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“L’Italia non ha ancora recepito, a più di un anno dalla scadenza dei termini, la Direttiva europea vincolante sulla protezione degli animali nella sperimentazione clinica, e per questo rischia dall’Unione europea una multa di 150 mila euro al giorno”: lo dichiara l’onorevole Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti.

La Direttiva impone limiti drastici alla vivisezione e alla sperimentazione sugli animali a tutti i Paesi della Ue, che tuttavia non sono state eliminate definitivamente come chiedono gli animalisti di tutti i continenti. La legge delega di recepimento è passata alla Camera, ma si è arenata al Senato per il braccio di ferro tra chi ritiene che le norme sino ancora insufficienti e coloro che – col sostegno della case farmaceutiche, degli allevatori e anche di una parte del mondo scientifico – ritengono che l’uso degli animali sia ancora indispensabile alla ricerca.

La legge delega renderebbe ancora più stringenti in vincoli nel nostro Paese, con il divieto di utilizzare primati (scimmie). Tuttavia tale divieto verrebbe aggirato nel caso di ricerca a favore della salute umana. Inoltre il governo dovrà imporre l’anestesia o terapie antidolore per gli animali sottoposti a sperimentazione, e dovrà vietare gli allevamenti specializzati.

Ora  il provvedimento è arenato in commissione al Senato, e ciò ha provocato la messa in mora dell’Italia. Bruxelles potrebbe aprire nei  la procedura d’infrazione e, come detto, comminare allo Stato una maxi multa di 150 mila euro per ogni ulteriore giorno di ritardo. Secondo l’Enpa e altre organizzazioni animaliste, questa situazione torna a vantaggio della lobby della vivisezione, che userebbe la procedura d’infrazione per imporre l’approvazione di una legge delega edulcorata.

L’onorevole reggiano Tiziano Motti è un animalista convinto e uno dei pochi che a Strasburgo ha votato contro la Direttiva ritenendola troppo morbida: «Sono un sostenitore della ricerca scientifica – ha dichiarato – ma esiste ancora un evidente squilibrio tra la possibilità di evitare sofferenze inutili agli animali e l’uso che di essi si fa nei laboratori, anche per la ricerca cosmetica.»