157Sono aperte le prenotazioni alla gita di domenica 6 marzo 2016 a Forlì organizzata dall’Associazione Culturale FORUM U.T.E. con visita alla mostra Piero Della Francesca. Indagine su un mito presso i Musei San Domenico. Seguirà il trasferimento con visita a Bertinoro e successivamente a Forlimpopoli.

Programma:

  • arrivo a Forlì verso le 9.30 e visita guidata alla mostra

Piero Della Francesca, indagine su un mito

L’affascinante rimando tra critica e arte, tra ricerca storiografica e produzione artistica nell’arco di più di cinque secoli è il tema della mostra Piero della Francesca – Indagine su un mito. Dalla fortuna in vita  – Luca Pacioli lo aveva definito “il monarca della pittura” –  all’oblio, infine alla riscoperta. Alcuni dipinti di Piero, scelti per tracciare i termini della sua riscoperta, costituiscono il cuore dell’esposizione. Accanto ad essi figurano in mostra opere dei più grandi artisti del Rinascimento che consentono di definirne la formazione e poi il ruolo sulla pittura successiva. Per illustrare la cultura pittorica fiorentina negli anni trenta e quaranta del Quattrocento, che vedono il pittore di Sansepolcro muovere i primi passi in campo artistico, saranno presenti opere di grande prestigio di Domenico Veneziano, Beato Angelico, Paolo Uccello e Andrea del Castagno, esponenti di punta della pittura post-masaccesca. L’accuratezza prospettica di Paolo Uccello e l’enfasi plastica delle figure di Andrea del Castagno, la naturalezza della luce di Domenico Veneziano, l’incanto cromatico perseguito da Masolino e dall’Angelico, costituiscono una salda base di partenza per il giovane Piero. Ma la mostra vuol dar conto anche dei primi riflessi della pittura fiamminga, da cogliere negli affreschi del portoghese Giovanni di Consalvo, nei quali l’esattezza della costruzione prospettica convive con un’inedita attenzione per le luci e le ombre. Gli spostamenti dell’artista tra Modena, Bologna, Rimini, Ferrara e Ancona determinano l’affermarsi di una cultura pierfrancescana nelle opere di artisti emiliani come Marco Zoppo, Francesco del Cossa, Cristoforo da Lendinara, Bartolomeo Bonascia. Importanti sono i suoi  influssi nelle Marche su Giovanni Angelo d’Antonio da Camerino e Nicola di Maestro Antonio; in Toscana, con Bartolomeo della Gatta e Luca Signorelli; e a Roma, con Melozzo da Forlì e Antoniazzo Romano. Ma l’importanza del ruolo di Piero è stata colta anche a Venezia, dove Giovanni Bellini e Antonello da Messina mostrano di essere venuti a conoscenza del suo mondo espressivo. La mostra, aperta dal confronto, sempre citato ma fin’ora mai mostrato, tra la Madonna della Misericordia di Piero della Francesca e la Silvana Cenni di Felice Casorati, da conto della nascita moderna del suo “mito” anche attraverso gli scritti dei suoi principali interpreti: da Bernard Berenson a Roberto Longhi.
La riscoperta ottocentesca di Piero della Francesca e affidata a importanti testimonianze: dai disegni di Johann Anton Ramboux alle straordinarie copie a grandezza naturale del ciclo di Arezzo eseguite da Charles Loyeux, fino alla fondamentale riscoperta inglese del primo Novecento, legata in particolare a Roger Fry, Duncan Grant e al Gruppo di Bloomsbury, di cui fece parte anche la scrittrice Virginia Woolf.
Il fascino degli affreschi di Arezzo sembra avvertirsi nella nuova solidità geometrica e nel ritmo spaziale di Edgar Degas. Un simile percorso di assimilazione lo si ritrova in pittori sperimentali e d’avanguardia come i Macchiaioli. Echi pierfrancescani risuonano in Seurat e Signac, nei percorsi del postimpressionismo, tra gli ultimi bagliori puristi di Puvis de Chavannes, le sperimentazioni metafisiche di Odilon Redon e, soprattutto, le vedute geometriche di Cézanne. Il Novecento è per più aspetti il “secolo di Piero”: per il costante incremento portato allo studio della sua opera, affascinante quanto misteriosa; e per la centralità che gli viene riconosciuta nel panorama del Rinascimento italiano. Contemporaneamente la sua opera è tenuta come modello da pittori che ne apprezzano di volta in volta l’astratto rigore formale e la norma geometrica, o l’incanto di una pittura rarefatta e sospesa, pronta a caricarsi di inquietanti significati. La fortuna novecentesca dell’artista è raccontata confrontando, tra gli altri, gli italiani Guidi, Carrà, Donghi, De Chirico, Casorati, Morandi, Funi, Campigli, Ferrazzi, Sironi con fondamentali artisti stranieri come Balthus e Hopper che hanno consegnato l’eredità di Piero alla piena e universale modernità.

