La Regione riconosce un altro anno di contributo di autonoma sistemazione (Cas) alle famiglie che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione di residenza a seguito delle emergenze causate dal maltempo che si è verificato in Emilia-Romagna dal 2013 al 2015.

Questo perché, anche sulla base delle segnalazioni dei Comuni, si potrebbe verificare la condizione di alcuni nuclei familiari che, in attesa del completamento dei lavori di ripristino delle loro abitazioni e già beneficiari del contributo per il limite massimo dei 3 anni, resterebbero sprovvisti di ogni forma di assistenza economica. Per beneficiare della proroga, occorrerà presentare domanda ai Comuni coinvolti per presentare le domande.

“Si tratta di un contributo integrativo concesso per aiutare la famiglie che, scaduti i termini fissati da ordinanze statali e precedenti delibere regionali, non sono ancora rientrate nelle abitazioni dichiarate inagibili”, afferma l’assessore alla Protezione civile Paola Gazzolo. “Abbiamo sempre sostenuto che la Regione sarebbe stata al fianco delle popolazioni colpite da gravi calamità e manteniamo la promessa: questo provvedimento conferma che nessuno è lasciato solo”.

Il provvedimento.
La Giunta regionale ha approvato la delibera che autorizza l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile ad assicurare il contributo per un massimo di altri 12 mesi ai nuclei familiari sgomberati a seguito degli eventi calamitosi che si sono verificati nei mesi di marzo-aprile 2013, nel periodo compreso tra l’ultima decade di dicembre 2013 e il 31 marzo 2014, tra il 4 e il 7 febbraio 2015 e nei giorni 13 e 14 settembre 2015.

I beneficiari potranno usufruire del contributo – sia che si tratti di proroga o di nuova concessione – per un periodo massimo di 12 mesi, in presenza di alcune condizioni. Tra queste, essere in attesa che venga ripristinata l’agibilità dell’abitazione originaria sgomberata, che l’abitazione danneggiata ricostruita in un altro luogo, che siano stati realizzati gli interventi pubblici previsti dal Piano degli interventi a consolidamento dei versanti che hanno messo a repentaglio la sicurezza dell’immobile. Interessati dal provvedimento saranno alcune decine di nuclei famigliari in tutta l’Emilia-Romagna.