lavoro-neroI carabinieri del nucleo operativo del gruppo per la tutela del lavoro di Roma, congiuntamente ai colleghi del nucleo ispettorato lavoro del capoluogo reggiano e del comando Provinciale carabinieri di Reggio Emilia hanno eseguito una mirata e minuziosa attività di controlli, avuto riguardo a una dozzina di aziende ubicate a Reggio e provincia, con il fine di contrastare le fattispecie correlate al lavoro nero ed all’occupazione di manodopera clandestina. Allarmanti i risultati emersi a seguito dei controlli dei carabinieri: il 40% (con punte anche del 75% in alcune aziende) della forza lavoro della maggior parte degli opifici controllate è risultata essere in nero (20 dipendenti su 49 di cui 3 clandestini), contestate sanzioni amministrative per circa 50.000 euro, accertate omissioni contributive per svariate migliaia di euro ancora in fase di quantificazione, sei provvedimenti di sospensione delle attività imprenditoriale eseguite nei confronti di altrettante aziende, 2 imprenditori denunciati alla Procura reggiana per occupazione di manodopera clandestina e altri 3 denunciati alla stessa autorità giudiziaria per aver installato presso le rispettive sedi aziendali impianti di videosorveglianza idonei al controllo a distanza dei lavoratori senza la prescritta autorizzazione in spregio alle norme sullo statuto dei lavoratori.

Le aziende (4 opifici tessili, 2 stirerie, 4 attività commerciali e una esercente attività lavorazione marmi) sono risultate essere tutte essere gestite da cittadini cinesi e, contrariamente a quanto verificato nel corso di analoghe attività le stesse versavano in condizioni igienico – sanitarie ritenute nella norma. Nel dettaglio il titolare di un azienda tessile ubicata a Reggio Emilia e 2 commerciante sono stati denunciati per l’installazione di telecamere non autorizzate che riprendevano i dipendenti al lavoro mentre altro titolare di azienda tessile e il proprietario di una stireria sono stati denunciati per occupazione di manodopera clandestina il primo 2 clandestini l’altro 1. Di seguito la forza lavoro in nero accertata in ogni singola impresa:

  • un’azienda tessile 9 lavoratori in nero su 12 (pari al 75% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro);
  • due attività commerciali rispettivamente un lavoratore in nero su 2 ( pari al 50% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro);
  • un’azienda tesile 2 lavoratori in nero su 3 (pari al 67% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro);
  • una stireria 4 lavoratori in nero su 8 ( pari al 50% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro);
  • un’azienda che lavora marmi  2 lavoratori in nero su 9 (pari al 23% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro).

Ai sensi delle attuali norme di legge nei confronti di queste ultime 6 attività aziendali venivano emessi i provvedimenti di sospensione dell’attività che procedevano anche nei confronti dei rispettivi titolari comminando sanzioni per circa 50.000 euro. Ora la ripresa delle attività dipenderà dai titolari che dovranno regolarizzare i dipendenti impiegati in nero e pagare la maxi multa.