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Rifiuti, la riforma è legge. Con 25 voti a favore (Pd e Sel), 5 astenuti (M5s e Altra ER), e 10 contrari (Ln e Fdi-An), l’Assemblea legislativa regionale ha approvato il progetto di legge di iniziativa della Giunta che ha per titolo “Disposizioni a sostegno dell’economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata”. Viene così riformata la Legge regionale 31/1996.

Gli obiettivi della nuova legge
Entro il 2020, si punta a ridurre la produzione pro capite dei rifiuti urbani dal 20 al 25% rispetto a quanto prodotto nel 2011; a minimizzare il quantitativo di rifiuto urbano conferito in discarica (meno di 150 chilogrammi annui per abitante); a raggiungere almeno il 73% di raccolta differenziata; a riciclare almeno il 70% di alcune materie (carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico). Il concetto chiave della nuova legislazione regionale sta nello slogan “chi inquina paga”. Si agisce sulla cosiddetta “ecotassa”, il tributo speciale per il conferimento in discarica, con un aumento del 20% che scatterà il 1^ gennaio 2017. Contestualmente, comincia il percorso che porterà alla “tariffazione puntuale”: entro il 2020 si pagherà in base all’effettivo servizio erogato (i rifiuti effettivamente conferiti) e non più in base ai metri quadri dell’abitazione o al numero dei componenti della famiglia. Il principale criterio di efficienza sul quale valutare i vari sistemi di gestione sarà la riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio, premiando i Comuni che invieranno meno rifiuti in discarica rispetto al dato medio regionale. Questo parametro sarà assunto anche per ripartire il fondo incentivante, tenendo conto degli “abitanti equivalenti” (oltre ai residenti, i cosiddetti city users). La disciplina dei sistema di raccolta dei rifiuti rimane prerogativa dei Comuni.

Le materie raccolte in modo differenziato dovranno essere conferite in impianti in grado di favorirne la massima valorizzazione economica e ambientale; la scelta di tali impianti andrà effettuata tramite gara pubblica. Fino al 31 dicembre 2019 il fondo di incentivazione alla prevenzione e riduzione dei rifiuti verrà destinato per metà a diminuire il costo del servizio di igiene urbana degli utenti dei Comuni che nell’anno precedente hanno prodotto quantitativi di rifiuti non inviati a riciclaggio inferiori al 70% della media regionale registrata, e per l’altra metà a ridurre i costi di avvio della raccolta porta a porta, o sistemi equipollenti, capaci di analoghi risultati di riduzione dei rifiuti non destinati a riciclaggio. Infine, si stabilisce che gli strumenti incentivanti previsti dalla nuova normativa prevedano premialità per le imprese che innovino il ciclo produttivo e prodotti per ridurre la produzione di rifiuti.

Bonaccini: “Spegneremo gli inceneritori”
Chiudendo il lungo dibattito in Aula, iniziato nel pomeriggio di ieri, il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, ha detto che “questa legge non contiene promesse ma precisi impegni, su cui chi amministra verrà giudicato. Si tratta della legge più avanzata fra le Regioni italiane: altrove, ancora si discute sul dove aprire nuove discariche. L’autosufficienza regionale nello smaltimento dei rifiuti deriva da buone scelte fate nel passato- ha proseguito- e ha consentito di farsi carico anche delle difficoltà e delle emergenze di altre regioni”. Bonaccini ha poi chiarito che il “Piano rifiuti accoglierà alcune delle osservazioni critiche che sono state presentate”. Auspicando il voto favorevole del M5s, “che ha manifestato forte sintonia con gli obiettivi della Legge”, il presidente della Regione ha concluso con un preciso impegno: “Se la quota della raccolta differenziata posta in legge verrà raggiunta, si comincerà a spegnere, una alla volta, qualcuno degli 8 termovalorizzatori attualmente in funzione”.

Montalti (Pd), relatore di maggioranza: “Economia circolare e non consumo di risorse”
In precedenza, la relatrice di maggioranza, Lia Montalti (Pd), aveva espresso un “forte riconoscimento del lungo percorso democratico e partecipativo alla base di questa legge, nella convinzione che sia necessario adottare un sistema di incentivi e disincentivi, per mutare abitudini consolidate e conseguire concreti vantaggi per cittadini e imprese. Soprattutto- aveva sottolineato- questa legge pone un drastico cambiamento di ottica: l’economia circolare deve sostituire il consumo di risorse, se si vuole garantire uno sviluppo sostenibile, minimizzare gli sprechi, ridurre il numero di discariche e inceneritori. La massima responsabilizzazione dei cittadini potrà essere favorita dalla tariffazione puntuale”.

Bargi (Ln), relatore di minoranza: “Obiettivi condivisibili, perplessità sugli strumenti per centrarli”
Per il relatore di minoranza, Stefano Bargi (Ln), “gli obiettivi della legge sono condivisibili, ma sono forti le perplessità sulle scelte concrete, gli strumenti individuati per raggiungerli. La più evidente contraddizione- aveva affermato il consigliere- è fra l’aumento dell’ecotassa per lo smaltimento in discarico, che avverrà nel 2017, e la concreta introduzione della tariffazione puntuale, che molti Comuni non saranno in grado di garantire nemmeno nel 2020. Perciò, sarebbe stato opportuno introdurre meccanismi sperimentali, in Comuni campione, e intanto avere a disposizione uno studio dell’impatto economico di questa legge, in particolare con l’aumento dell’ecotassa, che già oggi è fra le più alte d’Italia”.

