vacanze_tempoliberoÈ purtroppo negativo il bilancio delle prenotazioni per le vacanze estive effettuate dai modenesi affidandosi a un’agenzia di viaggio. La contrazione si assesta intorno al 5%. A evidenziarlo è un’indagine svolta nei giorni scorsi da Confesercenti Modena che ha intervistato i titolari di una serie di agenzie specializzate nell’organizzazione di viaggi in Italia e all’estero.

Dalle interviste emerge in modo particolarmente evidente il repentino e significativo cambiamento delle destinazioni rispetto allo scorso anno. Si registra, infatti, un calo verticale delle prenotazioni per i paesi del Nordafrica. La nazione in assoluto più penalizzata è la Tunisia con un -80%, seguono l’Egitto -40% e il Marocco -30%. Ugualmente colpita dal clima d’incertezza e insicurezza è la Turchia che sconta una contrazione del 25%.

A sostituire queste mete sono soprattutto la Grecia con un +15%, la Spagna +10% e la Croazia +8%. Nel caso della penisola ellenica e delle relative isole, così come per la Croazia si cerca soprattutto la soluzione che offra condizioni economiche particolarmente vantaggiose. Nel caso invece della Spagna le motivazioni che portano alla scelta della penisola iberica sono essenzialmente legate al fatto che la si considera una metà sicura, in grado di assicurare un ottimo mix tra natura, cultura, divertimento e giusto prezzo.

Dall’indagine, tra le note positive, sia pure come effetto rimbalzo di quanto descritto sopra, emerge anche una ripresa delle prenotazioni per località turistiche italiane, in particolare verso le spiagge. “In questo caso l’aumento è del 5%, anche se – spiega Confesercenti Modena – probabilmente l’incremento è superiore, dato che il fai da te nel caso di mete nostrane è certamente molto diffuso, ma più difficile da intercettare e quantificare”.

Resta infine stabile l’interesse per Francia, Gran Bretagna e Nord dell’Europa, così come il desiderio di raggiungere mete più lontane, a partire dai Caraibi. In questo caso, – conclude Confesercenti – si tratta di clientela con capacità di spesa medio alta che risente quindi meno degli aumenti di prezzo legati soprattutto al cambio sfavorevole euro-dollaro.

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