bobine-rameI Carabinieri hanno pochi dubbi: il campo agricolo incolto ubicato in località Dinazzano del comune di Casalgrande,  era stato individuato dai predoni rossi come “primo deposito” del rame trafugato nelle aziende della zona. Una scelta motivata soprattutto dalla presenza di erba altissima che di fatto impedisce di notare la refurtiva ritenuta più sicura dei capannoni in disuso usati nel passato ritenuti meno sicuri in quanto sempre più oggetto di controllo da parte dei Carabinieri. In questo caso il valore aggiunto è dato dalla collaborazione dei cittadini che hanno permesso ai Carabinieri non solo di scoprire le nove modalità di occultamento della refurtiva ma anche di recuperare un ingente partita di rame trafugato la cui provenienza furtiva è ora in corso di accertamento. E’ stato un cittadino ad imbattersi durante una passeggiata in una decina di grosse bobine di cavi di rame della lunghezza di circa 100 metri l’una. Subito ha chiamato i Carabinieri che, ritenendo le bobine oggetto di furto, hanno organizzato un servizio di appostamento nella speranza, rivelatasi vana, di poter intercettare coloro che avevano stoccato la refurtiva nel campo. Le bobine sono state quindi recuperate dai Carabinieri che ora hanno avviato le indagini per risalire ai proprietari.

(immagine di repertorio)