L’Amministrazione  comunale  ha deciso di applicare il Contratto collettivo nazionale   di  lavoro  rispetto  alla  richiesta  di  assemblee  sindacali retribuite. Sarà  la  RSU,  unitariamente  intesa,  a chiedere al Comune di autorizzare un’assemblea   retribuita  in  orario  di  lavoro  e  non  più  le  singole componenti.  Quindi  se  la maggioranza delle RSU non è d’accordo non potrà più  essere  richiesta  un’assemblea  del  personale  come,  per esempio, è avvenuto sabato scorso in occasione dell’incontro casalingo del Bologna Fc.

Non  si  tratta di un atto autoritario ma l’applicazione di quanto previsto dal   Contratto  collettivo  nazionale di lavoro e dai contratti quadro del nostro comparto. Così come avviene nella stragrande maggioranza dei Comuni.

L’uso  disinvolto  e  frazionato per ogni sigla di un diritto sindacale, al quale  abbiamo  assistito  in  questi ultimi anni, ha fatto sì che solo nel 2015  siano  state  convocate 158 assemblee retribuite in orario di lavoro, con  conseguente interruzione dei servizi. Questo ha significato disagi per i cittadini, che invece hanno diritto alla continuità dei servizi.

La  RSU  è  unitaria  e conta 51 eletti. Gli eletti nelle liste USB e Cobas hanno rispettivamente 12 e 2 delegati, quelli eletti nella lista ADI 4. Non si  nega  perciò  il  diritto di assemblea retribuita ma d’ora in poi lo si potrà   fare  quando  l’organismo  unitario,  almeno  a  maggioranza,  sarà d’accordo.  I  diritti  d’assemblea e il diritto di sciopero sono conquiste dei  lavoratori,  così come il diritto dei cittadini ad avere servizi senza eccessivi disagi.

Resta  la disponibilità dell’Amministrazione comunale a concedere spazi per assemblee  fuori dall’orario di lavoro. L’Amministrazione è convinta che la maggioranza  dei  lavoratori  del  Comune  e  in  particolare della Polizia Municipale,  dei servizi scolastici e sociali comprenderà bene la decisione assunta,  presa solo nell’interesse generale dei cittadini, dell’efficienza dei   servizi   che   il  Comune  eroga  e  delle  stessa  credibilità  dei rappresentanti dei lavoratori.