3Motti-2014-okPOTRANNO tirare un sospiro di sollievo i sostenitori della privacy ma anche cybercriminali, come pedofili e molestatori sessuali e gli hackers: la Corte di Giustizia europea ha dichiarato invalida la Direttiva europea numero 2006/24 che disciplina la conservazione dei dati sulle comunicazioni. In parole semplici: «Si tratta della Direttiva europea – spiega l’onorevole Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura – che è da tempo stata recepita in Italia e che determina che, per esempio, quando acquistiamo una Sim Card telefonica ci chiedano un documento, per evitare che circolino carte anonime (come invece accade tutt’ora in alcuni Stati europei) con cui poter chiamare chiunque, minacciarlo, adescare un minore o commettere reati di vario genere senza che si possa conoscere l’identità del titolare del numero telefonico. Stessa cosa per i dati di chi adesca minori tramite chat o social forum: la Polizia Postale può accedere ai server e identificare chi ha inviato una mail diffamatoria o commesso reati con tale strumento, ma diventa inerme se la piattaforma utilizzata è un social».

L’On. Motti era riuscito nel 2010 ad ottenere che una propria iniziativa, finalizzata all’implementazione della Direttiva che oggi si tenta invece di depotenziare, diventasse Risoluzione ufficiale del
Parlamento europeo. Già a suo tempo fu ostacolato dalle lobbies della pedopornografia e dal partito dei pirati informatici, molto attivo nel Nord Europa al punto di essere rappresentato anche al Parlamento europeo con un deputato.