poste“Il piano industriale annunciato da Poste Italiane è irricevibile perché  indirizzato solo a fare finanza mentre abbandona il territorio, specie le parti economicamente più deboli. Difatti, la prevista chiusura di 53 uffici postali e la ‘razionalizzazione’ di altri 34 nella sola Emilia-Romagna, con il chiaro indirizzo a concentrare la presenza di Poste Italiane solo nelle zone più ricche, non solo rischia di minare ulteriormente la coesione sociale, ma anche di azzerare le grandi opportunità che la rete, fisica e infrastrutturale, potrebbe offrire ai cittadini e all’intera economia regionale”.

E’ questo il commento di Valerio Grillini, segretario regionale dei postelegrafonici (Slp) della Cisl, al termine di un incontro in cui il leader sindacale ha annunciato che verrà avviato un percorso di informazione e di mobilitazione con una serie di assemblee sui luoghi di lavoro. Inoltre, insieme alle categorie dei postelegrafonici della Cgil (Slc Cgil) e della Uil (Uil Poste), l’Slp aprirà formalmente un conflitto di lavoro contro l’azienda per la difesa dell’occupazione e dei servizi postali della regione.

Mobilitazione, quella della Cisl, già partita qualche giorno fa. Infatti, dopo che sono stati resi noti i primi numeri che parlavano di 600 ‘razionalizzazioni’ di uffici postali e 450 chiusura in tutt’Italia, l’immediata risposta del sindacato cislino si è tradotta in una lettera di denuncia inviata ai presidenti dell’ANCI e dell’UNCEM, nazionali e regionali, e a tutti i sindaci dei comuni interessati dalle chiusure.

“Le 53 chiusure (11 nella provincia di Bologna e altrettanto a Parma, otto a Piacenza, sette a Ferrara,  quattro a Modena, quattro a Forlì, quattro a Ravenna, tre a Reggio Emilia e una a Rimini) e le 34 ‘razionalizzazioni’ nella nostra regione (10 a Modena, sei a Reggio Emilia, cinque a Bologna, tre a Ferrara, tre a Rimini, tre a Parma, due a Ravenna e una per ciascun territorio di Piacenza e Forlì-Cesena) – ha continuato Grillini – non faranno altro che aggravare ulteriormente una situazione già insostenibile a causa degli organici insufficienti. Una carenza di personale già endemica che non consente più la corretta copertura delle postazioni di sportello, delle sale di consulenza e di vendita dei prodotti finanziari, con aggravi di lavoro per gli addetti e disagi per la clientela che vede aumentare i tempi di attesa e la qualità dei servizi erogati”.

“A ciò – prosegue il sindacalista – si aggiunga l’incognita ingenerata dal piano di consegna delle corrispondenze a giorni alterni. Un piano che sicuramente comporterà un’ulteriore riduzione di personale e di servizi alle popolazioni delle zone disagiate, che non solo vedranno il postino  a giorni alterni, ma avranno gli uffici postali lontanissimi dalle loro abitazioni”.

“Una situazione paradossale – rincara la dose il segretario regionale dei postelegrafonici della Cisl- che ci viene presentata proprio mentre il bilancio di Poste Italiane fa registrare ampi profitti per l’azienda. Profitti ottenuti in gran parte grazie agli enormi sacrifici fatti dai lavoratori in questi anni”.

“Noi – ha concluso il segretario generale dell’Slp Cisl ER – ci opporremo con tutte le nostre forze a tagli indiscriminati che puntano con sfrontatezza solo a fare giochetti finanziari, sacrificando senza alcuna strategia aziendale i lavoratori, e, nello stesso tempo, danneggiano la collettività. Quella stessa collettività a cui, fin da ora, chiediamo scusa per i possibili disagi a cui potrà andare incontro nei prossimi giorni”.