volontariSabrina stava per partire su una nave da crociera. Quattro giorni prima dell’imbarco, è arrivata la chiamata del servizio civile straordinario e da quasi un anno impiega ogni giorno due ore per andare dalla sua Maranello a Carpi con i mezzi pubblici. Ma è felice di “macinare chilometri” per lavorare con i disabili. Il suo volto sorridente è diventato l’immagine simbolo delle “500 impronte straordinarie” che altrettanti ragazzi hanno lasciato nelle terre emiliane violentate dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012. “500 impronte straordinarie” è il titolo della mostra fotografica visitabile in Galleria Europa fino al 26 aprile e della giornata che il Comune di Modena e la Regione Emilia-Romagna hanno dedicato martedì 1 aprile a tutti i giovani protagonisti del servizio civile straordinario a favore delle popolazioni terremotate.

Centinaia i giovani volontari giunti oggi nell’Aula Magna del liceo Muratori di Modena da tutta la regione per testimoniare la loro esperienza. Ad accoglierli e ad ascoltare le loro testimonianze il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani e l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi, il sindaco di Modena Giorgio Pighi e l’assessore alle Politiche giovanili del Comune di Modena Fabio Poggi. Erano inoltre presenti Carla Di Francesco, direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna, Licio Palazzini di Arci Servizio civile e Federico Ghillani, padre di Daniele, il giovane morto durante il servizio civile in Brasile al quale è stato intitolato il bando straordinario.

In particolare il presidente Vasco Errani e il sindaco Giorgio Pighi hanno ringraziato i giovani “a nome di tutte le comunità coinvolte nel progetto per il contributo straordinario dato alla ripresa della vita sociale e al ritorno della normalità nell’Emilia colpita dal sisma”.

“Oggi è una giornata straordinaria – ha continuato l’assessore regionale alle Teresa Marzocchi – come straordinaria è stata l’esperienza di questi ragazzi e ragazze che hanno donato tempo, ascolto e cura agli altri. Gli altri sono anziani, studenti, bambini, famiglie che nel difficile periodo post sisma hanno potuto contare sul protagonismo dei giovani in servizio civile, testimonianza più bella di cittadinanza consapevole e attiva. Le attività e le collaborazioni hanno fatto nascere in questi mesi amicizie e legami profondi, che renderanno più forte e ricca questa nostra comunità così duramente ferita e che lentamente si sta rialzando. Sapremo far tesoro di questa esperienza, per dare ancora più spazio e valore, nelle politiche locali e nazionali, al servizio civile come occasione di impegno, crescita e condivisione”.

“Il terremoto ha distrutto città e territori – ha concluso l’assessore comunale Fabio Poggi – ma intorno all’impegno straordinario di questi ragazzi abbiamo iniziato a ricostruire il senso di comunità. Quello che lasciano in termini di ricadute sul territorio è la conferma del valore del servizio civile”.

UN ANNO DI SERVIZIO IN CIFRE

Oltre 600 mila ore al lavoro con anziani, disabili, bambini delle aree terremotate

Addirittura 2800 le candidature arrivate nell’aprile dello scorso anno per rispondere all’appello lanciato dai bandi straordinari del servizio civile a favore delle popolazioni terremotate dell’Emilia. 350 i giovani selezionati dal bando nazionale “Per Daniele: straordinario come voi” ai quali si sono aggiunti 100 ragazzi stranieri a cui l’opportunità è stata offerta dal bando della Regione Emilia-Romagna. A questi 450 impegnati in ambito educativo e assistenziale, si sommano altri 50 giovani volontari che grazie al bando dell’Arci “Ri-partire dalla cultura e dal patrimonio artistico” hanno lavorato al recupero dei beni storici e artistici danneggiati dal sisma.

Quattro le province dove hanno operato i volontari degli ambiti educativo e assistenziale: Bologna, Ferrara, Reggio Emilia e, soprattutto, Modena il cui capoluogo, non colpito direttamente dal sisma, si è messo a disposizione per coordinare la coprogettazione straordinaria che ha coinvolto 77 enti pubblici e privati. Complessivamente 180 le sedi operative che hanno accolto i ragazzi, tra le quali 15 scuole, 10 case protette, 18 oratori, 20 centri giovanili, 14 associazioni di pubblica assistenza, 27 punti d’ascolto, 6 case famiglie, 8 biblioteche e 12 centri per disabili e decine di servizi sociali comunali e sanitari dell’Ausl.

Ogni volontario ha all’attivo 1400 ore di servizio di cui 98 per la formazione. In tutto potremmo stimare oltre 600 mila ore di servizio civile a favore delle popolazioni terremotate. “Un’esperienza ottima per migliorare competenze, crescita personale, integrazione nel territorio e per aiutare a decidere del proprio futuro” dicono i giovani protagonisti che si dicono anche “desiderosi di restare in rapporto con realtà e servizi conosciuti e di continuare a svolgere un servizio utile per la comunità”. E’ quanto emerge dal monitoraggio dell’ufficio Politiche giovanili Cooperazione internazionale del Comune di Modena.