Sui 10 articoli del progetto di legge sono stati depositati 59 emendamenti, 5 gli ordini del giorno prfesentati e discussi (approvato solo quello della maggioranza)
Una nuova visione nella gestione dei rifiuti per promuovere il riciclaggio e la prevenzione e per consegnare alle generazioni future un territorio più pulito, sano e stabile dal punto di vista economico. Uno strumento operativo per arrivare entro cinque anni, come stabilito, anche tramite tariffazione puntuale e incentivi ai Comuni virtuosi, agli obiettivi prefissati di una raccolta differenziata al 73%, alla riduzione del 25% della produzione pro-capite dei rifiuti urbani, al riciclaggio al 70%, al contenimento delle discariche, autosufficienza regionale.
Entra nel vivo la nuova gestione dei rifiuti in Emilia-Romagna, con l’approvazione di una Legge con cui si segna un’ulteriore importante tappa del percorso svolto in questi ultimi anni, che ha portato come risultato finale a un progetto coerente con gli obiettivi comunitari.

La Regione Emilia-Romagna vuole transitare da un modello economico lineare basato sullo sfruttamento delle risorse naturali, senza alcuna prospettiva legata al riuso o a ripristino delle stesse, a una “economia circolare” in cui non vi siano prodotti di scarto e in cui le materie vengono costantemente riutilizzate. Economia circolare significa inoltre bloccare le risorse sul territorio a favore dell’occupazione, dello sviluppo economico e della sostenibilità locale. E per far ciò individua strumenti quali la tariffazione puntuale, attraverso cui si paga per quanto si conferisce, e mette in campo incentivi rivolti ai Comuni che inviano meno rifiuti allo smaltimento e premialità per le imprese.
Il passaggio ad un’economia circolare è al centro dell’agenda per l’efficienza delle risorse stabilita nell’ambito della “strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini: “Questa Legge è per noi un impegno concreto, un contributo tra i più avanzati del Paese in quest’ambito che proviene da una regione, la nostra, tra le pochissime in Italia a non essere mai andata in emergenza rifiuti grazie a politiche serie. Ora, il nostro futuro parla di superamento della maggior parte delle discariche nel 2020, come chiede l’Unione europea, di politiche che permettano di raggiungere risultati inediti in termini di qualità della vita e dell’ambiente. Virtuosità che nel 2020 ci porteranno anche a cominciare a spegnere qualche inceneritore”.
“Grazie a questa Legge, costruita con un ruolo determinante della società regionale e di Consigli comunali e provinciali – ha commentato l’assessore regionale alle Politiche ambientali, Paola Gazzolo -, l’attenzione si sposta sulla parte a monte del filiera del rifiuto e non quella terminale, affrontando i temi del contrasto allo spreco, della riduzione del rifiuto, della raccolta e dell’industrializzazione del riciclo, del passaggio a un’economia circolare in cui il rifiuto diventa realmente risorsa. La Giunta, inoltre, metterà risorse proprie per fare in modo che il Fondo a sostegno delle gestioni virtuose sia non inferiore ai 10 milioni di euro. Ora subito il Piano regionale, dove andremo a recepire e tradurre nella pratica gli obiettivi di questa Legge”.

Gli strumenti: tariffazione puntuale
Un importante strumento per raggiungere gli obiettivi di riduzione della produzione di rifiuti e di riciclaggio è la tariffazione puntuale, ovvero sistemi attraverso i quali si paga per quanto si conferisce. Tariffa puntuale significa equità contributiva, in quanto si pagherà in relazione all’effettivo servizio erogato e non in base ai metri quadri o al numero dei componenti della famiglia, e responsabilizzazione dei cittadini attraverso l’applicazione del principio «chi inquina paga».
La legge rinvia a specifiche linee guida che dovranno essere adottate da parte dell’Agenzia territoriale dell’Emilia Romagna per i servizi idrici e rifiuti (Atersir) , al fine dell’applicazione della tariffazione puntuale nel territorio regionale, con priorità per le utenze non domestiche

Premi all’efficienza e disincentivi all’uso delle discariche
La legge prevede la costituzione presso l’Atersir di un fondo a sostegno delle gestioni meritorie, relativamente agli utenti dei comuni che abbiano raggiunto una determinata quantità pro capite di produzione di rifiuto urbano non inviato a riciclaggio, e a sostegno della trasformazione del servizio con modelli innovativi di raccolta tesi a incrementare i rifiuti da destinare a riciclaggio nonché per la realizzazione dei centri comunali per il riuso.
Uno dei criteri di efficienza, in base al quale valutare i vari sistemi di gestione sarà la riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio. Di fatto sono virtuosi il cittadino e il Comune che invia complessivamente meno rifiuti a smaltimento. Questo parametro viene assunto come riferimento per la ripartizione del fondo incentivante previsto nel progetto di legge.
La Legge, inoltre, disincentiva l’uso della discarica e l’incenerimento senza recupero di energia. Sono quindi rivisti in aumento gli importi dell’ecotassa per lo smaltimento. La revisione sarà graduale, con un primo step al 2017 e uno successivo al 2020.