Monica-Barbolini«Le pagelle ai docenti? Pura demagogia e ignoranza pedagogica». La segretaria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale Monica Barbolini stronca quella che definisce “una moda dilagante”: i questionari di gradimento sui docenti, compilati dagli stessi alunni o dai loro genitori, distribuiti anche in alcune scuole superiori modenesi.

La sindacalista Cisl si rende conto che chiunque tenti di sollevare qualche obiezione al riguardo rischia l’accusa di non essere al passo con i tempi o, peggio ancora, di chiudersi a riccio in una pretesa di intangibilità che suonerebbe incomprensibile privilegio rispetto al diffondersi, anche nelle pubbliche amministrazioni, delle pratiche di customer satisfaction.

«Si dimentica completamente che il rapporto docente-discente non è una relazione simmetrica o “peer to peer”, perché la docenza comprende anche l’aspetto formativo ed educativo – sottolinea Barbolini – Il docente, nel contesto di una circolarità e scambio reciproco, educa e forma lo studente attraverso i contenuti della propria disciplina e la riflessione su di essi avendo come background i traguardi fissati nel Pof (Piano dell’offerta formativa). L’ottica è l’acquisizione di conoscenze e competenze atte a decifrare in senso critico la realtà in cui si vive per poterle poi spendere anche nel mondo del lavoro. La forza ed efficacia di tale relazione educativa può essere negativamente condizionata da una visione distorta che la trasformi in un mero servizio sul quale si possa esprimere un gradimento o non gradimento».

La segretaria della Cisl Scuola aggiunge che, oltre alla pericolosità di questa pratica, va sottolineata l’ignoranza pedagogica di coloro che la propongono e sostengono.

«Quante volte, di fronte a episodi di ribellione o grave mancanza di rispetto, assistiamo alla denuncia di una complessiva caduta di considerazione verso la figura del docente e la sua funzione? – chiede Monica Barbolini – Si lamenta il fatto che i genitori tendono a trasformarsi a volte nei sindacalisti dei propri figli. La qualità e la forza di una relazione educativa è tema fondamentale e decisivo per il successo di ogni strategia formativa».

Per la Cisl, insomma, non c’è scuola che possa reggere efficacemente il suo compito senza una simmetria di atteggiamenti tra sé e la comunità di cui è espressione. Questo è l’aspetto che caratterizza e distingue istruzione e formazione rispetto ad altri ambiti di pubblico servizio, se si ragiona senza superficiali omologazioni. Occorrerebbe tenerne conto anche nel considerare se e quanto avvalersi di strumenti che, presentati come fattore di trasparenza e incentivo a positive emulazioni, secondo Barbolini possono invece produrre effetti perversi, se non addirittura disastrosi, nel contesto di una comunità scolastica.

«Del resto il legare la spinta a una miglior qualità del servizio all’introduzione di un clima di accentuata concorrenzialità interna al sistema è un grave limite che attraversa l’intero disegno de “La Buona Scuola” – afferma la sindacalista Cisl – La scuola, per sua natura, ha bisogno di reggersi su fondamenta di segno diametralmente opposto: collegialità, cooperazione, condivisione degli impegni e delle responsabilità. Sono queste le leve su cui agire, non la malintesa trasparenza, ad alto tasso di demagogia, delle pagelle ai docenti, né la premialità da spot con cui si tenta forse di nascondere le questioni che bisognerebbe affrontare, a partire – conclude la segretaria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale – da quella non più eludibile di una seria rivalutazione del trattamento economico di chi insegna, tra i più bassi in Europa».