Emodinamica_NocsaeDal 16 novembre diventa operativo un nuovo modello organizzativo in ambito cardiologico che consentirà di centralizzare, in un’unica struttura, il trattamento in urgenza dei pazienti colpiti da infarto acuto del miocardio provenienti da tutto il territorio provinciale.

Grazie all’impegno congiunto dell’Azienda Usl e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena, un’unica equipe – composta dai medici cardiologi emodinamisti dei due poli ospedalieri cittadini – seguirà a Baggiovara tutti i pazienti della provincia che necessitano di un’angioplastica urgente. Nel Laboratorio Unico di Emodinamica del Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense saranno gestite sia le urgenze della provincia che l’attività ordinaria e programmabile già precedentemente eseguita. Saranno in tutto 8 i cardiologi emodinamisti in forza al nuovo sistema di risposta alle urgenze di emodinamica della provincia.

“Il progetto, che si ripropone la riunificazione in un unico polo delle attività di emodinamica presso il NOCSAE, – sottolinea l’Assessora a Welfare, Sanità e Coesione sociale del Comune di Modena, Giuliana Urbelli –  costituisce parte del più complessivo percorso di organizzazione della rete cardiologica modenese e si colloca nell’alveo tracciato dalla CTSS in accordo con la RER ovvero la gestione integrata tra Policlinico e Baggiovara. Importante che il progetto, finalizzato a garantire la qualificazione dei percorsi delle emergenze cardiologiche, abbia visto la condivisione dei professionisti dell’intera rete provinciale, ospedalieri ed universitari, presupposto fondamentale per l’integrazione clinica che sta alla base del progetto complessivo”

“La riorganizzazione delle attività di emodinamica è una tappa importante del percorso di integrazione dei due ospedali e un ulteriore passo avanti nel trattamento tempestivo e altamente specializzato di questa patologia – afferma il direttore sanitario dell’Azienda USL di Modena Gianbattista Spagnoli. Un’unica squadra di lavoro, riunita in una sola struttura, permetterà di rendere più omogenei i percorsi di cura e garantire la massima sicurezza e qualità dell’assistenza”.

“La centralizzazione delle urgenze coronariche presso il Laboratorio di Emodinamica di Baggiovara rappresenta l’inizio di un processo di integrazione più ampio tra le cardiologie; in particolare gli emodinamisti del Policlinico e di Baggiovara in questi ultimi anni hanno dimostrato di sapere collaborare per la costruzione di una Emodinamica più forte, avendo come unico orizzonte il migliore trattamento possibile per il paziente – afferma Stefano Tondi, Direttore della Cardiologia del Nuovo Ospedale S.Agostino-Estense. Il nuovo gruppo di lavoro sarà formato dai professionisti di entrambe le cardiologie cittadine, che si alterneranno e collaboreranno nella copertura di un servizio attivo 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. La presenza di un gruppo forte, coeso, professionalmente esperto e ben formato, rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione e valorizzazione delle risorse umane e professionali della nostra provincia e un valore aggiunto di qualità nella gestione ottimale della sindrome coronarica acuta”.

“Si tratta di un risultato importante – ha spiegato il Direttore sanitario del Policlinico Luca Sircana – per la sanità modenese che permette di ottimizzare la gestione delle risorse tra i due più grandi ospedali della nostra Provincia al fine di offrire un servizio di qualità ai cittadini. Il Policlinico fa parte di una rete provinciale di Emergenza e Urgenza rappresentata dall’omonimo Dipartimento Interaziendale ed è in quest’ottica che è stato pensato e realizzato questo progetto. Sono molto contento di come i nostri tecnici, cardiologi ed emodinamisti, hanno lavorato in questi mesi.”

“Si tratta – commenta Giuseppe Boriani, Direttore della Cardiologia del Policlinico – di un progetto di grande respiro desinato a unire le competenze dei medici cardiologi emodinamisti del Policlinico e di Baggiovara in un’unica equipe in grado di offrire ai pazienti della Provincia un servizio di prima qualità in un settore delicato dove la tecnologia e la casistica dell’equipe sono variabili decisive. Credo che per la Cardiologia del Policlinico far parte di questo progetto sia un’interessante sfida professionale e ringrazio tutti i miei collaboratori per il lavoro svolto in questi mesi di preparazione del progetto. Si tratta inoltre di un primo valido esempio di collaborazione che può essere la base per futuri sviluppi ad esempio nel campo dell’elettrofisiologia”.

