Si è riunito ieri per la prima volta il nuovo Comitato Direttivo provinciale della Cgil di Modena, eletto al recente Congresso del 4-5 marzo scorsi.
Il Direttivo resterà in carica i prossimi 4 anni sino alla successiva tornata congressuale ed è composto di 107 membri, che hanno eletto alla presidenza dell’organismo Augusto Casagrandi, coordinatore Cgil della zona di Pavullo, e come vicepresidente Giulia Moretti, coordinatore Cgil zona di Carpi.
Profondamente rinnovato nella sua composizione, il Direttivo è caratterizzato dalla presenza del 43% di delegati provenienti dai luoghi di lavoro e dal 50% di donne. Sono cresciuti, rispetto al passato, anche i giovani ed i migranti.
Nella prima assise post-congresso, il Direttivo Cgil ha licenziato il bilancio consuntivo 2013 che sarà presto disponibile on-line, e ha discusso della situazione politico-sindacale alla presenza del segretario Tania Scacchetti, riconfermata segretario provinciale al 17° Congresso, e al segretario regionale Cgil Vincenzo Colla, anch’esso riconfermato alla guida regionale.
Due gli Ordini del giorno approvati ieri dal Direttivo: uno sul dramma degli sbarchi di immigrati a Lampedusa e sulle politiche di accoglienza/integrazione, l’altro sulla condanna del rapimento delle 300 studentesse nigeriane lo scorso 14 aprile, unendosi all’appello dei tanti che in questi giorni ne chiedono a gran voce la liberazione.

 

COMITATO DIRETTIVO CGIL MODENA
ORDINE DEL GIORNO

Ancora una volta al largo delle coste italiane centinaia di migranti, richiedenti asilo e rifugiati, in viaggio su imbarcazioni insicure e gestite da trafficanti senza scrupoli, sono stati vittime di un naufragio che ha causato la perdita di molte vite umane.
Tragedie come questa purtroppo sono frequentissime, nonostante le cronache ne diano conto solo quando il numero delle vittime è elevato.
A tale proposito va evidenziato il ruolo positivo delle operazioni di soccorso condotte dalle autorità italiane, e delle imbarcazioni private senza le quali il numero dei morti sarebbe più alto.
I media definiscono questi migranti “clandestini”, mentre dovrebbero parlare di rifugiati.
Per rispondere ai media e alle paure che generano nella popolazione, nei confronti di questi rifugiati, basterebbe dare qualche dato:
Germania: 480000 asili politici
Francia: 280000
Svezia: 160000
Belgio: 99000
Italia: 48000
Occorre rispondere con strutture di accoglienza diverse dai nostri CARA dove le persone rimangono in un limbo, in attesa di un riconoscimento, da parte di una commissione, del diritto di asilo politico che a volte arriva anche dopo 2 anni.
Molte delle persone fuggono dai CARA per raggiungere famigliari nei paesi dell’Europa del Nord prima di ottenere lo status di Asilo. Questo a causa anche della scelta del governo Monti di sottoscrivere l’accordo Dublino 1 che vieta ai rifugiati di spostarsi liberamente perché obbligati a rimanere nel paese che per primo ha riconosciuto lo status di Rifugiato.
Questo interroga una revisione complessiva delle politiche europee e di conseguenza un pressing, anche da parte nostra, nei confronti dei candidati delle elezioni ora, e degli eletti dopo il 25 di maggio.
La necessità di fuggire da regimi dittatoriali, così come da guerre, povertà e persecuzioni, continueranno ad alimentare ancora per molto tempo il bisogno di fuga dei popoli a costo di pagare un prezzo molto alto in termini, non solo economici, ma anche di soprusi e violenze da parte di bande criminali che speculano sulla necessità di fuga.
E’ da lungo tempo evidente che l’Italia non è più in grado di fronteggiare da sola questo fenomeno. Per questa ragione chiediamo al Direttivo di fare nostre le sollecitazioni dell’Agenzia ONU per i Rifugiati che chiede ai Governi di tutto il mondo di fornire alternative legali ai pericolosi viaggi per mare quali ad esempio, il supporto nei paesi di origine tramite accordi bilaterali, l’ammissione per ragioni umanitarie, l’accesso agevolato al ricongiungimento famigliare, garantendo la possibilità di cercare e trovare protezione e asilo, e la creazione di canali umanitari.
Occorre che, con urgenza, tutti i Paesi europei e le istituzioni Comunitarie, spogliandosi di ogni ipocrisia, assumano come priorità l’emergenza sbarchi mettendo a disposizione uomini, mezzi, risorse, sia nel Mediterraneo, che all’interno dei propri confini, oltre che aprire campi profughi in Libia.

Modena, 14 maggio 2014 (Approvato con due astensioni)

 

COMITATO DIRETTIVO CGIL MODENA

ORDINE DEL GIORNO

Le compagne ed i compagni del Direttivo Cgil di Modena, riuniti oggi 14/5/14, ritengono necessario esprimere la propria indignazione rispetto al sequestro delle oltre 200 studentesse Nigeriane vittime di una delle culture tendenti a relegare il ruolo femminile ad oggetto, negando innanzitutto il diritto alla emancipazione che può avvenire solo attraverso l’istruzione.

Denunciamo inoltre l’atteggiamento del governo Nigeriano che con il suo latente interventismo approva nei fatti la mercificazione del corpo femminile.

Il rapimento delle ragazze, la costrizione alla conversione ad un credo religioso diverso dal proprio, la minaccia di essere vendute come schiave e non da ultimo la possibilità di scambio con i “Fratelli” prigionieri delle autorità Nigeriane, rappresentano un modello culturale di negazione della parità di genere e dei diritti umani.

Contro tale modello riteniamo che la nostra organizzazione debba fare sentire la propria voce di indignazione, assieme a tutti coloro che in questi ultimi giorni stanno permettendo di tenere accesi i riflettori su questa emergenza umanitaria.

Modena, 14 maggio 2014 (Approvato all’unanimità)