ModenaJazzFestivalConoscere e conoscersi, suonare e ascoltare, confrontarsi, studiare e imparare con artisti di livello internazionale, esibirsi dal vivo per il pubblico. Sono le parole chiave alla base del successo registrato nel 2014 dalla prima edizione del Modena Jazz Festival. Nel 2015 la manifestazione, che rientra tra quelle dell’Estate modenese, si ripropone con ambizioni rafforzate, ancora all’insegna del binomio “didattica e spettacolo”, secondo la linea del direttore artistico Giulio Vannini e dei suoi collaboratori, grazie a una formula che prevede che i musicisti protagonisti si mettano a disposizione per insegnare e per esibirsi dal vivo. Concerti, gratuiti, a Modena, Castelvetro e Villa Sorra, e seminari di livello, a pagamento, con sconti per i minori di 21 anni e gli allievi del conservatorio. I “big” di quest’anno, che a Modena si affiancano a tanti musicisti eccellenti, sono Ginger Baker, già batterista dei Cream con Eric Clapton; Shawn Monteiro, voce jazz che vanta collaborazioni straordinarie; Kurt Rosenwinkel, chitarrista amato dalle nuove generazioni, Jerry Bergonzi, sassofonista e didatta, punto di riferimento per i giovani che si avvicinano al jazz.

Il Modena Jazz festival si svolge quest’anno in collaborazione con Comune di Modena e Ater (Associazione teatri Emilia Romagna), grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con il sostegno del Comune di Castelvetro di Modena, e con la partecipazione di un pool di associazioni e scuole musicali, sotto la direzione degli Amici del Jazz.

“La musica è un linguaggio appassionante, e proprio dalla passione per il jazz che qui ha solide radici nasce questo festival – sottolinea Gianpietro Cavazza assessore alla Cultura del Comune di Modena – che unisce formazione e spettacolo, e consente una partecipazione attiva. Altro aspetto importante – aggiunge Cavazza – è il merito che va dato agli organizzatori di aver saputo fare rete fra tanti e allargato al territorio la manifestazione”.

I concerti modenesi si svolgono in due luoghi. In piazza XX settembre ne sono in programma cinque: il 19 Giugno Jerry Bergonzi Organ Trio, il 20 Shawnn Monteiro Ensemble, il 22 Kurt Rosenwinkel quartet; poi due produzioni originali, la prima, il 26 giugno, “Omaggio a Gianni Basso”, con la tromba di Flavio Boltro; il 27, invece “Omaggio a Henghel Gualdi” con il clarinetto di Mauro Negri.

Quattro i concerti in piazzetta Sant’Eufemia: il 18 giugno carta bianca a Davide Fregni, il 24 palco al quartetto di Francesco Amenta (sassofonista modenese residente in Olanda), il 25 spazio al quintetto di Valerio Renzetti. Un’appendice si svolgerà il 3 settembre con Ray Mantilla.

A Castelvetro il 29 giugno alle 21 in piazza Roma, sempre a ingresso gratuito come per tutti gli altri concerti, si svolge il “Ginger Baker Jazz Confusion”, con il batterista già nei Cream con Eric Clapton, e con la partecipazione come special guest di Pee Wee Ellis, sassofonista anche di James Brown.

Nei giorni 18, 19, 20, 22, 24, 25, 26 e 27 giugno dalle 21 sono previste jam session allo Smallet Club presso “Il Decano” in via Sant’Agostino 9/a, dedicato a Stefano “Coppa” Maletti, un amico modenese del jazz recentemente scomparso.

Saranno tre, infine, i Concerti Aperitivo a Villa Sorra, sempre di domenica alle 11 a partecipazione libera e gratuita. In programma il 5 luglio il duo Pietro Tonolo e Giancarlo Bianchetti; il 19 luglio Omaggio a Pippo Casarini, con Lorena Fontana e Stefano Calzolari Trio; il 26 luglio Carmelo Tartamella Django’s Clan.

Quattro i seminari in programma: “Voce” con Shawnn Monteiro al salotto Culturale Simonetta Aggazzotti di Modena; “Sassofono e musica d’insieme” con Jerry Bergonzi e Kurt Rosenwinkel all’Accademia di Musica Moderna di Modena; “Batteria e percussioni” con Ginger Baker al castello di Levizzano.

