bretella_campogalliano_sassuolo“Appoggiamo l’iniziativa di petizione popolare contro la realizzazione della bretella di Campogalliano-Sassuolo promossa a Modena da un gruppo di ambientalisti perché l’obiettivo è in linea con l’indirizzo politico per cui ci battiamo da tempo in tutti i livelli istituzionali”. Lo dichiarano Michele Dell’Orco, deputato capogruppo M5S in Commissione Trasporti e i consiglieri comunali M5S di tutta la provincia di Modena, che aggiungono: “ L’iniziativa è buona ma un po’ tardiva masoprattutto vorremmo far notare che siamo un po’ contrariati perchè nessuno del gruppo di promotori della raccolta firme si è fatto sentire quando noi abbiamo fatto le nostre battaglie in Parlamento, in Regione e nei Comuni interessati ”.

“Lasensazione –spiegano i pentastellati- è dunque che all’interno di questa iniziativa ci siano soggetti fuoriusciti dal PD che si muovono più per effetto dimalpancismi di partito piuttosto che per reale consapevolezza delle esigenze del territorio e dei cittadini, comunque se le beghe interne del partito di maggioranza hanno l’effetto di risvegliare la coscienza di qualcuno non possiamo che esserne contenti e favorire un’iniziativa che chiede lo stop di un’opera dannosa , inutile a livello trasportistico e tra le più esose mai realizzate, con un costo per km di quasi 40 milioni di euro e un spesa totale di oltre 500 milioni di cui quasi la metà di provenienza dalle casse pubbliche”.

“Vogliamo ricordare –proseguono – che già nel 2013 abbiamo presentato emendamenti e una risoluzione alla Camera per  stornare i fondi pubblici dalla Bretella di Campogalliano-Sassuolo e destinarli allo sviluppo e all’ammodernamento di assi viari e ferrovie che incidono sulle stesse tratte, come la Sassuolo-Modena o la Modena-Carpi. A questa iniziativa si è opposto fortemente il PD, partito che, anche con l’apporto dell’ex presidente della Provincia di Modena, ha portato avanti il progetto dell’autostrada in evidente conflitto di interessi. Sabattini infatti come Presidente della Provincia ha lavorato alacremente per questa opera e, quando ancora era in carica, è stato nominato presidente di Autocs, la società concessionaria dell’asse autostradale. Un altro aspetto su cui riflettere è quello dell’affidabilità delle aziende all’interno di Autocs: si tratta infatti delle solite note aziende tra cui la Coopsette, in dissesto finanziario e largamente implicata in varie indagini tra cui quella per corruzione eturbativa d’asta per la costruzione del grattacielo della Regione Piemonte al Lingotto, nell’inchiesta Tav di Firenze, anche tramite la sua controllata Nodavia e che comunque è sotto l’attenzione delle procure per aver spesso affidato lavori in subappalto a ditte legate alla criminalità organizzata”. Concludono i pentastellati: “Le troppe le ombre che si addensano su questo progetto ne impongono un doveroso ripensamento”.