infanziaGiochi e laboratori per bambini e ragazzi di diverse fasce d’età, la consegna alle autorità cittadine del rapporto 2015 dell’Unicef sulla situazione dell’infanzia nel mondo fino al conferimento della Cittadinanza onoraria modenese a 160 bambini stranieri che vivono in città e frequentano le scuole di Modena.

Sono le principali tappe che scandiranno i prossimi giorni in città in occasione della Giornata internazionale dei Diritti dei bambini e degli adolescenti che si celebra il 20 novembre in 190 Paesi del mondo. Mentre continuano per tutta la settimana (www.comune.modena.it/memo per il programma delle iniziative) in nidi d’infanzia e ludoteche le proposte dell’assessorato alla Scuola del Comune di “La città in gioco”, che vedono protagonisti bambini di tutte le età e le loro famiglie, ci si prepara agli appuntamenti principali.

Venerdì 20 novembre per celebrare il 26° anniversario dell’approvazione della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, come da tradizione, una rappresentanza di bambini consegnerà, in momenti diversi, a sindaco e prefetto il rapporto elaborato dall’Unicef “Per ogni bambino la giusta opportunità. Un mondo a misura di bambini e adolescenti” con i dati aggiornati su equità e violenza, povertà, sopravvivenza infantile, adolescenza, crisi umanitarie, istruzione e finanziamenti. In Municipio, alle 9.30, saranno gli alunni della terza B della scuola primaria statale Sant’Agnese a consegnare al sindaco Gian Carlo Muzzarelli il vademecum. I bambini si esibiranno inoltre nella lettura recitata “Io sono così” secondo un progetto ideato e coordinato dal Sognalibro.

Il momento culminante delle celebrazioni sarà sabato 21 novembre quando a 160 bambini nati in Italia nel 2005 da famiglie originarie di 21 diversi Paesi del mondo, dall’Africa all’America del Sud, dall’Est Europa all’Asia, figli di migranti residenti in città, sarà simbolicamente conferita la cittadinanza onoraria.

L’iniziativa, già annunciata dal sindaco al Consiglio comunale prima dell’estate, è in linea con gli indirizzi contenuti in un ordine del giorno approvato lo scorso dicembre dallo stesso Consiglio e contenuti nella delibera relativa alle procedure di conferimento della cittadinanza onoraria, in cui si afferma che è opportuno impiegare tale istituto anche per promuovere i diritti degli stranieri immigrati residenti.

Sono una trentina le scuole frequentate dai 160 ragazzi (13 alle Rodari e altrettanti alle San Giovanni Bosco, 12 a Sant’Agnese, 11 alle Leopardi, alle Cittadella, alle Collodi e alle Gramsci, solo per citare i gruppi più numerosi), 28 dei quali hanno famiglie che provengono dalle Filippine, due dallo Sri Lanka, uno dall’India e uno dal Bangladesh, mentre 16 sono i cinesi. Ventiquattro quelli originari del Marocco, undici dalla Tunisia, due dall’Algeria, tre dalla Turchia, uno dall’Egitto e uno dalla Siria. I ghanesi sono 22, sei i nigeriani, uno è di una famiglia del Sudan, di un altro i genitori provengono dal Burkina Faso. I ragazzi di origini albanesi sono 19, 15 quelli le cui famiglie provengono dalla Romania e 13 da altri paese dell’Est europeo: Polonia, Moldavia, Ucraina e Serbia. Un ragazzo è di famiglia argentina.

Alla cerimonia, che si svolgerà presso il Forum Monzani di via Aristotele 33 alle 16.30, parteciperanno i bambini, le loro famiglie, i compagni di classe che li accompagneranno e le insegnanti. Saranno inoltre presenti il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, la presidente del Consiglio comunale Francesca Maletti, il vicesindaco assessore a Cultura e Scuola Gianpietro Cavazza e la professoressa Fiorella Balli dell’Unicef.

