secchiA trent’anni esatti dal trasloco dallo storico ex convento nel centro storico di Reggio Emilia, ora sede dei Muse civici, nel nuovo edificio costruita dalla Provincia di Reggio Emilia in via Makallé, dove sarebbe poi sorto il Polo scolastico, l’istituto per geometri “Angelo Secchi” ha festeggiato oggi la ricorrenza con una mattinata non solo di celebrazioni, ma anche di riflessioni. E lo ha fatto, avrebbe cantato Pierangelo Bertoli, “con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”, un futuro che si chiama Polo scolastico del Territorio, la nuova scuola che sempre la Provincia conta di realizzare in via Fratelli Rosselli “non solo per qualificare l’identità del Secchi, ma anche per dare respiro in termini di spazi alla cittadella di via Makallé, ogni mattina frequentata da cinquemila persone, come se fosse un comune medio-piccolo reggiano”, ha confermato il presidente Giammaria Manghi ribadendo “la posa della prima pietra nel 2017”.

Uno sguardo che rimane “dritto e aperto nel futuro”, nonostante il continuo calo di iscritti che in una decina d’anni ha visto classi e studenti del Secchi precipitare rispettivamente da 22 a 13 e da 514 a 270: un calo di iscritti del 45% a fronte di un aumento, nello stesso periodo, del 28% della popolazione scolastica reggiana delle superiori. Colpa della crisi economica ed in particolare di quella del comparto edilizio, certamente, di fronte alla quale – è stato il leitmotiv dei vari interventi – l’unica possibile via d’uscita non può che essere l’innovazione: una strada per altro già intrapresa dal “Secchi” che , come ha sottolineato la dirigente scolastica Maria Grazia Diana, “in questi ultimi anni ha cercato nuove alleanze con le aziende a partire da Iren e puntato molto sulla flessibilità didattica, spostando anche l’attenzione su nuovi profili, attenti ad esempio al design di interni o al verde e alla qualità ambientale, o su professioni alternative come l’amministrazione condominiale”.

Lo stesso presidente della Provincia Giammaria Manghi, nell’aprire i lavori della mattinata, ha sottolineato come “questa sia una occasione preziosa non solo per ricordare cosa è stato il Secchi per il nostro territorio ed il ruolo importante che ha avuto in particolare nella stagione della grande crescita edilizia, ma soprattutto per  riflettere su come creare le condizioni perché questo cammino possa continuare”.

Concetti ripresi dal dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Reggio Emilia Antimo Ponticiello – che ha parlato di “un indirizzo considerato numericamente debole, in linea con il trend nazionale,  ma questa è una opportunità per rimettersi in discussione ed essere di nuovo pionieri del pionieri sul territorio, come questa scuola è stata fin dalla sua nascita nella seconda metà dell’Ottocento, creando grandi professionalità all’avanguardia”  – ma anche dalla vicepresidente della Provincia con delega all’Istruzione Ilenia Malavasi.  “Il senso di oggi è proprio ricordare i passaggi e i trasferimenti di questa scuola, per far comprendere alla nostra comunità come questo indirizzo,  che andrà forse innovato, possa comunque dare ancora tanto”, ha detto Malavasi ricordando come “il Secchi, che è una delle scuole più antiche di Reggio, ma che è sempre stata molto vigile e pronta a mettersi in discussione, abbia contribuito in maniera fondamentale alla crescita sociale e civile della nostra comunità”.

L’assessore a Educazione e conoscenza del Comune di Reggio Emilia Raffaella Curioni ha infine ribadito l’impegno della pubbliche amministrazioni “per i luoghi dell’educare, che per noi sono importantissimi in linea con la grande tradizione di Reggio Emilia in questo settore, e che vogliamo siano confortevoli, piacevoli e sicuri”.

Dopo i saluti istituzionali, un’ex insegnante storica del Secchi, Maria Cristina Cocchi, ha ricordato i tanti progetti importanti di cui la scuola è stata protagonista anche a livello europeo, mentre l’ex dirigente del Servizio Edilizia scolastica e il coordinatore del Servizio Infrastrutture della Provincia di Reggio Emilia Verter Eletti e Azzio Gatti si sono soffermati rispettivamente sulla sede che da 30 anni esatti ospita i geometri e sul nuovo Polo del territorio che li accoglierà entro il 2018.  A chiudere i lavori, il presidente del Collegio dei geometri, Francesco Spallanzani, che ovviamente svolgerà un ruolo fondamentale  nel rilancio del Secchi.

 

Il nuovo Polo scolastico del Territorio.

Presentato nel novembre 2011 – ma poi congelato in seguito ai tagli progressivamente attuati nei confronti delle Province (ben 70 i milioni restituiti allo Stato negli ultimi quattro anni da Palazzo Allende per la spending-review) – il progetto della nuova scuola che in un’area di 25.000 metri quadrati in via Fratelli Rosselli accoglierà il “Secchi” è dimensionato per 500 studenti e comprende: 12 aule per attività didattiche, 2 aule di sostegno, 9 laboratori specialistici e 1 locale museale.

Proprio a seguito dei provvedimenti di contenimento della spesa pubblica, a Palazzo Allende – a fronte di circa 1,9 milioni disponibili – erano venuti a mancare i restanti 3,3 milioni necessari a finanziare il primo stralcio: “Una somma che verrà ora coperta dalla  stessa Provincia grazie a 900.000 euro di parte del ricavato delle dismissioni immobiliari attuate in questi ultimi mesi – spiegano Manghi e Malavasi – e soprattutto grazie ai 2,4 milioni che la Regione Emilia-Romagna ha assegnato nell’ambito dello stanziamento deliberato a febbraio a favore dell’edilizia scolastica superiore, in particolare per il soddisfacimento del fabbisogno di aule conseguente all’aumento della popolazione scolastica calcolato nel quinquennio 2011-2015”.

La Provincia confida di poter appaltare all’inizio del 2017 i lavori, per i quali è fissato un termine di 18 mesi dalla consegna, per consegnare il nuovo edificio presumibilmente nel settembre 2018.

Il progetto – che avrà classe energetica A, consentendo un notevole risparmio energetico e ridotte emissioni in atmosfera, e prevede lotti successivi nel caso di  ulteriori risorse – concepisce il nuovo Polo del territorio in dialogo con il quartiere in cui è collocato grazie ad un ripensamento, insieme ai soggetti competenti Comune e Act, anche della viabilità circostante e delle modalità di transito e sosta dei mezzi pubblici.