale cinematografiche.

Quattro sono i promotori del festival: Regione Emilia-Romagna, Fice Emilia-Romagna (Federazione italiana cinema d’essai), D.E-R, Associazione dei documentaristi emiliano-romagnoli e Progetto Fronte del Pubblico/Fondazione Cineteca di Bologna.

L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che il documentario è un importante strumento di indagine delle dinamiche sociali e in generale del nostro tempo, mezzo di comunicazione innovativo e attuale che racconta e descrive aspetti peculiari della realtà offrendo spunti per una riflessione più profonda. Il progetto intende in primo luogo valorizzare il lavoro dei documentaristi che operano in Emilia-Romagna, nonché l’impegno sul piano produttivo della Regione, che partecipa in qualità di soggetto finanziatore alla realizzazione di alcune opere.

Giovedì 3 aprile al Boiardo di Scandiano sarà protagonista in sala un regista reggiano, Alessandro Scillitani, conosciuto dal pubblico italiano per i suoi documentari sul paesaggio e per la sua profonda attenzione e sensibilità verso le presenze umane che caratterizzano i luoghi. L’albero delle trincee è un lavoro fatto in collaborazione con Paolo Rumiz, noto scrittore e giornalista italiano che di ritorno da un lungo viaggio attraverso i luoghi della Grande Guerra, scrive una lettera ai suoi figli, ripercorrendo racconti, leggende, piccole grandi storie tramandate da custodi della memoria incontrati durante il viaggio. Un percorso che comincia nel 1914, quando Trieste era ancora asburgica, alla ricerca di segni di un tempo che sembra lontano e invece è vicinissimo.

“Per me, che sono emiliano” dice il regista “la Guerra è quella dei Partigiani, è la Seconda Guerra Mondiale. Non è questione anagrafica, è che da noi la Prima non si è combattuta. Perciò andare in quei luoghi, nel nord-est italiano, dove la Grande Guerra si è combattuta, ha rappresentato un’emozione incredibile. Lì la memoria è ancora vivissima, ed io ho avuto l’occasione di guardare il tutto da un’angolazione privilegiata, grazie al grande Rumiz, alle sue origini in bilico fra una passato austriaco e il mito di Garibaldi. Bellissimo affrontare il racconto dal confine, senza pregiudizi, cercando la storia di uomini che andarono a combattere un’assurda guerra fratricida.”

La rassegna prosegue a Scandiano mercoledì 9 aprile con “Lisola” del regista bolognese Matteo Parisini. Gli ideali e le utopie dei padri raccontate dai figli. Lisola è il nome di una comune nata a Sasso Marconi negli anni Settanta, una grande casa in cui quaranta persone, credenti e non, decisero di convivere in autosufficienza per “costruire alternative” a base di cultura, solidarietà e dialogo. Matteo Parisini, al suo primo lungometraggio, è uno dei cinque figli ora trentenni di quel “matrimonio collettivo” che hanno voluto raccontare e far raccontare ai protagonisti quella vicenda per “… capire” come afferma il regista stesso “cosa c’era stato alle radici dell’esperienza scelta dai miei genitori e dai loro compagni di avventura, come avevano sviluppato questa idea di libertà”. Continua il regista “I miei genitori e i loro amici dicevano che per loro fare le cose insieme era storico, adesso sarebbe incomprensibile. Adesso, comanda l’io e non il Noi. Nello stare insieme ci misero degli ideali di vita, volevano costruire delle alternative. Quando hanno cominciato questa esperienza di comunità tutti gli dicevano che erano “matti”.

Ultimo appuntamento scandianese con DOC IN TOUR sarà mercoledì 16 aprile con “Villaggio Eni. Un piacevole soggiorno nel futuro” del regista sassolese (MO) Davide Maffei.

Negli anni ’50, Enrico Mattei, il potente e discusso presidente dell’Eni, incarica l’Architetto Edoardo Gellner di realizzare un villaggio per le vacanze dei suoi collaboratori sulle Dolomiti. In pochi anni nasce uno dei più straordinari esempi di architettura di montagna, la concretizzazione di un esperimento sociale che Mattei avrebbe voluto traslare nella società italiana, tragicamente interrotto dalla sua scomparsa. Un sogno del passato o un insegnamento per il futuro?

“Le interviste sono il mezzo principale con il quale trasmettere le sensazioni di un luogo depositato nella memoria, un mosaico che ne accentua la complessità e le numerose sfaccettature” afferma il giovane regista Maffei (classe 1982), “le interviste si alternano con materiale d’archivio, foto, video, disegni e progetti, in un andamento progressivo e cronologico. Memoria nelle singole persone, ma anche memoria collettiva si intrecciano. Le riprese del Villaggio com’è oggi, dalla chiesa, all’interno delle villette, alla colonia abbandonata, ne valorizzano l’aspetto architettonico, ambientale ed il fascino decadente di alcune delle sue strutture”.

Tutti gli appuntamenti della rassegna sono ad ingresso libero, per informazioni Cinema Teatro Boiardo tel. 0522/854355, mail: info@cinemateatroboiardo.com