A trent’anni dalla nascita dell’attività agrituristica si è giunti alla definizione di una nuova classificazione  delle aziende agrituristiche e all’adozione del marchio nazionale dell’agriturismo italiano. La Giunta regionale dell’Emilia Romagna ha infatti approvato i criteri generali e la procedura da osservare. Il nuovo marchio   identificativo “Agriturismo Italia” diventa uguale per tutti gli agriturismi italiani, salvo eventuali integrazioni apportate dalle regioni, così come il nuovo simbolo identificativo della classificazione  rappresentato da un girasole.
E’ così che a distanza di  sei lustri dalla nascita delle prime imprese agrituristiche, Turismo Verde, l’associazione si settore della Cia, celebra domenica 4 ottobre la nona “Giornata dell’agriturismo” nel giorno in cui, ad Expo, viene presentato ufficialmente nuovo simbolo e le normative nazionali.  “In Emilia Romagna operano complessivamente più di mille aziende agrituristiche che rappresentano lo specchio dell’agricoltura regionale – spiega Turismo Verde Cia –  e al loro interno è contenuto un vero e proprio manifesto dello sviluppo rurale: obiettivi che investono tutto il territorio, il paesaggio, il lavoro, i valori del mondo rurale”. Sono ormai quasi 21.000 le aziende agrituristiche in Italia con un incremento costante ogni anno, nonostante il perdurare della crisi economica.  “È solo merito dei nostri operatori agrituristici, che possiamo considerare dei veri e propri pionieri, l’aver recuperato le vecchie cascine, masserie – prosegue Turismo Verde Cia –  cioè molto del patrimonio edilizio rurale tutelando le peculiarità paesaggistiche. L’aver sostenuto le produzioni tipiche, di qualità, la biodiversità con il recupero di varietà antiche e le connesse tradizioni enogastronomiche, riscoprendo le vecchie ricette che in campagna si sono tramandate da generazione in generazione”.
In tutte le province dell’Emilia Romagna saranno allestiti da Turismo Verde gazebo informativi (a Bologna ce ne sarà uno in occasione del “san locca day”).
“Abbiamo recuperato e creato capitale sociale e andiamo nelle piazze a raccontare le nostre esperienze – conclude Turismo Verde Cia – per far conoscere la nostra realtà che parte da aspetti sociali, con l’inclusioni di fasce deboli di cittadini, alla didattica per i bambini e all’ambiente, con la gestione  del paesaggio, la conservazione della biodiversità e la difesa dei suoli”.
Un unico marchio identificativo risponde alla necessità di creare un brand spendibile all’estero quando, attualmente non c’è ancora una normativa che identifichi chiaramente questa tipologia di Turismo.