 

  • a seguire trasferimento a Bertinoro, il paese dell’ospitalità

Come una straordinaria terrazza belvedere, Bertinoro, mollemente adagiata sui primi rilievi collinari a pochi chilometri da Forlì, spalanca la visione su un panorama che abbraccia la Romagna, dalla Riviera Adriatica alle prime colline dell’Appennino. La rinomata ospitalità romagnola trae forse la propria origine proprio da questo luogo, in cui è attestata da documenti risalenti al 995, oltre che dalla cosiddetta Colonna delle Anella. La tradizione vuole che la colonna, in Piazza della Libertà, sia stata eretta per volontà di Guido del Duca e Arrigo Mainardi, due nobili bertinoresi del XIII secolo, che risolsero così un frequente motivo di contesa tra le famiglie benestanti di Bertinoro: il litigio per offrire ospitalità ai viandanti che sostavano nella città. La bella e ingegnosa soluzione prevedeva che ogni “anella” sarebbe stata assegnata ad una delle dodoci famiglie benestanti di Bertinoro e che, dunque, ciascuna di esse sarebbe stata scelta casualmente direttamente dai viandanti che, giunti nel borgo, avrebbero legato il proprio cavallo ad una di esse, venendo così assegnati alle case che li avrebbero  ospitati. Ripresa ufficialmente il 5 settembre 1926, questa tradizione è ancora viva ed è riproposta ogni anno, ogni prima domenica di settembre. È la Festa dell’Ospitalità che nel corso degli anni si è arricchita di eventi, spettacoli, musica.

 

  • Pranzo libero – nel pomeriggio, trasferimento e visita al centro storico di Forlimpopoli, la città artusiana e la Rocca Albornoziana

 

Se la località è nota oggi soprattutto per aver dato i natali al famoso letterato e gastronomo Pellegrino Artusi, (Forlimpopoli, 1820 – Firenze, 1911), tanto da definirsi Città Artusiana, Forlimpopoli vanta anche un passato ricco di storia. Fondata dai Romani nel II secolo a.C., frequentata dai pellegrini diretti a Roma in tempi medievali, presenta ancora oggi diversi monumenti di rilievo, come la Rocca Albornoziana, a pianta quadrata, che domina la piazza principale e che fu costruita verso la metà del XIV secolo sulle rovine dell’antica cattedrale.

 

P A R T E N Z E 
da Sassuolo, piazzale Risorgimento, ore 7.30
da Modena, piazzale della Motorizzazione Civile, ore 7.45

le visite guidate saranno condotte da LUCA SILINGARDI, storico dell’arte .

Quota di partecipazione € 60 (minimo 25 persone)

tessera FORUM UTE 2016 obbligatoria (€ 15 valida per tutto l’anno solare e per tutte le iniziative dell’associazione)

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA AL PIU’ PRESTO

per informazioni rivolgersi esclusivamente a: Danira Guidetti Calabrese
348 5495475