Tre milioni di soci, oltre 400mila persone che operano all’interno del settore di cui 64mila retribuite, un giro d’affari di 2,6 miliardi di euro.
Questo, in sintesi, quanto emerge dalla rilevazione condotta dall’Osservatorio regionale sull’Economia sociale, riferita all’anno 2014 e presentata al Convegno “Pubblica amministrazione e Terzo settore: una collaborazione che si rinnova”, che si è tenuto in Regione.
“Mai come in questa fase – ha sottolineato Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al welfare e alle Politiche abitative, nel suo intervento al convegno – abbiamo bisogno del concorso e del sostegno delle diverse anime del Terzo Settore per riportare alti i livelli di coesione sociale e per riconnettere istituzioni, associazioni, e cittadini nel conseguimento di obiettivi comuni. Il rapporto pubblico-privato – conclude Gualmini – è uno dei pilastri dell’impalcatura regionale, stiamo trovando nuovi modi di interagire e di co-progettare insieme sulle grandi sfide dell’immigrazione, dello sviluppo economico, del contrasto alla povertà”.
Numeri, quelli resti noti oggi nel corso dell’iniziativa, che rappresentano la valenza del terzo settore in Emilia-Romagna, non solo per il suo ruolo fondamentale nella costruzione della coesione sociale, ma anche come soggetto economico capace di creare ricchezza e occupazione.
I dati – provenienti dall’incrocio di più archivi amministrativi e dalla raccolta di questionari inviati a circa 7.500 associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato e cooperative sociali – mostrano un settore in espansione.
Le associazioni di promozione sociale sono circa 3.600 per lo più operanti nell’ambito delle attività ricreative, della cultura e dello sport. I soci sfiorano i due milioni, con alcune aree forti nel reggiano, nella dorsale che unisce Carpi a Pavullo passando per Modena, nel forlivese. Larga parte dell’attività delle Associazioni di promozione sociale (APS) è rivolta a tutta la popolazione, anche se sono frequenti attività dedicate a categorie particolari di utenza, minori, anziani autosufficienti, disabili e immigrati. Nel 43% dei casi l’attività è svolta in convenzione con Enti locali o Istituzioni pubbliche; nelle entrate delle APS la presenza del pubblico incide per circa un sesto.
Le organizzazioni di volontariato sono circa 3mila, concentrate maggiormente nelle città. I soci superano il milione, i soci volontari attivi nelle organizzazioni sono 140mila. Gli ambiti nei quali operano le Organizzazioni di volontariato riguardano principalmente la sanità, l’assistenza sociale e la protezione civile. Quasi la metà di esse opera in convenzione con Istituzioni pubbliche o private. Le entrate dal pubblico incidono per circa la metà delle entrate complessive.
La cooperazione sociale continua a crescere. Le quasi mille cooperative realizzano un fatturato che sfiora i due miliardi, grazie al lavoro di quasi 43mila addetti. Le aree forti della cooperazione sociale, tenendo conto della popolazione di riferimento sono, scendendo lungo la via Emilia, le città di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena, a cui si aggiunge l’area che unisce il faentino con il forlivese e la città di Rimini.
Nel 2014, rispetto all’anno precedente, l’occupazione è aumentata del 4,3% , il fatturato del 2,3% , una crescita diffusa in quanto il 69% delle cooperative ha chiuso in utile.
Ogni quattro occupati tre sono di genere femminile, i contratti a tempo indeterminato rappresentano l’83% del totale. Quasi il 70% delle entrate deriva da convenzioni con il Pubblico e da corrispettivi per le attività prestate.
L’Osservatorio regionale sull’Economia sociale nasce con il Protocollo d’intesa firmato il 14 luglio dalla Regione Emilia-Romagna, Unioncamere Emilia-Romagna e il Forum Terzo settore con la finalità di realizzare iniziative per promuovere, rafforzare e qualificare imprese sociali. L’Osservatorio contribuisce, inoltre, ad accrescere e migliorare la conoscenza del patrimonio informativo del sistema non profit, elaborando un rapporto annuale congiunto sui dati economici relativi alla situazione del Terzo settore in Emilia-Romagna.