Domenica 21 giugno, Festa della Musica, ai Giardini del gusto e delle arti, prima dell’esibizione alle 22.30 della Jazz’in It Orchestra con i big, i giovani musicisti allievi avranno la possibilità di esibirsi coordinati dagli insegnanti.

Per informazioni anche sui seminari: ratpackmusic@alice.it – tel. 345 7902481.

Il programma è on line sul sito del Comune insieme a quello dell’Estate modenese (www.comune.modena.it).

 

QUATTRO SEMINARI CON IL “CAMP”

Voce, batteria, sax, chitarra, insieme: si potrà imparare da grandi musicisti internazionali

Il Jazz come professione, interesse, passione, divertimento e come occasione di incontrare altri musicisti e suonare insieme. Una straordinaria opportunità per entrare in contatto con artisti del panorama internazionale e arricchire non solo il proprio bagaglio tecnico, ma anche quello artistico e umano. Vuol essere questo il senso vero dei seminari che l’associazione modenese “Amici del Jazz” promuove in collaborazione con l’associazione Suoni d’Arte, il Salotto Culturale di Simonetta Aggazzotti, l’Accademia di Musica moderna di Modena e con il patrocinio del Conservatorio Lucio Campiani di Mantova

I workshop in programma sono quattro. Dal 18 al 21 giugno, quello sul canto jazz sarà tenuto da Shawnn Monteiro, insegnante tra le più stimate al mondo, testimone della tradizione afroamericana, voce di fama mondiale e “figlia d’arte”: il padre era il celebre contrabbassista di Duke Ellington, Jimmy Woode. Il seminario, che si svolge al Salotto Aggazzotti di viale Martiri della Libertà 38 a Modena, tratterà argomenti quali Musica d’insieme, Tecnica vocale, Stage presence, e altro. È aperto a cantanti e strumentisti visto che Monteiro lavorerà sia singolarmente con i vocalist sia con il suo trio per musica d’insieme. Venti i posti a disposizione per 18 ore di corso, con una assistente traduttrice, la docente di conservatorio Lorena Fontana (il costo è di 150 euro, per gli uditori 75, per una giornata 50 euro e 25).

Il secondo seminario vedrà il 19 e il 20 giugno protagonisti i sassofonisti e il 21 tutti gli strumentisti per la Musica D’Insieme. Il docente coadiuvato da due assistenti è Jerry Bergonzi. Dopo una carriera ultratrentennale, Bergonzi è uno dei punti di riferimento per il sax tenore moderno. Per maestria tecnica, capacità innovativa, sonorità e integrità artistica, è stato considerato tra i pochi in grado di ricevere il testimone lasciato da Coltrane, Rollins o Dexter Gordon. La notorietà internazionale è arrivata negli anni ’70, quando lavorò nel quartetto di Dave Brubeck, si è poi imposto come leader di formazioni solide. Come insegnante è seguito in tutto il mondo e ha scritto sei volumi su improvvisazione e armonia imprescindibili per qualsiasi studente e musicista.

Previste due classi. Gli assistenti sono Michele Vignali e Marco Ferri. Si svolge all’Accademia di Musica Moderna di Modena in via Villafranca 21(150 euro; 130 per gli under 21 e per iscritti ai trienni Jazz dei conservatori; una giornata 50 euro)

A conclusione di questi primi corsi, il 21 Giugno, gli allievi si esibiranno per la Festa della Musica all’interno dei Giardini Ducali.

Il terzo seminario, il 23 giugno, sarà guidato da Kurt Rosenwinkel, il chitarrista del momento che con il suo metodo ha cambiato la linea della chitarra jazz contemporanea. Nei suoi venticinque anni di carriera Kurt Rosenwinkel ha dato prova, accanto alle sue formidabili qualità esecutive e strumentali, di una visione compositiva e musicale innovativa e talvolta visionaria, che lo ha confermato al centro dell’attenzione della critica e gli ha procurato un vasto seguito di fan.

