luca-caselli2014“Molte delle proposte avanzate vanno nella direzione già intrapresa dall’Amministrazione negli ultimi 5 anni al governo della città”: così Luca Caselli in merito alle 7 proposte avanzate nel “Manifesto per il distretto” di Confindustria Ceramica ai candidati sindaco di Sassuolo.

1) Unificare gli sportelli unici per le attività produttive per garantire un servizio omogeneo.

L’unificazione degli sportelli unici per le attività produttive (SUAP) rappresenta, soprattutto in una logica di distretto, un obiettivo necessario e direi ‘naturale’ della Pubblica Amministrazione nei confronti dei soggetti che intendono avviare, trasferire, trasformare e gestire l’attività di impresa nel rispetto delle disposizioni normative di settore.

Il Comune di Sassuolo, nella riorganizzazione dei settori, ha inteso dotarsi da subito, anticipando gli obblighi dei disposti normativi, di una struttura di ampio respiro: il Servizio Sportello Unico delle Imprese e dei Cittadini che si pone come interfaccia tra la Pubblica Amministrazione ed il cittadino, sia in quanto privato sia in quanto imprenditore.

Oggi il conferimento del SUAP nell’Unione (il cui impegno è già stato deliberato dal consiglio comunale) va proprio nella direzione indicata, con la speranza di poter dare un servizio omogeneo e migliore in tutto il distretto.

L’introduzione del Suap telematico credo rappresenti lo strumento chiave per uniformare e concentrare le procedure in un unico sportello che da Sassuolo sia capace di agire in una logica distrettuale.
2) Condividere un nuovo protocollo per la gestione delle Aia confermando il tetto al carico inquinante complessivo ammesso.

Pur essendo la Provincia l’ente che al quale la Regione ha attribuito il ruoto di ‘autorità competente’ in questo settore, ritengo che il ruolo delle amministrazioni locali, con particolare riferimento ai Comuni, sia fondamentale, sia alla luce dell’abolizione della funzione ‘politico-amministrativa’ della provincie, sia per la vicinanza e la conoscenza che i Comuni hanno rispetto alle singole realtà.

La formulazione di un nuovo protocollo per la gestione delle AIA, di per sé pienamente condivisibile, potrebbe essere l’occasione per rafforzare il ruolo dei Comuni, in linea con gli obiettivi stabiliti dalla Regione stessa che riconosce nel ruolo e nelle funzioni delle autorità locali, per l’esame delle caratteristiche degli impianti e delle specifiche condizioni ambientali, uno dei punti cardini nelle procedure per il rilascio delle autorizzazioni.
3) Modificare nei PSC gli standard urbanistici non appropriati alle realtà ceramiche.

La verifica dell’adeguatezza e della rispondenza dei PSC alla realtà ceramiche rappresenta un tema di grande rilevanza per Sassuolo e assolutamente necessaria, soprattutto, in una fase di revisione generale della disciplina urbanistica che sta interessando tutti i livelli, dal nazionale al regionale e locale.

Un percorso comunque già avviato dall’Amministrazione nonostante i vincoli di un PSC ereditato nel 2009 e nato solo due anni prima, nel 2007, purtroppo già vecchio, costato più di un milione di euro, ma totalmente inadeguato alle esigenze di un territorio in continua trasformazione sia sotto l’aspetto sociale, economico e produttivo.
Un PSC con tanti paletti in grado di limitare lo sviluppo, la riqualificazione delle aree e nuovi progetti, all’interno del quale l’Amministrazione, in questi ultimi 5 anni, si è potuta muovere, e si è mossa, solo a suon di varianti urbanistiche che, per limitare i costi, sono state redatte dal personale interno agli uffici senza ricorrere, come succedeva in passato, a costose consulenze esterne.

Grazie a queste è stato possibile garantire l’avvio di importanti progetti di riqualificazione, di rigenerazione o di ammodernamento di insediamenti produttivi.
Sono stati ridotti di un 3% medio gli oneri di cessione edilizia mentre, per quanto riguarda gli standard urbanistici non sono state previste, negli interventi edilizi, obblighi di cessione di aree di verdi.

La modifica degli standard urbanistici necessiterà nei prossimi anni, oltre che di un analisi approfondita degli strumenti urbanistici, di un confronto costante con le realtà imprenditoriali e le loro rappresentanze, nell’obiettivo comune di una pianificazione sostenibile sotto tutti gli aspetti.

4 Costruire una fiscalità locale che non penalizzi le imprese.

Gli ultimi dati relativi alla pressione fiscale sulle imprese dipingono uno scenario a livello nazionale in cui il peso del fisco sulle attività produttive incide per più del 60%. Ciò, ovviamente, non solo impedisce lo sviluppo ma rischia di uccidere letteralmente le aziende. A peggiorare le cose, anche per gli enti locali, ci si mette uno Stato che complica il quadro normativo nazionale moltiplicando o dividendo ogni anno non solo il numero delle tasse ma anche le competenze nella gestione delegata ai vari livelli istituzionali.

