Doppio appuntamento domenica 30 novembre alle 17.30 al Museo della Bilancia di Campogalliano. S’inaugura la nuova mostra “La donazione Huller. Un tuffo nel caos metrologico” e si presenta il restauro di un celebre manifesto pubblicitario della Bilance Berkel realizzato nel 1925.

La donazione Huller propone un percorso ricco di curiosità e rimandi storici che riproduce il clima di grande confusione e macchinosità legato all’utilizzo di misure differenti nel periodo precedente l’introduzione del sistema metrico decimale, avvenuto nel 1861 con l’Unità d’Italia. L’allestimento è realizzato interamente con oggetti donati dal collezionista modenese Alessandro Hüller.

Il manifesto della Bilance Berkel venne realizzato dal grafico francese Achille Lucien Mauzan nel 1925, che fu donato al museo nel 2002 dalla figlia dell’artista. Di grandi dimensioni (cm 338×280), fu stampato a Milano nel 1925 dalla casa editrice Mauzan/Morzanti per il noto marchio di bilance olandese. Raffigura un giudice seduto al banco di vendita che, con una mano appoggiata su un codice di legge e con l’indice dell’altra puntato verso il pubblico, ricorda a tutti con piglio che “Il peso” della merce venduta come la giustizia “è uguale per tutti”. Davanti a lui troneggia lo strumento di misura che garantisce equità: una bilancia semiautomatica Berkel rossa a due piatti marcata “Prodotto italiano”. Un messaggio pubblicitario consiste nella affidabilità e garanzia del marchio, attraverso una grafica caricaturale di gusto déco.

Il manifesto, arrivato al museo in cattivo stato di conservazione e mai esposto prima d’ora, è stato restaurato con un intervento finanziato e coordinato dall’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna e condotto dalla ditta Cepac di Forlì.
Dal 30 novembre l’affiche è visibile in una sala del museo, esposto su supporto metallico alveolare con rivestimento in cristallo sottile trattato per la protezione totale della carta dai raggi ultravioletti della luce solare. L’allestimento è stato realizzato dalla ditta Arca di Modena su progetto dell’architetto Fausto Ferri.