Alla comparsa dei primi sintomi di infarto chiama subito il 118

L’unico modo per contrastare un infarto è batterlo sul tempo, per questo è importante agire il più in fretta possibile, chiamando subito il 118 alla prima comparsa dei sintomi. Infatti, nel caso di un sospetto attacco cardiaco – ovvero in presenza di sintomi come dolore toracico persistente, dolore al centro del petto che si estende al braccio o alla spalla e alla schiena, dolore prolungato alla parte alta dell’addome o perdita di sensi – è fondamentale non improvvisare soccorsi o recarsi autonomamente in ospedale, ma chiamare subito il 118 e aspettare l’arrivo dell’ambulanza che trasporterà il paziente nel centro più appropriato.

 

L’infarto acuto del miocardio

L’infarto acuto del miocardio è una patologia che, a ragione, viene definita “tempo-dipendente”. Minore è il tempo di intervento, infatti, e maggiore è la possibilità che la prognosi sia positiva. Secondo le più recenti linee guida internazionali i pazienti con infarto acuto del miocardio devono essere trattati entro 90 minuti dal primo contatto medico.

A Modena il tempo medio per un’angioplastica su un infarto acuto del miocardio è di 73 minuti (nell’area metropolitana il tempo medio scende a 58 minuti). In provincia, ogni anno sono circa 450 i nuovi casi di infarti del miocardio che devono essere indirizzati in sala di emodinamica subito dopo il loro arrivo in ospedale. La mortalità ospedaliera per infarto si attesta oggi, in provincia, attorno al 6% (trenta anni fa era di oltre il 30%). La prevalenza dei pazienti è di sesso maschile, con un picco di età compreso tra 60 e 70 anni, anche se non sono infrequenti casi di pazienti più giovani. Sempre più spesso sono ricoverati e trattati con angioplastica coronarica anche pazienti over 75 anni.

 

Un piccolo dizionario per orientarsi

L’INFARTO è il termine tecnico usato per indicare la necrosi  di un tessuto che avviene dopo una brusca interruzione del flusso sanguigno arterioso dovuto all’occlusione o alla rottura di una arteria. La necrosi è di fatto la morte del tessuto cellulare dell’organo interessato dall’infarto o di una sua parte. Si parla infatti di infarto al miocardio, o di infarto splenico, polmonare a seconda dell’arteria interessata. L’infarto acuto del miocardio è il più frequente.

L’INFARTO MIOCARDICO ACUTO (IMA) avviene quando parte del tessuto cardiaco muore a causa della mancanza di ossigeno determinata dall’occlusione improvvisa di uno o più rami delle arterie coronarie a causa di un trombo o di uno spasmo. L’infarto miocardico colpisce più di duecentomila italiani all’anno. Se l’infarto colpisce solo una zona limitata del muscolo cardiaco, le conseguenze non sono gravi. Se la lesione del muscolo cardiaco è molto estesa, può provocare la morte o un’invalidità (di grado variabile).

Il MIOCARDIO o muscolo cardiaco è la ‘tonaca’ muscolare del cuore. È composto per il 70% da fibre muscolari, mentre il restante 30% è costituito principalmente da tessuto connettivo e da vasi.

L’EMODINAMICA è la branca della fisiologia cardiovascolare che analizza e studia il comportamento del sangue in movimento nei vasi, permettendo così di ridurre il pericolo dell’instaurarsi di patologie legate alla circolazione sanguigna. Con il termine globale di emodinamica usato in cardiologia, si indicano le metodiche di indagine invasive, quali la coronarografia e quelle non invasive come l’eco-cardiografia color Doppler, che consentono uno studio morfologico e funzionale della circolazione cardiaca.

L’ANGIOPLASTICA è una metodica utilizzata in ambito medico per dilatare un restringimento del lume (stenosi) di un vaso sanguigno. La dilatazione del vaso viene effettuata per mezzo di uno speciale catetere a palloncino che viene introdotto mediante la puntura di un’arteria, portato fino al vaso stenotico e successivamente gonfiato in corrispondenza del restringimento, in modo da ripristinare il normale diametro del vaso e permettere il flusso sanguigno.

Emodinamica

Immagine – Emodinamica, da sx: Spagnoli, Tondi, Boriani, Rossi, Sircana