municipale“Non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca”. Questa frase deve sintetizzare l’approccio per analizzare le complicate vicende che da mesi ruotano attorno alla Polizia Municipale dell’Unione Terre di Castelli.
La discussione di questi mesi ha pericolosamente sovrapposto scelte strategiche sulla gestione del servizio, giudizi sull’organizzazione e giudizi sulle persone.
Riteniamo la gestione in Unione del servizio di PM sia una scelta strategicamente positiva e di cui bisogna riconoscere il valore in termini di risparmi, efficienza e maggiore professionalità degli agenti. E’ questa la strada che è stata seguita in Emilia Romagna (al di là di qualche eccezione).

C’è poi la questione dell’organizzazione del Corpo.  Innanzitutto, è necessario esplicitare gli indirizzi politici che a nostro avviso non possono non contenere elementi di rinnovamento. Su questo siamo disponibili a confrontarci liberamente in un ottica di efficienza ed equo riconoscimento economico.

In merito alla figura del comandante, lo abbiamo già detto nel mese di luglio, abbiamo il massimo rispetto per il Comandante Venturelli, ma non parteciperemo a nessuna “primaria” sul nome dello stesso Comandante.
E’ comunque sotto gli occhi di tutti che il nome del Comandante e la durata dell’incarico sono diventati, gioco forza, gli elementi principali della polemica: questo però è un errore dal quale occorre venire fuori.  Continuare a percorrere questa discussione non porta da nessuna parte. Va da sé che l’assenza di un modello organizzativo condiviso, comporti come risultato la precarietà del relativo ruolo di comando. Così come proporre un incarico di comando di maggiore durata non risolve il problema di un modello organizzativo che da più parti si è chiesto di cambiare.
Il degenerare di questa discussione, inoltre, rischia di far sbandare la delicata governance dell’Unione proprio nella fase in cui questa istituzione sta acquisendo sempre maggiore peso, dopo la decisione di conferire in Unione sia i servizi dell’ASP che la gestione del centro per disabili “il Melograno” di Montese.
Sarebbe dunque poco logico, anche agli occhi degli stessi cittadini, che questa Unione mentre si amplia dal lato dei servizi socio-assistenziali, si smembra dal lato della Polizia Municipale.
Un epilogo che non porterebbe benefici a nessuno, ma solo problemi anche in termini di bilanci e di equilibri finanziari che verrebbero stravolti per tutti.

La scelta razionale a questo punto non può che essere una soluzione ponte che consenta di “non buttare via il bambino con l’acqua sporca”. Una soluzione che, da un lato, ribadisca la scelta strategia della gestione della PM in Unione e, dall’altro lato, costruisca una percorso per arrivare ad un modello organizzativo condiviso. Da quel punto in avanti, poi, si potrà ragionare di nomi e durata degli incarichi.

(Alessandro De Nicola Fp/Cgil Vignola)