Dopo i timidi segnali di miglioramento registrati nel primo trimestre dell’anno, sul fronte dell’occupazione nelle piccole e medie imprese del commercio dei servizi e del turismo della nostra provincia nel secondo trimestre del 2015 ritornano i segni meno.
L’Osservatorio Confesercenti Modena su un campione di oltre 1300 imprese, nei mesi di aprile, maggio e giugno 2015 ha infatti registrato una diminuzione degli occupati pari allo 0,9% a causa del saldo negativo tra assunzioni e licenziamenti, considerando tutte le tipologie contrattuali. Nel dato medio di calo tuttavia si registra una diminuzione dei contratti a tempo indeterminato ed un leggero aumento dei contratti a tempo determinato trainati in particolare dai contratti stagionali che tradizionalmente vengono attivati nei mesi di maggio e giugno. Questi dati testimoniano le difficoltà che vivono ancora le PMI del commercio e del turismo, che continuano a registrare cali nelle vendite, confermati anche dall’ISTAT, e non vedono profilarsi all’orizzonte una ripresa stabile e duratura dei consumi.
“A fronte di questo trend negativo – commenta Confesercenti Modena – è evidente come l’effetto combinato della decontribuzione prevista dalla Legge di Stabilità e del Jobs Act, non stia per ora producendo una spinta occupazionale a fronte di una ripresa ancora incerta e soprattutto molto debole del mercato interno. Infatti come certificato dall’ISTAT, il calo dei consumi continua a colpire in particolare le imprese di piccole dimensioni.
Occorre quindi creare strategie e condizioni in grado di determinare una ripresa stabile e sostenuta, l’unica in grado di assorbire occupazione; una politica tesa ad una riduzione del carico fiscale su imprese e famiglie così di poter avviare una ripresa dei consumi.
E’ poi necessario investire sulle politiche attive e quindi sull’orientamento ed il riorientamento in modo da far incontrare meglio la domanda e l’offerta di lavoro, oltre a promuovere in modo diffuso la formazione, sostenendo in particolare la formazione professionalizzante che finora si è dimostrata utile a favorire l’occupazione dei giovani, oltre che promuovere forme di impresa innovative”.
I risultati per settori di attività
Turismo e pubblici esercizi
E’ il settore che più degli altri denota sofferenza occupazionale: -4,5% il saldo tra attivazioni e cessazioni nei mesi di aprile, maggio e giugno. In questo settore, si unisce un mix di fattore negativi: al calo dei ricavi delle imprese si unisce il fenomeno del passaggio dai contratti a chiamata ai voucher, strumenti ancor più flessibili che si adattano meglio ad aspettative incerte sull’andamento dei mesi futuri.
Vendita al minuto di prodotti extra alimentari
Anche questo settore segna un saldo negativo tra assunzioni e licenziamenti, che prosegue così la sua curvatura verso il basso: -3,7% il saldo tra assunzioni e licenziamenti nel secondo trimestre dell’anno. Influisce in questo settore il calo dei consumi che prosegue da diversi anni e che sta provocando una continua erosione anche della base occupazionale.
Vendita al minuto di prodotti alimentari
Si conferma invece in questo settore il trend del primo trimestre e si registra anche in aprile, maggio e giugno un saldo positivo tra assunzioni e licenziamenti pari a +3,3%. Va però ricordato che il settore viene da diversi trimestri di crollo dell’occupazione, che nelle piccole imprese è ormai giunta a livelli minimi, quindi rappresenta una condizione minimale per poter garantire l’operatività d’impresa.
Commercio all’ingrosso
È questo il comparto in cui si registra la ripresa occupazionale più sostenuta: +2,6%, ripresa che segue l’aumento del trimestre precedente e soprattutto l’aumento dei fatturati delle imprese dell’ingrosso. In particolare si nota una maggiore progressione del numero degli assunti in quelle realtà che si rivolgono al manifatturiero, segnatamente a quei settori con maggiore vocazione all’export.