Marie-Manthey-L’umanizzazione del processo di cura e la forte responsabilizzazione dell’infermiere che diventa punto di riferimento per il paziente è il tema del convegno organizzato dall’Arcispedale Santa Maria Nuova previsto sabato 21 maggio al Centro Malaguzzi. Sarà presente la 83enne infermiera e professoressa statunitense Marie Manthey, ideatrice di questo approccio al paziente conosciuto con il nome di primary nursing che lei stessa definisce essere ”il modo in cui noi tutti vorremo essere curati se fossimo malati”.

È anche grazie al richiamo esercitato dal suo nome che sono andati rapidamente esauriti, anche con richieste da fuori regione, i posti disponibili per il convegno, la cui apertura vedrà il saluto dei direttori generali delle due aziende sanitarie reggiane Antonella Messori per l’IRCCS ASMN e Fausto Nicolini per l’Ausl.

Il Primary Nursing, teorizzato a cavallo degli anni ’60 e ’70, é un approccio assistenziale che fonda la sua ragion d’essere sulla relazione paziente-infermiere (primary è l’infermiere di riferimento). Molti studi condotti negli USA dmostrano che attraverso il Primary Nursing aumenta la soddisfazione dello staff assistenziale e quella del paziente.

Preceduta da oltre 800 ore di stage e formazione sugli operatori, da mesi al Santa Maria Nuova è in atto un’esperienza pilota nei Reparti di Neurologia settore Stroke Unit e di Medicina Oncologica. Il modello sarà esteso a tutte le strutture che troveranno posto al Core – Centro oncologico ed ematologico Reggio Emilia di imminente inaugurazione in area ospedaliera l’11 Giugno prossimo. Il convegno, che rientra tra le iniziative dedicate all’anno del CORE, è l’occasione per presentare i primi dati della sperimentazione in corso con gli esiti sui pazienti e sui professionisti e confrontarsi con altre esperienze italiane, tra cui quella dell’Istituto Europeo di Oncologia.

“Il sistema del Primary Nursing sviluppa, migliora e promuove la qualità dell’assistenza, indipendentemente dal professionista che la eroga: per  Manthey  un’assistenza individualizzata al singolo paziente, proposta globalmente con competenza, empatia e in maniera continuativa, rappresenta il “gold standard” della pratica infermieristica” spiega Marina Iemmi, Direttore delle Professioni Sanitarie del Santa Maria Nuova. “Il cuore del Primary Nursing, che lo distingue da altri modelli organizzativi, consiste nella forte assunzione di responsabilità da parte dell’infermiere nel prendere decisioni circa le cure da offrire al paziente di riferimento. Si  passa da una responsabilità condivisa e diffusa d’equipe a un rapporto personalizzato e bidirezionale tra assistito, famiglia, prestatore di assistenza e professionista della salute. L’impatto sulla qualità dell’assistenza è evidente e nel corso della nostra sperimentazone l’abbiamo percepito attraverso gli operatori ed i pazienti”.

“Le caratteristiche della presa in carico e il focus sui bisogni dei pazienti umanizzano il processo di cura e permettono di tendere al suo vero obiettivo: porre al centro la persona, condividendo gli esiti assistenziali” conclude Antonella Messori, direttore generale dell’Azienda ospedaliera IRCCS “Il primary nursing sarà una delle sfide e insieme delle potenzialità che l’attivazione del CORE ci offre e che noi affronteremo con competenza e fiducia”.