TizianoMotti_6_autL’educazione dei nostri figli passa oggi inevitabilmente per il digitale. Per i giovanissimi dei giorni nostri il digitale è il pane quotidiano e dietro a questa porta verso il futuro ci sono grandi opportunità, ma numerose insidie. Lo sa bene Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e fondatore dell’associazione di iniziativa parlamentare europea “Europa dei Diritti”, che da anni si occupa della tutela dei diritti delle fasce più deboli della popolazione. Dopo la dichiarazione scritta contro la pedofilia online, che in soli 6 giorni raccolse più di 300 sottoscrizioni da parte dei deputati europei, risultando così approvata dal Parlamento Europeo in tempi record e l’interessamento contro i videogiochi violenti per bambini, “Europa dei Diritti” si occupa di scoprire come andare incontro alle esigenze dei nostri “nativi digitali” superando le insidie (https://dirittideicittadini.wordpress.com/). I nativi digitali sono innanzi tutto bambini e ragazzi per i quali computer e smartphone sono familiari come qualsiasi altro oggetto con il quale interagiscono nella quotidianità. La loro età media scende sempre di più, tanto che si parla addirittura di “mobile born”. Secondo Tiziano Motti, poiché le tecnologie fanno ormai parte della vita ordinaria, impedire ad un bambino di conoscerle significherebbe eliminare un aspetto importante del contesto in cui vive; i genitori e gli educatori devono invece guidare i giovani verso un uso consapevole di questi strumenti. Ma quali sono i rischi legati all’utilizzo quotidiano del “digitale”? Sicuramente la dipendenza e l’abuso, che possono portare ad un travisamento della realtà. Il pericolo più grave però è quello delle insidie nascoste dietro alle chat e ai social network, dei quali si servono spesso i pedofili per adescare le proprie vittime. Dal momento però che tali tecnologie possono rappresentare anche un’opportunità per l’apprendimento e lo svolgimento delle lezioni a scuola e dei compiti a casa, bisogna vigilare ma non annullare queste possibilità, tenendo sempre ben presente che tablet e pc sono pur sempre delle macchine e mai potranno mai sostituirsi al rapporto umano che si crea tra genitori e figli e tra insegnanti e studenti.