Erio-Luigi-Munari-LapamQualcosa si muove, ma con fatica. L’ufficio studi Lapam Confartigianato presenta la dinamica occupazionale modenese 2014 da gennaio a settembre, elaborata su un campione significativo di oltre 3.200 imprese con 22.000 occupati. Nel periodo sono presi a riferimento tutti i principali settori economici e l’intero territorio provinciale. “L’elemento di particolare interesse è che si confermano chiaramente alcune recenti dinamiche nazionali – sottolinea il Presidente Generale Lapam, Erio Luigi Munari -. In particolare quella di un modesto e altalenante aumento dell’occupazione, ma solo dal secondo trimestre in poi”.

I numeri. Questo fenomeno si evidenzia in quasi tutti i settori economici, senza una specificità settoriale. Le cifre di scostamento si muovono vicino allo 0. Infatti il segno complessivo è di +0,3%, molto vicino al trend nazionale, con un leggero incremento di genere a favore degli uomini (+0,4%) rispetto alle donne (+0,1%). Si muovono i contratti a tempo indeterminato (+0,4%), diversamente dai tempi determinati (- 0,4%), primo segnale forse di controtendenza rispetto agli ultimi anni dove i contratti a termine sono stati e sono ancora la principale forma di assunzione.

Un segnale positivo arriva anche dall’apprendistato con un incremento di +3,1 punti percentuali. Questo dato tuttavia coesiste con un’altra tendenza, indagata recentemente dal Gruppo Giovani di Lapam, che evidenzia il blocco in entrata della fascia giovanile 15-34 anni.

“Queste tendenze, apparentemente in contrasto tra di loro – puntualizza il Segretario Generale Lapam, Carlo Alberto Rossi -, sono state ampiamente analizzate e discusse in ambito economico; cioè la novità del contemporaneo persistere di un ‘aumento di occupati’ (stock) e di un ‘aumento di disoccupati’ (soprattutto giovani), sia stock che percentuale. E’ l’affacciarsi di molti giovani sul mercato del lavoro, che non viene assorbito che in minima parte dalle imprese: quindi molta offerta di lavoratori, ma poca richiesta in più rispetto al recente passato. Qualche occupato in più (in alcuni settori) e tanti, sempre di più, giovani in ricerca e attesa di lavoro”.

Alcuni focus di settore. Il comparto casa (edilizia, installazione impianti e serramenti), termometro del mercato interno già travolto dalla crisi, appare piatto, ma al proprio interno si colgono lievi cenni positivi limitati all’edilizia in senso stretto e probabilmente indotti dalla ricostruzione post sisma nell’area del cratere, oltre che dalla debole ripresa del mercato immobiliare dopo anni di contrazione. Tutto questo pur nella conferma, anche secondo Unioncamere, di una riduzione del  fatturato delle imprese delle costruzioni del 3,6 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente per tutte le categorie dimensionali di imprese.

I settori manifatturieri della Meccanica, della Moda e dell’Autotrasporto, assieme al cosiddetto Terzo settore, segnano un linea di leggero recupero. In particolare il campione esaminato della Meccanica passa dai 5955 di gennaio ai 6043 di settembre con un +1,5%, così come la Moda passa dai 2150 ai 2221 occupati per un +3,3%. Non si può dire altrettanto di altri comparti come alimentazione, grafica, gomma plastica, che mantengono un andamento complessivamente negativo.

Commercio e Turismo hanno due andamenti apparentemente simili, con una marcata dinamica altalenante di tipo stagionale, ma nel Turismo con saldo negativo nel periodo, che sembra essere alimentato dall’utilizzo del voucher come forma di assunzione temporanea e occasionale.

Il commento. “Speriamo che il Job Acts possa dare impulso positivo alla dinamica esangue che abbiamo analizzato – spiega Munari -. Mancano ancora i decreti attuativi ma è certo che l’occupazione riprende non tanto e non solo in virtù degli incentivi più o meno diretti che la legislazione può portare alle imprese che assumono, bensì con una spinta forte alle politiche dii sviluppo mirate alla crescita dell’economia, agli investimenti, alla ripresa dei finanziamenti bancari delle imprese, specie quelle piccole e medie, che vanno sui mercati a giocarsi la partita della competitività giocando oggi ad armi ‘dispari’ rispetto ai concorrenti internazionali, poiché manca una strategia del sistema Paese, che almeno a medio termine possa dare indicazione su dove gli imprenditori possano essere indirizzati. Una riduzione del carico fiscale e dei costi fissi dell’impresa, unita al rilancio degli investimenti pubblici – conclude il Presidente Lapam -, così come programmato nello sblocca Italia e come si spera sia rafforzato nella legge di stabilità, potrà certamente dare spinta anche all’occupazione. Ma sarà dura, c’è molto da fare e purtroppo il tempo è una variabile sempre più determinante”.