affitti“Apprendo con stupore ed un pizzico d’imbarazzo delle proteste dell’opposizione riguardo le graduatorie per l’affitto in garanzia, perché quelle graduatorie sono state stilate col regolamento modificato da loro nei cinque anni in cui erano al governo della città, che non è stato minimamente modificato da noi”. In questo modo l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Sassuolo Antonella Vivi interviene sulla polemica sollevata in questi giorni.

“Non si possono mescolare due cose completamente diverse tra loro e poi utilizzare i dati a proprio uso e consumo: a maggior ragione se si è consigliere da tanti anni e si è stati alla guida dell’Amministrazione non si può ignorare la differenza tra Affitto in garanzia (conosciuto anche come Agenzia Casa)  ed Erp.

I dati a cui si riferiscono le opposizioni – chiarisce l’Assessore –  sono le graduatorie dell’Affitto in Garanzia: appartamenti che l’Amministrazione prende in affitto da privati e li subaffitta, a canone agevolato, a chi è in difficoltà economica. Il regolamento per accedere all’Affitto in Garanzia è esattamente quello approvato dalla Giunta Caselli, che l’aveva modificato inserendo un punto per ogni anno di residenza anagrafica in città. L’unica modifica che questa Amministrazione ha fatto è stata un’ulteriore agevolazione al pagamento dell’affitto per le categorie fragili: anziani e disabili. E’ vero che in graduatoria ci sono molti stranieri – aggiunge l’Assessore – ma basta vedere entrambi gli elenchi, ammessi e respinti, per capirne il motivo. Su 46 domande presentate (comprendendo sia gli ammessi che gli esclusi) 12 sono di italiani, 34 di stranieri: se il triplo di stranieri, rispetto agli italiani, presenta la domanda è matematico che la maggioranza di ammessi non sia di nazionalità italiana; tra l’altro era esattamente così anche con l’Amministrazione precedente.

Per quanto riguarda l’Edilizia Residenziale Pubblica – prosegue l’Assessore – è vero che la Giunta ha modificato il regolamento ma non è assolutamente vero che ha cancellato il criterio di residenza. Negli ultimi mesi di mandato, l’Amministrazione precedente  aveva modificato il regolamento introducendo il criterio di residenza, che noi abbiamo mantenuto, semplicemente calmierandolo a favore di anziani e disabili perché riteniamo che un disabile residente da 5 anni abbia diritto a qualche punto in più rispetto ad un normodotato, che può quindi lavorare, residente da 10. Si tratta, però, di un’altra graduatoria, relativa in questo caso agli alloggi ERP,  più conosciute come case popolari.  Spero che con questo chiarimento – conclude l’assessore Vivi – si spengano definitivamente queste sterili polemiche”.