La Guitar Clinic si svolgerà all’Accademia di Musica Moderna di Modena in via Villafranca 21. Assistente traduttore è Manuel Belli (il costo è di 40 euro e ridotto 30 per i minori di 21 anni)

L’ultimo seminario è in programma il 28 giugno al castello di Levizzano Rangone. Insegnanti di batteria e percussioni saranno Ginger Baker e Abass Dodoo (costo 50 euro e 35 per i minori di 21 anni). Il batterista Peter Edward “Ginger” Baker ha raggiunto la massima popolarità per aver fatto parte della rock band britannica dei Cream. Lo ritroviamo, nel corso degli anni in innumerevoli formazioni: dai Graham Bond Organization al progetto Blind Faith con Eric Clapton, Ric Grech e Steve Winwood; dai Ginger Baker’s Air Force; collaborando con artisti come Paul McCartney, Fela Kuti, Bill Frisell e Gary Moore.

 

I PROTAGONISTI IN ARRIVO IN CITTÀ

Brevi note biografiche sui musicisti internazionali che vengono a insegnare ed esibirsi

Jerry Bergonzi, Kurt Rosenwinkel, Shawnn Monteiro, Franco Ambrosetti, Flavio Boltro, Pietro Tonolo, Ginger Baker e Pee Wee Ellis. Sono i grandi musicisti della scena jazz internazionale protagonisti al Modena Jazz festival 2015. Di ciascuno di loro ecco una mini scheda biografica a cura della direzione artistica del Modena Jazz Festival 2015.

Jerry Bergonzi è uno dei punti di riferimento del sax tenore moderno. Per maestria tecnica, capacità innovativa, sonorità e integrità artistica, può essere inserito tra i pochi in grado di ricevere il testimone lasciato da Coltrane, Rollins o Dexter Gordon. Se la notorietà internazionale è arrivata negli anni ’70, quando lavorò a lungo nel quartetto di Dave Brubeck, in seguito Bergonzi si è imposto come leader di formazioni solide e come insegnante seguito in tutto il mondo. Ha scritto sei volumi sull’improvvisazione e armonia (Inside Improvisation) che sono diventati imprescindibili per qualsiasi studente e musicista. Con lui hanno suonato un po’ tutti i grandi della storia recente del jazz.

Kurt Rosenwinkel, nei suoi venticinque anni di carriera ha dato prova, accanto alle sue qualità esecutive e strumentali, di una visione compositiva e musicale innovativa e talvolta visionaria, che lo ha confermato al centro dell’attenzione della critica e gli ha procurato un vasto seguito di fan in tutto il mondo. La sua concezione musicale nasce e si sviluppa grazie a preziose collaborazioni, agli inizi con nomi storici del jazz statunitense come Gary Burton e Paul Motian e, una volta trasferitosi a New York, nel 1991, con musicisti coetanei con i quali ha contribuito all’evoluzione del linguaggio del jazz contemporaneo: Brad Mehldau, Mark Turner, Ben Street, Larry Grenadier, Avishai Cohen e Jeff Ballard.

Shawnn Monteiro, voce jazz di successo e fama mondiali, è “figlia d’arte”, poiché il padre era il celebre contrabbassista di Duke Ellington, Jimmy Woode. Lo stile di Shawnn si caratterizza per il timbro profondo, l’eleganza, la ricca dinamica, l’alternanza delle “scat” (l’imitazione di strumenti musicali con la voce, tramite la riproduzione di fraseggi simili a quelli strumentali), il senso dello swing, in cui si legge la profonda influenza delle grandi cantanti jazz del passato, oltre che una spiccata vena artistica di profonda comunicazione espressiva. Ha collaborato con Clark Terry , Ray Brown, Lionel Hampton, Basie Band, Nat Adderly, Kenny Barron, Gary Bartz, James Williams, Bobby Durham, Jimmy Cobb, Stanley Jordan, Ed Thigpen, Johnny Griffin, Sonny Fortune solo per citarne alcuni. Ha avuto anche molte esperienze con cantanti e gruppi non prettamente jazz: Spyro Gyra, Marvin Gaye, Weather Report, Four Tops, e altri ancora.