In questo quadro normativo in continua evoluzione ritengo che la non applicazione delle Tasi e dell’Imu sugli immobili strumentali sia e rimanga un obiettivo irrinunciabile.

Così come ritengo fondamentale un’azione forte dei Comuni rispetto alla crescita esponenziale, ed imposta agli stessi comuni trasformati dai gestori e dallo Stato in esattori, delle tasse sui rifiuti ed ambientali. Oltre a puntare al blocco di questa tassazione sulla quale il Comune ha pochi margini di manovra, ritengo opportuno lavorare, di concerto con le rappresentanze dell’impresa, ad una revisione della tassazione locale in termini progressivi rispetto alle singole categorie ed attività produttive al fine di giungere ad una più equa ridistribuzione, oltreché ad una riduzione, del carico fiscale.
5) Concorrere a realizzare le infrastrutture che possano sostenere l’accesso ai mercati e il servizio ai clienti.

Il tema delle infrastrutture, per un comune ed un territorio a vocazione industriale come quello di Sassuolo, va sempre affrontato in una logica sovra-distrettuale.

In coerenza con quanto da sempre dichiarato, la Bretella Campogalliano-Sassuolo rimane una priorità. Serviva ieri, servirebbe oggi e, ne siamo sicuri, servirà domani. Essa rappresenta un investimento sul futuro, per le imprese del territorio, e per fare si che il nostro distretto industriale rimanga competitivo e di primaria importanza a livello nazionale ed internazionale, collegato direttamente sia non solo con la rete autostradale ma anche ferroviaria attraverso lo scalo merci di Marzaglia.
Sassuolo è e rimane il centro del distretto, al di là di chi governa e governerà la città. Sassuolo deve rimanere il punto di riferimento non solo sul piano geografico ma anche sul piano economico, nazionale ed internazionale, come Capitale italiana della ceramica. Ogni intervento dovrà sempre avere questo riferimento e questo obiettivo.
Anche e soprattutto in momenti difficili come questo la politica è chiamata a compiere delle scelte, non solo di breve ma anche e soprattutto di medio periodo. Io ritengo che la bretella Campogalliano – Sassuolo, faccia parte dei grandi progetti in cui dobbiamo credere e dobbiamo investire per il medio e lungo periodo”.
6 Modulare gli sforzi che saranno richiesti nel nuovo Piano Aria Regionale.

Il Piano Aria della Regione Emilia Romagna, pur avendo un orizzonte temporale strategico di riferimento al 2020, deve vedere da subito impegnati tutti i soggetti privati ed istituzionali. Il traguardo intermedio, fissato al 2017, è tutt’altro che lontano. Al mondo produttivo e dell’industria sassolese credo vada riconosciuto un merito straordinario nell’avere non solo rispettato, ma in molti casi anche anticipato, la messa in campo di misure essenziali ed all’avanguardia per la riduzione dell’impatto ambientale. E’ ovvio che un piano di questa portata esige non solo la costante condivisione di indirizzo ma la costante collaborazione tra tutti i soggetti privati ed istituzionali in tutte le fasi del suo sviluppo, compresa la programmazione delle singole fasi.
Per rientrare negli standard di qualità dell’aria sarà necessario agire su tutti i settori che contribuiscono all’inquinamento atmosferico oltre che al cambiamento climatico e sviluppare politiche e misure coordinate a livello distrettuale che dovranno essere parte integrante.
7 Garantire un approccio coordinato ed equilibrato alla manutenzione delle coperture in cemento amianto

A Sassuolo e nel distretto ceramico il problema connesso alle coperture realizzate con lastre di cemento-amianto sta assumendo una notevole rilevanza non solo perché legato allo stato oggettivo di usura e di pericolosità di tante strutture ancora attive od in disuso ma anche a seguito della percezione del rischio che la popolazione avverte come conseguenza rispetto ‘presenza’ di amianto nei manufatti e della grande diffusione che questi hanno sul territorio. Al di la del rispetto delle linee guide regionali che regolano sia la verifica dello stato di usura, sia gli eventuali interventi di manutenzione ed eventualmente le procedure per la rimozione e lo smaltimento, è necessario, per il Comune, dare risposta alle specifiche esigenze dei soggetti che sul nostro territorio si trovano a dovere programmare, magari per la prima volta, un intervento di bonifica. E qui il ruolo e la funzione della pubblica amministrazione e degli uffici tecnici si dimostra importante e determinante. Lo è stato anche recentemente in occasione di un importante e complesso intervento come quello nell’area ex Cisa Cerdisa e lo sarà sempre più in futuro anche sul fronte della procedure di verifica e della manutenzione delle coperture che dopo anni dalla loro realizzazione impongono un’attività di valutazione programmata e costante.
A fianco al supporto di tipo tecnico, ritengo che lo sforzo del Comune dovrà essere ulteriormente potenziato anche sotto l’aspetto dell’informazione e della sensibilizzazione rispetto a questa problematica, sia nei confronti delle imprese che dei cittadini, con particolare riferimento ai proprietari di immobili e alle loro rappresentanze sindacali.