“Più flessibilità in uscita per sbloccare il mondo del lavoro, ma anche una riforma del sistema previdenziale in Italia con misure certe a favore delle pensioni che a Reggio Emilia sono 165.000 (coinvolgono 110.000 pensionati) e a Modena 225.000 (160.000 pensionati)”. E’ quanto dichiara Adelmo Lasagni, segretario generale Fnp Cisl Emilia Centrale.

“Ma il 40% dei 270.000 pensionati reggiani e modenesi – osserva Lasagni – ha pensioni inferiori ai 1000 euro lordi al mese coi quali risulta difficile vivere, soprattutto in ambiti familiari talvolta gravati da malattie, affitti, situazioni sociali aggravate dalla crisi”.

L’importo medio delle pensioni tra Reggio e Modena vale rispettivamente 870 euro e 908 euro.

“E le pensioni assistenziali – aggiunge il segretario – valgono mediamente solo 428 euro/mese: circa il 20% delle pensioni di vecchiaia è compreso tra i 500 e i 750 euro/mese: tutto questo si traduce in nuove sacche di povertà proprio tra i pensionati che, negli anni della crisi, sono stati i veri ‘ammortizzatori sociali’ delle famiglie’ a fronte di un costo della vita medio alto rispetto ad altre realtà del Paese”.

Un ruolo che non è stato riconosciuto…

“No, anzi. Abbiamo già denunciato come negli anni la pressione fiscale negli ultimi quarant’anni è più che raddoppiata sui redditi più bassi (15.000 euro), è aumentata del 92% su quelli di 30.000 euro e del 65% per quelli pari a 50.000 e, peggio, solo del 3% per i redditi sopra i 500 mila euro. E, in generale, come non sottolineare il fatto che le pensioni italiane sono tassate il doppio rispetto ad altri Paesi europei?”

Vale la pena mobilitarsi?

“Certo per rivedere tutto il sistema fiscale sulle pensioni, adeguandolo a quello di altre nazioni (Francia, Germania,…) e aumentando le esenzioni, anche con coraggio. Guardiamo al mondo dei giovani e chiediamo flessibilità in uscita per sbloccare il mercato del lavoro. Chiediamo il taglio degli sprechi, di dare attuazione a una seria spending review nonostante i proclami essa ancora non procede, pensiamo al tema della riduzione delle consulenze e revisione del sistema appalti e dell’adozione di centrali uniche di acquisto, di intervenire sulle pensioni d’oro e, ribadiamo ancora una volta, la necessità di intraprendere una seria lotta all’evasione fiscale (dotando gli organismi preposti di strumenti e dotazione organica adeguati) ed una equa tassazione sui grandi beni patrimoniali”

Le forze sindacali emiliane sono spesso laboratorio di proposte nel mondo sindacale…

“Sì. E sono quelle del ‘Documento sulle pensioni’ che i sindacati regionali e i pensionati di Cgil Cisl e Uil hanno proposto recentemente ai parlamentari della nostra regione. Ribadiamo con insistenza la rivalutazione del potere d’acquisto delle pensioni, l’equiparazione del prelievo fiscale sulle pensioni a quello dei lavoratori dipendenti, di modificare la Riforma Fornero, col sostegno alla proposta della pensione anticipata a 41 anni di contributo e il riconoscimento del ruolo delle donne nella cura sociale”.

Intanto pare che anche ai lavoratori di Modena e Reggio riceveranno le buste arancioni…

“E’ un progetto dell’Inps e preannunciano l’importo della pensione futura. E’ l’occasione giusta per sottolineare l’importanza della previdenza complementare, ma è evidente l’esigenza di favorirne lo sviluppo favorendola fiscalmente”.

Pensioni di reversibilità.

“Per esse occorre mantenere massima attenzione. Devono continuare a restare legate al reddito individuale e, non, a quello familiare e patrimoniale, attraverso l’Isee. Se ciò avvenisse sarebbero davvero poche le persone che potrebbero accedervi, ma, prima ancora, si perderebbe il diritto a un riconoscimento previdenziale versato dagli stessi lavoratori (con i contributi) nel corso degli anni!”

A Reggio e Modena quanti sarebbero a rischio?

“Rispettivamente parte delle 33.700 e 46.500 pensioni cosiddette superstite erogate nel 2015”.