Franco Ambrosetti , figlio del sassofonista Flavio, inizia nel ‘61 la sua carriera di musicista professionista e qualche anno dopo, a Zurigo, forma il primo gruppo. Dal 1963 al ‘70 suona con il quintetto di suo padre, di cui facevano parte anche George Gruntz (pianista e compositore) e Daniel Humair (batterista) con i quali ancora oggi collabora. È con questa formazione che nel ‘67 Ambrosetti debutta negli Usa al Monterey Jazz Festival. Nel 1972 ufficializzarono la formazione George Gruntz Concert Jazz Band, gruppo fondato con suo padre e composto da George Gruntz e Daniel Humair. Dal 1970 in poi Franco Ambrosetti suonò come freelance, e in alcuni casi incise anche, con diversi musicisti jazz di fama mondiale, come Dexter Gordon, Cannonball Adderley, Michael Brecker, Mike Stern e molti altri. Fonda, inoltre un quartetto con ottimi musicisti jazz italiani come Alfredo Golino, Antonio Faraò e Dado Moroni. Ambrosetti è attivo come freelance in Europa e Usa, come solista e come leader del suo gruppo. Da solista ha partecipato alle registrazioni di numerosi dischi di Mina. È presidente della Scuola di musica moderna a Lugano.

Flavio Boltro è uno dei più grandi trombettisti italiani. Diplomato al conservatorio di Torino, si è “fatto le ossa” in Italia prima di esibirsi accanto a musicisti come Cedar Walton, Bob Berg, Don Cherry, Billy Hart e Billy Higgins. A partire dal 1990, ha partecipato a numerosi festival e tournée in veste di sideman di Freddie Hubbard e Jimmy Cobb, prima di entrare nel gruppo di Laurent Cugny (dal ‘94 al ‘97) e di suonare con Aldo Romano. Dopo aver fatto parte stabilmente per quattro anni della ONJ Francese e in seguito del sestetto di Michel Petrucciani, è componente dell’attivissimo gruppo Di Battista- Boltro quintet. Artista brillante e versatile, Boltro come compositore ha inciso nel ‘99 il primo album a suo nome dal titolo “Road Runner”, e nel 2002 il secondo “40°” alla testa del suo quartetto. Entrambi i lavori sono stati pubblicati dalla Blue Note. Nei concerti attualmente collabora, tra gli altri, anche con Michel Portal e Laurent De Wilde

Pee Wee Ellis ha scritto pezzi “mitici” come “Cold Sweat” e “The Chicken”. Oltre alla lunga esperienza con James Brown, Pee Wee ha lavorato come arrangiatore e direttore musicale per un altro grande della storia della musica: Van Morrisson. Come solista ha contribuito a definire il brand sonoro distintivo del genere jazz-funk quando, con i vecchi compagni Fred Wesley e Maceo Parker, ha formato i JB Horns. Dal 2009 al 2011 ha portato in tour in Europa e America il tributo a James Brown “Still Black Still Proud”

Pietro Tonolo è uno dei più noti sassofonisti di jazz europei. Ha iniziato la sua attività giovanissimo suonando in Europa e in America con le band di Gil Evans e Chet Baker. Ha inciso una novantina di cd come sideman e a suo nome, ottenendo ampi successi e riconoscimenti. Ha collaborato con molti tra i principali jazzisti italiani (Franco D’Andrea, Massimo Urbani, Enrico Rava, Rita Marcotulli, Danilo Rea, Roberto Gatto) ed europei (Aldo Romano, Tony Oxley, Henri Texier, col quale ha effettuato tournée in Oriente, Africa e America Latina). Ha suonato con musicisti come Lee Konitz, Steve Lacy, Joe Lovano, Joe Chambers, Gil Goldstein, Steve Swallow, Eliot Zigmund, Paul Motian (come componente della sua “Electric Bebop Band”) ed è uno dei musicisti italiani che godono di alta considerazione presso i colleghi d’oltreoceano.

Ginger Baker. Il batterista Peter Edward “Ginger” Baker (Lewisham, Londra, 1939) con le sue influenze jazzistiche, ha introdotto la sua irrefrenabile fantasia per l’improvvisazione sperimentale in un genere più rigoroso come il blues. E sonorità tribali, provenienti dalle culture d’Africa, echeggiano sulle basi ritmiche dei Cream, un tappeto percussivo capace di ampliarsi in performance dal vivo senza confini per spettacolarità di esecuzione e inventiva. Già nel 1960 Baker aveva perfezionato la tecnica di percussionista con il nigeriano Fela Anikulapo Kuti e, successivamente, con Alexis Korner e nella Graham Bond Organisation.