Baldisserri---Mirabelli---TurriniSi è parlato di Ferrari l’altra sera al Rotary di Sassuolo, presso il Ristorante Cavallino di Maranello: ospiti l’ing. Luca Baldisserri e il giornalista sportivo Leo Turrini, che lo ha intervistato. Baldisserri, “Baldo” per gli amici e 7 volte iridato,  è stato uno degli artefici della memorabile “Era Schumacher”, quando la “Ferrari” vinceva il mondiale costruttori e piloti di Formula Uno.  A Maranello c’è stato per ben 27 anni e sicuramente, come ha ricordato Leo Turrini nel presentarlo, “è un protagonista della storia di questa scuderia automobilistica conosciuta in tutto il mondo”. La premessa è stata un “amarcord” su alcuni dei più importanti incarichi che il “Baldo” ha avuto nella scuderia del cavallino rampante: ingegnere di pista di Eddie Irvine con la Ferrari che conquista, dopo 16 lunghissimi anni, il titolo mondiale costruttori. Nel 2000 Michael Schumacher lo vuole suo ingegnere di pista ed inizia la sequenza di titoli mondiali piloti  e costruttori; Luca Baldisserri ricopre anche l’incarico di Direttore Sportivo e, negli ultimi tempi, di responsabile della Ferrari Driver Academy. Tempi di vittorie, tempi di bei ricordi come quando  “Baldisserri  passò alla storia – rammenta  Leo Turrini –  per la strepitosa strategia decisa durante il Gran Premio di Francia del 2004; la Ferrari di Schumacher si impose dopo aver effettuato ben 4 pit-stop”.  “Manicure è un circuito particolare”, spiega Luca Baldisserri. “Ero il secondo, allora,  di Ross Brawn e mi occupavo di strategie. Fu una scelta criticatissima, ma che risultò vincente proprio per gli studi che facemmo di questa tracciato da corsa”.

I tempi cambiano e la domanda di Leo Turrini è sorta spontanea: “perché la Ferrari non vince più?”. “Cambiano i regolamenti – ribatte il “Baldo” – e la struttura “Ferrari” ha difficoltà nel recepire il più velocemente possibile queste trasformazioni. C’è poi l’aspetto delle persone che mutano continuamente quando invece occorre un team unito come ai tempi di Jean Todt e Ross Brawn”.  “Per vincere manca anche un pilota come  Michael Schumacher….”, rileva Leo Turrini. “Un pilota timido  –  fa notare il “Baldo” – e  questo, probabilmente, era dovuto l’apparire come un uomo distaccato e che non hai mai imparato a parlare in italiano. Forse era un suo schermo di protezione anche per il timore che aveva sulle interpretazione che potevano dare su di lui tutte le persone che gravitavano nel mondo della Formula Uno. Ad ogni modo –  avvalora Luca Baldisserri – era un “grande” soprattutto sotto l’aspetto umano e mi chiedeva, ogni settimana, come procedevano i lavori sulla macchine a Maranello e sul team dei meccanici.  Aspetto umano che oggi è quasi sparito dal mondo delle corse”.

Luca Baldisserri, ha deciso di lasciare il Cavallino Rampante per seguire Lance Stroll, pilota canadese di Formula 3 e nuovo collaudatore della Williams F1. Segue anche  Mick Schumacher, figlio diciassettenne del grande campione tedesco, che nel novembre dell’anno scorso è venuto a Maranello per lavoro e fare qualche giro di pista sulle orme del padre Michael. “Mi piace vedere questi giovani crescere, vincere e – termina il “Baldo” –  possibilmente arrivare ad un team di Formula Uno. Mick ha un cognome “pesante” e soli 17 anni.  Io sono ormai fuori dal circo della Formula Uno. Non mi ci ritroverei più in un mondo dove attualmente ci sono due team dominanti e e con una differenza troppo alta con tutti gli altri. E questo allontana anche il grande pubblico ”.