In questi giorni si è riaperto il dibattito sulla sede del Liceo Sigonio a seguito della proposta del sindaco Muzzarelli di ristrutturare la storica sede in via Saragozza. Pare il gioco dell’oca e dopo sette anni si ritorna al VIA, ricominciando tutto daccapo come se nel frattempo niente fosse accaduto.
Ad amministrare Modena sono sempre i soliti, però non pagano mai dazio, perché tanto sono sempre loro che decidono, anche quando propongono l’esatto contrario di quello che avevano programmato precedentemente.
Senza ripercorrere tutte le tappe di questa vicenda, in estrema sintesi non si può dimenticare, e nemmeno far finta di nulla, che nel corso del braccio di ferro per spostare il Sigonio, già fatiscente nel 2008 prima ancora del sisma del 2012, era stato dimostrato che era più vantaggioso costruire una sede nuova sull’area ricevuta dal demanio. La giunta Pighi non perse tempo: nel 2009 pagò subito 96.000 euro per il progetto e l’investimento di 11 milioni di euro fu iscritto nel bilancio triennale 2009-2011 e ripreso nei successivi, come è documentato nelle rispettive Relazioni Previsionali e Programmatiche.
Se, come promesso, la prima campanella fosse suonata in settembre 2012, non ci sarebbe neppure stato bisogno di spendere oltre 1 milione di euro per il trasloco alle ex Marconi da ristrutturare. Non ci sarebbero stati neppure tutti quei disagi a carico degli studenti, primo fra tutti il crollo di calcinacci dal soffitto nel novembre 2013.
Nel tempo le condizioni cambiano e si può anche capovolgere tutto, però ci sono domande a cui qualcuno dovrebbe rispondere una volta per tutte: perché i lavori per la nuova sede non sono mai iniziati? Dove sono finiti gli 11 milioni di euro iscritti a bilancio? Se il progetto pagato 96.000 euro prevedeva un costo di realizzazione di 11 milioni di euro, quali cause hanno determinato un incremento del 50%?
Per ripartire bisogna anche iniziare a dare risposte convincenti su quanto è avvenuto in passato, soprattutto per verificare eventuali responsabilità su quanto non è stato finora fatto.
(Dante Mazzi, Democrazia Civica)
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