 

“GIÚ LE MANI DAL TRIVA”

“Giù le mani dal Triva. Non permetteremo che una parte strumentalizzi un bene che è patrimonio dell’intera collettività modenese”. Ad affermarlo è l’assessore alla Scuola del Comune di Modena Gianpietro Cavazza in merito alle proteste annunciate per la presunta chiusura del servizio.

“Il Triva, una delle prime strutture dedicate all’infanzia sorte in città, attualmente ospita una sezione di nido d’infanzia; vi hanno inoltre trovato casa altri servizi educativi e altri vi potranno essere accolti. Oltre al nido, ospita infatti il Centro per bambini e genitori, un servizio integrativo condotto da un’educatrice e frequentato da bambini da 1 a 4 anni accompagnati dai loro genitori, che intende essere un’occasione di socializzazione per i piccoli e di confronto per i genitori. In futuro la stessa struttura potrebbe ospitare anche un laboratorio intergenerazionale per l’apprendimento del linguaggio computazionale, mentre a breve vi troverà spazio il Sognalibro, un servizio di consulenza rivolto a educatori e genitori, che originariamente era nei locali del nido Villaggio Giardino poi destinati a una sezione di scuola d’infanzia.

“La rete dei servizi educativi – aggiunge Cavazza – è, infatti, un organismo vivo che muta e evolve in rapporto alle esigenze del territorio e alle richieste delle famiglie. Il futuro della scuola modenese non può essere progettato con la testa rivolta al passato, pensando solo a salvaguardare aspetti simbolici e senza preoccuparsi di rispondere ai bisogni attuali delle famiglie. Che è invece ciò che venne fatto a Modena con grande lungimiranza politica quando venne realizzato il nido Bonaccini, poi denominato Triva. E che oggi cerchiamo di fare prima di tutto andando a capire con un’indagine, che è in corso, quali sono le esigenze delle famiglie, quali sono i servizi educativi da proporre, qual è il livello di flessibilità necessario. Non nascondo – continua l’assessore – che desta stupore vedere che tra chi protesta per la chiusura di un nido, che in realtà non chiude, c’è anche chi fino a poco tempo fa era nella posizione per decidere e fare cose che non sono state fatte.

È infatti da cinque anni che si registra la diminuzione dei nati e la conseguente riduzione delle domande di iscrizione ai nidi d’infanzia, unitamente all’incremento delle rinunce che può essere legato anche alla crisi economica e per questo motivo abbiamo continuato a mantenere invariate le tariffe che comunque sono commisurate alle effettive possibilità delle famiglie grazie all’utilizzo dell’indicatore Isee. Il calo delle domande ai nidi d’infanzia si sta verificando da diversi anni tanto nei servizi educativi comunali quanto in quelli convenzionati.

Di fronte a questo fenomeno l’Amministrazione ha deciso, già cinque anni fa, di rivedere le politiche dell’infanzia riducendo progressivamente i posti comunali disponibili al nido: 998 nel 2009/2010, 974 nel 2010/2011, 965 nel 2011/2012, 956 nel 2012/2013, 921 nel 2013/2014, 867 nel 2014/2015 e parimenti si sono ridotti anche i posti convenzionati. In particolare, già a febbraio 2013 si era proceduto a rimodulare le singole sezioni riducendo i posti in ben sei nidi. Rispetto all’anno precedente, i posti soppressi complessivamente erano stati in tutto 54, pari praticamente a due nidi di due sezioni. Allo stato attuale – continua Gianpietro Cavazza – quando le condizioni lo hanno consentito e condividendo le decisioni con le famiglie dei bambini e il personale, abbiamo unito alcune sezioni in un’unica struttura per garantire ai bambini un contesto educativo idoneo e per ottimizzare le risorse. Allo stesso modo, siamo consapevoli che il nido Triva, che pur registra il calo delle richieste, è, per la sua storia uno dei simboli dei servizi educativi della città, quindi continueremo a utilizzare questi spazi per servizi educativi”.